Emergenza Coronavirus, stop definitivo Serie A? Niente Scudetto, 22 squadre e prime 6 in Europa
La Lega Serie A sta valutando l’ipotesi di sospensione definitiva della Serie A, qualora le condizioni attuali legate all’emergenza Coronavirus non permettano di riprendere entro il 14 giugno e completare il campionato entro il 2 agosto. In tal senso, si procederà non assegnando lo Scudetto, bloccando le retrocessioni, ma promuovendo le prime due della Serie B, qualificando in Europa le prime sei della classifica e tagliando gli stipendi dei calciatori

La guerra tra le istituzioni continua. Dopo le parole di Gabriele Gravina, che aveva rivelato il lavoro svolto dal calcio per la ripresa degli allenamenti il 18 maggio con il nuovo decreto legislativo, la Lega Serie A ha accusato il Governo di non aver rispetto gli accordi politici, secondo cui i calciatori avrebbero potuto riprendere la propria attività il 4 maggio.
Come se non bastasse, prima il Ministro dello Sport ha smentito qualsiasi complotto contro il calcio, specificando che non è la priorità in questo momento del paese, e poi anche la FIGC si è schierata a favore di Vincenzo Spadafora smentendo qualsiasi accordo precedentemente preso per la ripresa della Serie A ed evidenziando l’insufficienza e l’inaffidabilità dei protocolli della Commissione Scientifica.
Fondamentalmente, con la deadline dei campionati fissata dalla UEFA entro il 2 agosto, la Lega Serie A non può permettersi la ripresa del campionato oltre il 14 giugno, altrimenti non ci sarebbero le tempistiche per garantire gli accordi presi con tutte le Federazioni e le Leghe europee.
Eppure, il CONI, nella persona del presidente Giovanni Malagò, ha fatto capire che il calcio deve anche pensare a creare un altro piano, una sorta di Piano B o seconda opzione, che prenderebbe in considerazione l’ipotesi di sospensione definitiva della stagione calcistica italiana 2019-2020, come accaduto in Olanda, Belgio, Scozia e Argentina.
Infatti, nonostante gli ottimi numeri dell’ultimo mese, i nuovi decreti, la Fase 2 e i buoni propositi, non è certo detto che effettivamente l’emergenza sanitaria globale dovuta al pericolo di diffusione e contagio del Coronavirus, al secolo Covid-19, procederà con condizioni previste o che possano consentire il ritorno in campo e la ripresa delle attività.
Certo, si farà di tutto per la ripresa della Serie A, soprattutto perché il calcio è un’azienda e, come tale, ha indotti fondamentali per tutto il sistema e, in generale, l’economica dell’Italia intera, ma sempre e solo con le giuste condizioni sanitarie e tenendo conto che la priorità è la sicurezza, la vita e la salute di tutti.
Comunque, nelle ultime ore pare che la Lega Serie A, insieme a FIGC e AIC, starebbe finalmente lavorando alla creazione di un piano per il calcio in caso di sospensione definitiva del campionato.
Secondo tale ipotesi, che possiamo chiamare Piano B prendendo spunto dalle ormai famose parole di Malagò, è probabile che si procederà congelando l’attuale classifica, ma non verrebbe assegnato lo Scudetto e, tenendo conto delle posizioni, le prime sei della classe sarebbero classificate in Champions League e Europa League.
Riguardo le retrocessioni, invece, le opzioni che si stanno prendendo in considerazione sono sia quella di congelarle, bloccarle, cioè non ci sarebbero retrocessioni, ma le prime due della Serie B verrebbero promosse in Serie A, che nella stagione 2020-2021 avrebbe 22 squadre, sia la possibilità di far retrocedere solo le ultime due della classifica e, consensualmente, promuovere le prime due del campionato cadetto d’ufficio.
Altro problema spinoso è quello relativo al pagamento della terza ed ultima rata dei diritti tv, visto che SKY, DAZN e IMG dovrebbero versare le loro parti entro il 1 maggio secondo contratto.
Ovviamente, in caso di stop definitivo, le condizioni cambierebbero e bisognerebbe rinegoziare le cifre o modificare il termine della rata, soprattutto considerato che alcune di queste pay-tv già hanno presentato lettere alla Lega Serie A con la richiesta di sconto, soprattutto SKY con i suoi 255 milioni di euro, per un totale che ammonterebbe a ben 440 milioni di euro, incidendo sui bilanci delle società con un pesantissimo 40%.
In totale, comunque, le perdite totali, in caso di stop definitivo del campionato, ammonterebbe a poco più di 700 milioni di euro e, proprio per questo, bisognerebbe lavorare anche su altri aspetti per permettere la salvaguardia economica dei club.
In tal senso, è probabile che con questo Piano B le società taglierebbero gli ingaggi e gli stipendi dei calciatori, che sarebbero ridiscussi nei termini e nelle cifre, senza incorrere in azioni legali grazie al fatto che sarebbe il Governo a decidere per lo stop definitivo, quindi le società non avrebbero responsabilità civile.
Benito Letizia
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