Durante la mattinata, il presidente della Roma James Pallotta ha esternato ai microfoni dell’emittente radiofonica americana Sirius Xm tutte le sue perplessità sull’operato del Milan in questa sessione di mercato: secondo il magnate, i rossoneri starebbero andando oltre le loro possibilità economiche e rischierebbero di ritrovarsi in guai finanziari molto presto; inoltre, ha lanciato velate accuse ai proprietari del fondo Elliot che ha prestato a Yonghongh Li la somma necessaria (“300 milioni”, dice), quasi accusandoli di strozzinaggio. Infine, ha anche predetto il disastro che accadrebbe qualora gli stipendi diventino uguali ai ricavi.
Nel primo pomeriggio, l’ad del Milan Marco Fassone, grande protagonista dell’estate, ha replicato con un video in cui ha smontato tutte le accuse di Pallotta: anzitutto ha negato che possa avverarsi la “profezia” per la quale gli stipendi possano, nei prossimi anni, aumentare a tal punto da richiedere che i ricavi vengano assorbiti solo da quella voce di bilancio riguardante gli ingaggi, affermando che essi si manterranno sempre al 50-60% rispetto alle entrate della società.
Successivamente, Fassone ha analizzato il discorso relativo alle spese sostenute dal club meneghino, affermando come il bond emesso per il calciomercato, dal valore di 50 milioni, sia stato finora utilizzato solo in minima parte grazie alle rateizzazioni ottenute per i pagamenti. ha smentito, inoltre, che la somma prestata ai rossoneri ammonti a 300 milioni e la dimezza portandola a 180. Infine, è arrivato il provocatorio invito a confrontare i bilanci insieme e a verificarne la trasparenza.
Alla fine, Pallotta ha gettato la spugna e e ha chiesto scusa, auspicando che Roma e Milan possano collaborare al rilancio del calcio italiano.
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