Nonostante la vittoria di Scudetto e Supercoppa Italiana, Antonio Conte invita tutti alla prudenza. Dopo il successo nella finale di Supercoppa, il tecnico di SSC Napoli ha voluto mantenere un profilo basso, ribadendo che la squadra partenopea non è ancora pronta per imporsi stabilmente come riferimento del calcio italiano.
Per il Napoli si tratta della terza Supercoppa Italiana della propria storia, dopo quelle conquistate nel 1990-91 e nel 2014-15. Stavolta, però, il trofeo arriva in una stagione già impreziosita dallo Scudetto, evento che rende il successo ancora più significativo.
Nel torneo disputato a Riyadh, gli azzurri hanno superato AC Milan in semifinale e Bologna in finale, entrambe le volte con un netto 2-0. Protagonista assoluto della serata conclusiva è stato David Neres, autore di entrambe le reti decisive.
Conte ha elogiato apertamente i suoi giocatori, parlando di un percorso senza sbavature e sottolineando quanto il gruppo desiderasse regalare questo trofeo ai tifosi, chiudendo l’anno solare con un’altra celebrazione.
Secondo Conte, nel calcio la memoria è selettiva: si ricordano solo i vincitori. Il tecnico ha ricordato come pochi rammentino le finali perse, mentre restano scolpiti nella storia solo i successi. Un concetto maturato anche attraverso la sua esperienza personale, da calciatore e allenatore, fatta di grandi vittorie ma anche di sconfitte dolorose.
Proprio queste ultime, ha spiegato, sono spesso ciò che alimenta la determinazione a migliorarsi e a non accontentarsi mai.
Parole di grande rispetto anche per il Bologna, alla prima partecipazione assoluta alla Supercoppa dopo il trionfo in Coppa Italia della scorsa stagione. Conte ha elogiato il lavoro di Vincenzo Italiano e del club rossoblù, definendoli una realtà ormai stabile e credibile del panorama italiano, capace di competere ad alti livelli e di eliminare squadre di primissimo piano lungo il proprio cammino.
Alla domanda se il Napoli possa ormai considerarsi la nuova forza guida della Serie A, davanti a Inter e Milan, Conte è stato categorico. Nonostante due titoli negli ultimi tre anni e l’ultima Supercoppa, il tecnico ha chiarito che la squadra è ancora in costruzione.
Il Napoli, a suo dire, ha vinto lo Scudetto con una rosa ridotta e ha inserito molti volti nuovi nell’ultima sessione di mercato. Per questo motivo l’obiettivo realistico resta rimanere agganciati alla zona Champions il più a lungo possibile, in un campionato che si preannuncia estremro equilibrato.
Interpellato sull’idea che la finale sia stata decisa più da una giocata individuale che dal gioco di squadra, Conte ha difeso con forza il lavoro collettivo. Se è vero che una rete è nata da un colpo di genio, le altre occasioni sono state costruite attraverso studio tattico e organizzazione.
Secondo l’allenatore, il compito di uno staff tecnico è proprio quello di accrescere le conoscenze dei giocatori, migliorandoli sotto il profilo tattico, mentale e della lettura delle situazioni di gioco.
Tra i più apprezzati in finale anche Rasmus Højlund, protagonista per intensità, movimenti e spirito di sacrificio. Un rendimento che stride con le difficoltà vissute in passato altrove e che, secondo Conte, dimostra come il contesto e il lavoro quotidiano facciano la differenza.
Il tecnico ha chiuso ribadendo che il miglioramento dei singoli passa sempre da un’idea chiara di squadra: la qualità è fondamentale, ma senza organizzazione non basta.
Un messaggio chiaro, quello di Conte: il Napoli vince, cresce e convince, ma la strada per diventare una potenza dominante è ancora lunga.