Caro Donnarumma, sei solo un codardo e non all’altezza del Milan!

La decisione di Donnarumma di non rinnovare il contratto in scadenza nel 2018 mette il Milan di fronte alla necessità di prendere dei provvedimenti molto importanti: chiudere i rapporti con Raiola e, soprattutto, decidere se cedere il portiere o punirlo con la tribuna per un anno

Non esistono più le bandiere. Almeno, l’ultima è stata costretta ad abbandonare la sua vera essenza a metà maggio. Non esiste più il senso dell’onore, la lealtà, l’amore, la passione, il senso di appartenenza, il volersi sentire parte di un qualcosa di più grande, la riconoscenza, nel mondo del calcio. 

Eppure, nessuno avrebbe mai potuto pensare che Gianluigi Donnarumma potesse decidere di non rinnovare il contratto in scadenza nel 2018 con il Milan, la squadra che l’aveva cresciuto sin da piccolo, coccolato, lanciato, difeso, protetto e, soprattutto, il club che aveva avuto piena fiducia in un talento all’epoca appena sedicenne, per costruire sul suo essere milanista il proprio futuro. 

Sì, non è più giusto che venga chiamato con il nomignolo di Gigio, perché deve prendersi la responsabilità della propria decisione, una palese dimostrazione di codardia. Perché può essere definito solo un codardo colui che non è capace di mettere da parte il portafoglio e scegliere con il cuore, affidandosi al male del calcio per antonomasia, il Signore Oscuro, Mino Raiola, con il quale, si spera, si chiuderà qualsiasi tipo di rapporto. 

Solo un codardo rinnega il bacio della maglia, che non è un semplice gesto, ma è un simbolo di entità in questo sport, perché è una promessa di non tradimento. Solo un codardo, dopo essersi erto a capopopolo, dichiarando più volte il suo amore per una società e la storia di un club così prestigioso, che ha fatto di tutto per accontentarlo, volta la faccia nel momento più importante. 

Solo un codardo, e un mercenario, può dimenticare il suo retaggio, la sua storia, per palesare l’atto più vile in assoluto, il mostrarsi quasi indifferenti, il nascondersi dietro al procuratore, scappando quando dovrebbe dimostrare di essere uomo, rifugiandosi nel ritiro della nazionale, quasi impaurito per ciò che avrebbe dovuto dire.

Perché, in fondo, forse, il giovane portiere sapeva in cuor suo della stupidaggine del suo gesto e voleva evitare l’ira giustificata dei tifosi, che si sono sentiti traditi da colui che avevano innalzato come il nuovo simbolo della propria ideologia calcistica, il ragazzino venuto dal nulla, creato e costruito dalla società e pronto a diventare il capitano e la bandiera del futuro. 

Non sarà così. Eppure, sono tanti i dubbi che sorgono spontanei di fronte a questa decisione. Il caro ‘Signor’ Donnarumma, che ha poco più di 18 anni, al quale era stata affidata la porta di una delle dieci squadre più prestigiose della storia del calcio internazionale, cos’altro voleva dal Milan?

L’offerta presentata dalla coppia formata da Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli era un contratto della durata di cinque anni da 5 milioni di euro netti a stagione, più bonus, e la fascia da capitano. Inoltre, lo stesso nuovo presidente Yonghong Li aveva fatto capire che sarebbe stato proprio Donnarumma l’uomo immagine della nuova società. 

A 18 anni, sinceramente, cosa voleva più dalla vita, se non un contratto milionario, giocare per la squadra per cui, almeno finora ad oggi, come aveva sempre dichiaratamente e pubblicamente annunciato, tifi, diventandone l’uomo immagine, la nuova bandiera e il giocatore più importante? 

Non è possibile credere che Donnarumma si sia fatto ingolosire dall’offerta del Real Madrid, che avrebbe proposto 6 milioni di euro netti a stagione, quindi spiccioli di differenza, o dagli interessi di Manchester United e PSG. Non è verosimile pensare che un appena diciottenne, non ancora patentato e neanche diplomato, possa pensare che questo treno non possa passare ancora in futuro. 

La verità è che Gianluigi ha deciso di togliersi la maschera di ragazzino pulito e con valori etici e morali. Con la maggiore età ha semplicemente deciso di essere ricordato come un semplice mercenario, l’ennesimo codardo in uno sport che, almeno per alcuni, ancora oggi è una metafora di vita e non un semplice rincorrere dietro la palla. 

Il Milan, da parte sua, ha fatto davvero di tutto. Anzi, è andato pure oltre, sia come offerta di ingaggio al giocatore, sia come immagine di una società che, pur di trattenere il proprio gioiello, è diventata umile, regredendo al ruolo di un ragazzino al suo primo corteggiamento. Tra l’altro, smentendo tutti riguardo i dubbi legati al progetto, come dimostrato dai grandi acquisti e dai 100 milioni spesi finora sul mercato. 

Ora, però, bisogna usare il pugno duro, niente storie. Che Donnarumma sia consapevole della responsabilità del proprio destino e della propria scelta. Non ha voluto rinnovare? Benissimo!

Il Milan adesso dovrà prendere una decisione molto importante: cederlo subito, fare cassa e prendere il sostituto; oppure, più semplicemente, usare il mobbing, non facendolo giocare per un’intera stagione, con il rischio che perda il treno per i Mondiali

Ma la vera speranza, l’unica decisione che il Milan deve prendere assolutamente subito è un’altra: tagliare definitivamente i ponti con Raiola. Gente così fa male a questo sport, ormai sporcato dal business e sempre più svuotato dai sentimenti che contano davvero, il più importante in assoluto, appunto, l’amore. 

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