L’odierno numero della Gazzetta dello Sport propone un’intervista al patron laziale Claudio Lotito, il quale ha spiegato molto chiaramente la situazione relativa a Keita Balde, da tempo in rotta con la società e desideroso di andar via. Stando alle sue parole, il senegalese ha ricevuto quattro offerte: una da 35 milioni dal Milan, una da 32 dal West Ham, una da 30 del Napoli e una da 15 della Juventus. Il ragazzo vuole vestire il bianconero, ma Lotito non vuol saperne di cederlo ad una cifra così bassa, malgrado sia in scadenza e il rischio di perderlo a zero sia alto. Inoltre, il presidente biancoceleste ha smentito che non siano arrivate offerte di rinnovo e ha messo il carico da undici spiegando come Keita abbia rifiutato uno stipendio di 2 milioni annui, uno stipendio da top player che il giocatore stesso desiderava.
Sempre Lotito ha appesantito la questione lamentando che dietro il mancato accordo ci sia la mano del procuratore Giuseppe Calenda, che spingerebbe per la Juventus per ottenere commissioni più elevate. Ma non può certo cedere ad un offerta inferiore a quelle presentate e Marotta è sempre fermo a 15 milioni. Si è anche spinto oltre, ventilando l’ipotesi di ricorrere alla giustizia e di mettere fuori rosa Keita, fermo restando che è l’allenatore ad avere l’ultima parola sugli aspetti tecnici, come nel caso della Supercoppa Italiana, saltata dal senegalese su sua richiesta e non, come dice il giocatore, per decisione di Simone Inzaghi. Infine, un attacco ai procuratori, i quali, in Europa, riceverebbero commissioni per 800 milioni, come rivela uno studio, e in Italia riescono ad aggirare la norma che limita al 3% le commissioni stesse.
Una vicenda grottesca, dunque, e di difficile risoluzione, ma è certo che se Keita non andasse al Milan, maggior offerente, finirebbe alla Juventus a zero. Una sconfitta economica per Lotito, ma non etica.
Seguici su Telegram
Rimani aggiornato sulle ultime novità, i Pronostici Scommesse e i migliori Bonus Bookmaker.