Ahi, ahi, Barcellona. Nel bel mezzo del referendum per l’indipendenza della Catalogna, con Madrid che accusa Barcellona di non essere capace di gestire i propri debiti, esce il rapporto tra il costo della rosa e i ricavi della società blaugrana. Il rapporto è cresciuto del 64 per cento e l’anno prossimo (con il rinnovo di Messi) il costo della rosa arriverà a 588 milioni a fronte dei 707 di ricavo. In poche parole, la rosa del Barcellona verrà a costare l’84% di quello chela società incassa.
Una cifra spropositata e totalmente fuori controllo che quest’anno (per fortuna) verrà mitigata dalla maxi plusvalenza ottenuta con la cessione di Neymar ma l’anno prossimo, se la società vorrà essere in regola con i conti, dovrà inventarsi qualcosa oppure cedere qualche altro pezzo pregiato. Pesa come un macigno l’acquisto di Dembelé, che resterà fuori dal campo 4 mesi e che non produrrà quell’effetto merchandising che la società blaugrana si aspettava.
Tornano in mente le parole del presidente Bartomeu in merito alla cessione di Neymar, quando aveva dichiarato che i soldi a Barcellona non sono tutto e che l’etica sportiva è un valore importante. Sarà, fatto sta che i conti della società catalana più importante al mondo vacillano e questo sperperare potrebbe diventare addirittura un’arma a favore dei contrari all’indipendenza.
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