Non potevo tacere di fronte a questo scempio. Gli stampini che raffigurano Anna Frank con la maglia della Roma hanno fatto il giro del mondo e, senza alcun dubbio, sono da condannare SENZA SE E SENZA MA.
La retorica di questi giorni però è altrettanto da condannare perché non è possibile che azioni estemporanee di alcuni gruppi ultras (se ultras si possono chiamare) possa mettere in cattiva luce una tifoseria intera o la categoria mondiale degli ultras, composta anche e soprattutto da gente perbene. Senza contare che questi vergognosi fotomontaggi circolano già da qualche anno negli ambienti legati al calcio e non hanno nulla a che vedere con i veri valori dello sport.
Non è giusto dire che tutti i laziali sono fascisti e che tutti gli ultras non sono brave persone. Quando si generalizza si ha sempre torto, perché è proprio la generalizzazione che porta all’odio e alla discriminazione.
Ci sono le telecamere allo stadio? Benissimo, si cerchi di capire chi ha attaccato gli stampini e si faccia giustizia. Non se ne può più della pomposa retorica che cavalca ogni minimo evento per rimarcare i soliti concetti già triti e ritriti.
I tifosi della Lazio non si meritano questo trattamento perché la colpa di pochi non può cadere sull’immagine di tutti. A leggere i giornali di questi giorni sembra di esser tornati all’epoca dell’assassinio Matteotti e delle ronde fasciste: addirittura c’è chi ha legato questi stampini a un possibile ritorno del fascismo.
La comunità ebraica di Roma si è schierata in prima linea contro questo “scempio” e sembra addirittura che voglia chiedere alla Lazio di giocare la prossima partita con una maglietta riportante la Stella di Davide.
Siamo seri? Vogliamo dare davvero così importanza a questi delinquenti che hanno deciso di passare la giornata ad appiccicare stampini lugubri e di pessimo gusto? Meglio avremmo fatto a ignorarli e a metterli in disparte anziché porli sotto i riflettori. In questo modo infatti non abbiamo fatto altro che dare a loro la risonanza mediatica che speravano di ottenere con questo gesto becero ed esecrabile.
Esporci a questa retorica insopportabile su fascismo e antifascismo inoltre è sintomatico di un passato che non vogliamo superare. Discriminare non è mai la strada giusta e alla discriminazione non bisogna MAI reagire con la generalizzazione.
Anche perché qualche anno fa, nella curva delle Roma comparve questo striscione: LAZIO-LIVORNO, STESSA INIZIALE STESSO FORNO. Nessun fotomontaggio, ma un messaggio abbastanza chiaro. Anche lì ci fu la solita retorica antifascista e cosa ha portato? A NIENTE. Non ci furono condanne, non ci furono multe, non ci fu nulla. Ed è proprio in questo vuoto legislativo che si insinuano queste persone che con il calcio non hanno nulla a che fare.
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