Analisi Tattica Real Madrid-Liverpool 3-1 – Finale Champions League 2017/18

Per la quarta volta in cinque anni il Real Madrid vince la Champions League, un dominio tecnico, mentale, psicologico e tattico che a volte è sembrato persino fragile, in grado di spezzarsi, ma nei momenti clou ha retto così bene da portare per la prima volta nell’era moderna della Champions una squadra a vincere per tre volte consecutive la coppa più ambita.

Nella finale di Kiev Zidane ha confermato la squadra che poco meno di 365 giorni prima aveva distrutto la Juventus a Cardiff, con Isco come trequartista alle spalle di Benzema e Ronaldo. Klopp, dal canto suo, ha confermato uguamente il 4-3-3 che l’ha portato fino a questa insperata finale, puntando tutto sulla velocità e l’imprevedibilità del trio offensivo.

Il Real Madrid contro il pressing

Uno dei temi più toccati nella vigilia riguardava il come il Real Madrid avrebbe affrontato l’asfissiante gegenpressing della squadra di Klopp, che aveva messo già in crisi City e Roma in questa stagione di Champions League. Zidane ha risposto nella maniera più semplice, forse, ovvero sia con la tecnica. Non ha snaturato i propri principi di gioco, fidandosi delle capacità straordinarie dei suoi centrocampisti, dei suoi due centrali e in particolare di Marcelo, il miglior terzino regista del Mondo. Quando le cose si facevano più pericolose, in particolare quando la difesa del Liverpool lanciava direttamente verso Firmino, per innescare la riconquista delle seconde palle, ci hanno pensato Varane e Ramos a dominare fisicamente l’attaccante brasiliano, e semplicemente a lanciare a loro volta la palla lontana, quando non c’era un appoggio semplice a disposizione.

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Maggioranza a sinistra

Il Liverpool è comunque abituato a subire il dominio con il possesso della palla di una squadra avversaria, anzi a volte la squadra del Merseyside sembra proprio esaltarsi quando deve assaltare gli avversari e ripartire palla al piede, mentre l’arma tattica del Real Madrid era chiara, fin dalla vigilia: creare gioco sulla sinistra con il numero più alto di giocatori possibili, in modo da far andare in confusione Alexander Arnold, contemporaneamente attaccare il lato debole con dei lanci verso Carvajal, uno dei migliori crossatori del Mondo, sovraccaricare di qualità l’halfspace destro, e quando si perdeva la palla avere più di un uomo a contrastare le transizioni positive pericolosissime del Liverpool sul lato di Salah.

 

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In questa clip notiamo anche l’interscambiabilità degli attaccanti: Benzema va a legarsi ai compagni sulla sinistra, Isco agisce da falso centravanti, Ronaldo prova ad esplorare a destra lo spazio alle spalle di Robertson.

 

Quando dovevano difendersi, invece, i campioni d’Europa hanno scelto paradossalmente la soluzione più inglese possibile: marcare a uomo il più pericoloso degli avversari. Da questa scelta puramente tattica, ovvero quella di mettere Ramos su Salah, seguendolo lungo tutto lo spazio di mezzo di competenza, è anche nato l’episodio che probabilmente ha svoltato la gara: l’infortunio dell’egiziano, che l’ha costretto a lasciare il match al 30′.

Sergio Ramos segue Salah anche quando questi può prendere la palla solo spalle alla porta, nel frattempo diligentemente Casemiro va ad occupare la casella difensiva lasciata vuota dal compagno.

Come disinnescare i contropiedi

L’uscita di Salah di scena obbliga Klopp a riportare Mané sulla vecchia fascia di competenza, la destra (il senegalese la occupava quando a sinistra giocava Coutinho), inserendo a sorpresa Lallana. Pochi minuti dopo un altro protagonista (meno importante tecnicamente, ma non tatticamente) come Carvajal è costretto a lasciare il match, obbligando Zidane a schierare come terzino un centrale difensivo adattato come Nacho.

Nel secondo tempo il piano di gara delle due squadre non cambia: il Liverpool difende con un 4-3-3 molto stretto, le tre punte hanno il compito di andare a prendere i 3 vertici del triangolo di costruzione del Real Madrid, mentre le due mezzali salgono in pressione quando Kroos e Modric, a turno, danno una mano.

 

La difficoltà del Liverpool nasce quando deve difendere contro le avanzate di Marcelo, e in particolare quando sulla sinistra si allargano a turno Benzema, Isco o Ronaldo, lasciando Arnold da solo contro due, se non addirittura tre mostri di tecnica. Il Real in realtà ha anche apportato le giuste contromisure all’arma principale dei Reds: le transizioni positive. Questa volta il protagonista in positivo è stato ancora una volta Marcelo, generalmente riconosciuto come un terzino con grosse pecche difensive, ha interpretato nel migliore dei modi anche la fase difensiva ieri sera.

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Il Liverpool verticalizza appena riconquista la palla: Marcelo decide di tagliare in diagonale ogni volta, per schermare la linea di passaggio verso Mané, forte del fatto che sa che alle sue spalle Ramos è pronto a coprire la profondità.

 

Certo, ad influire negativamente sulla serata dei Reds non è stata solo la prematura uscita di Salah, ma anche la prestazione di Firmino: dominante contro le difese di City e Roma, semplicemente un fantasma nel momento clou della stagione.

A sbloccare la gara, come spesso accade nel calcio, non è servita però qualcosa di costruito e studiato a tavolino da uno dei due allenatori, ma un errore tecnico (a dir la verità imbarazzante) di Karius, che ha influito più sulla sua psiche che sulla gara in se per sé. Perché il Liverpool riesce anche a pareggiare, sfruttando le amnesie difensive del Real Madrid sui calci piazzati.

Fotogramma dell’1-1: Lovren salta indisturbato, Casemiro è responsabile della marcatura del serbo. Sulla sponda sarà Mané a bruciare Marcelo e mandare in rete.

La svolta

Zidane capisce che il pareggio potrebbe portare la gara sulla strada per Liverpool, così dopo appena 5 minuti decide di mandare in campo un’arma che in questa stagione ha quasi sempre accantonato: Gareth Bale. Per farlo però sceglie a sorpresa di mandar fuori dal campo non Benzema (autore di una grande gara) ma Isco, e quindi rinunciando al calcio liquido che ha contraddistinto l’ultima stagione dei madrileni, per dare più certezze nel momento decisivo. Non solo si torna alla famosa BBC ma anche a un 4-3-3 che da garanzie sulle fasce, e permette a Ronaldo di tornare indietro nel tempo per una buona mezzora, giocando come ala sinistra vicino all’amico Marcelo, per creare scompiglio nelle file avversarie.

Così a poco più di 120 secondi dall’ingresso del gallese in campo, il portoghese raccoglie una palla sulla sinistra, prova il tipico movimento a rientrare per provare il tiro, rinuncia, scarica su un compagno e va ad ingrossare l’area di rigore, sulla sinistra Marcelo ha lo spazio per mettere di destro (piede debole) una palla perfetta che 3 dei migliori attaccanti al Mondo sono pronti a raccogliere

Il momento del cross vincente di Marcelo (10° assist stagionale, 48esimo passaggio chiave per il brasiliano).

Che a colpire la palla sia il giocatore appena entrato, realizzando uno dei gol più belli della storia delle finali di Coppa dei Campioni/Champions League sembra quasi scontato quando c’è di mezzo il Real Madrid, e non fa altro che accrescere la sensazione che il connubio fra la squadra madrilena e la coppa dalle grandi orecchie sia indissolubile, e legato alla metafisica.

Bale spezza in due la gara, il Liverpool ha anche l’occasione di rimetterla in pari con lo sfortunato palo di Mané, ma la scelta di Zidane di tornare al 4-3-3 non sembra geniale, ma è semplicemente la cosa giusta da fare. Il francese obbliga Ronaldo e Bale a restare larghi per dilatare le distanze della difesa di Klopp, fino a quando all’83’ l’ex Tottenham decide di mettersi in proprio sganciando uno dei suoi missili verso la porta di Karius, che però completa il personalissimo psicodramma, smanacciando in maniera inspiegabile e concretizzando un autogol.

Vince la squadra più forte

Zidane, nella sua sfolgorante carriera da allenatore ha deciso di trasformarsi esattamente nel contrario di quello che era da calciatore. Da fuoriclasse elegante, raffinato e fuori dagli schemi, ad allenatore che sceglie sempre la cosa giusta, al momento giusto, e la fa sembrare sempre più semplice.

Utilizzo degli spazi di mezzo del Real Madrid nella gara di ieri (Fonte: @11tegen11)

Il Liverpool può avere qualche rimpianto, alla fine ha creato abbastanza occasioni dalle parti di Navas per realizzare almeno due gol, ma ha pagato la sciagurata serata del proprio portiere, l’infortunio del giocatore chiave (che rischi addirittura di saltare il Mondiale) e forse l’eccessivo integralismo del proprio tecnico, che non è riuscito a trovare, a gara in corso, un modo per contrastare la superiorità tecnica del Real Madrid sul lato sinistro del campo.

La sensazione finale è che questo dominio galattico possa interrompersi solo con l’inizio di un nuovo ciclo: non è un caso che a parlare di questo siano stati distintamente i due calciatori più rappresentativi dell’attacco blancòs, Ronaldo e Bale, che hanno praticamente annunciato l’addio.

 

 

 

 

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