Real Madrid-Liverpool, le chiavi tattiche della finale di Champions League

Domani a Kiev si giocherà la 63^ finale di Coppa dei Campioni/Champions League. Ad affrontarsi sono due delle squadre che hanno maggior esperienza europea, che hanno vinto moltissimo, ma che in questo periodo della loro storia arrivano alla stessa meta attraverso due strade totalmente diverse: Real Madrid-Liverpool sarà dunque quasi una sfida fra due filosofie differente.

Real Madrid-Liverpool zidane klopp

Real Madrid-Liverpool: due idee di calcio diverse

Zinedine Zidane e Jurgen Klopp non si sono mai affrontati nella loro carriera. Il tedesco ha giocato contro il Real Madrid diverse volte, l’ha anche battuto, ma principalmente quando i Blancos erano allenati da Mourinho, e lui guidava il Borussia Dortmund. Le idee di calcio dei due allenatori si sono sviluppate negli ultimi anni di carriera, in particolare stiamo ancora imparando a capire che tipo di calcio vuole dalle sue squadre Zidane, un calcio che comunque è improntato sulla superiorità tecnica della propria rosa, in relazione ai singoli, un calcio che cambia a seconda delle condizioni, e che quindi è difficile da decifrare, mentre è ormai chiaro il fatto che Jurgen Klopp abbia impiantato il suo gegenpressing anche in Inghilterra, dopo i primi mesi di diffidenza, e di scarsi risultati.

Il Real Madrid e il calcio “liquido”

Uno dei concetti più usati per descrivere il Real Madrid di Zidane è quello di calcio liquido. Così come l’acqua prende la forma del contenitore nel quale viene versata, il Real cambia forma a seconda di una serie di fattori: dai giocatori a disposizione, o meglio ancora, da quelli che Zidane decide di schierare in campo, dai principi di gioco della squadra avversaria, ma anche, straordinariamente, da quello che succede in tempo reale sul campo. È difficile trovare in giro per l’Europa una squadra forte come il Real Madrid a riciclare i momenti avversi e trasformarli in momenti positivi anche in un solo attimo.

Contro il Bayern Monaco, ad esempio, in semifinale, nei 180 minuti i madrileni non sono stati superiori ai bavaresi che, al di là delle recriminazioni arbitrali, hanno creato tantissimo in attacco, e anche sbagliato molto. Zidane ha così scelto in Germania di giocare con transizioni positive quasi imbarazzanti per velocità, e durante la gara ha trasformato un momento potenzialmente devastante, come l’infortunio di uomo chiave come Isco, in un’opportunità per svoltare: è entrato Asensio, che ha dato allo stesso tempo più copertura sulla sinistra e più velocità a campo aperto. Il tutto in due serate in cui l’attaccante Principe, Cristiano Ronaldo, si è permess di tornare sul pianeta Terra, praticamente scomparendo dai radar.

Sembra quasi che il Real vinca le gare con una forza unica, praticamente inspiegabile, che si formi a seconda delle circostanze. La superiorità tecnica sulla fascia sinistra, con Marcelo, forse il miglior terzino regista del Mondo; la sensibilità tattica (e ovviamente tecnica) di un centrocampo formato da Kroos e Modric, coperti bene da Casemiro; l’imprevedibilità di Benzema, che quando è in forma libera perfettamente gli spazi attaccati da Ronaldo, portando con sé qualche difensore; gli straordinari movimenti di Isco, con e senza palla, il vero catalizzatore del gioco del Real Madrid, che muove i fili della manovra come un burattinaio, spostandosi in tutte le parti del campo, e ovviamente, alla fine, la spaventosa capacità di Ronaldo di diventare decisivo nei momenti più importanti, anche solo con il terrore che instilla nella mente dei difensori avversari.

È troppo presto probabilmente per parlare di una squadra che ha avviato un ciclo simile a quello dell’Ajax di Cruijff, Michels e Kovacs, ma forse nei prossimi anni ci renderemo conto di come questa squadra (a prescindere dal risultato di Real Madrid-Liverpool) abbia cambiato una parte della storia del gioco, praticamente riportandolo agli antipodi, quando la squadra a vincere era quasi sempre la migliore, la più forte.

Liverpool, il potere al pressing

Mai come negli ultimi anni abbiamo visto in Europa un ritorno all’importanza del pressing. Le squadre di Jurgen Klopp hanno rinunciato alla tendenza guardiolana-barcellonista della ricerca della vittoria attraverso il gioco di posizione, per scegliere un altro tipo di playmaker. Per ammissione dello stesso Klopp infatti il “gegenpressing è il miglior playmaker del Mondo, ma il livello in cui l’allenatore tedesco ha portato il suo Liverpool sembra quasi un altro stadio, non è un caso che nelle ultime settimane si stia parlando di storming, che in italiano viene tradotto generalmente come “assalto”, ma rende già l’idea in inglese.

Quando il Liverpool recupera palla, ed ha tutto lo spazio per colpire, si trove di fronte ad avversari che contemporaneamente devono correre indietro, far attenzione agli inserimenti dei centrocampisti, e non farsi scappare uno dei tre fulmini alle spalle, si ha proprio la sensazione di una tempesta in arrivo, una tempesta praticamente impossibile da fermare, se non con eventi casuali.

Non è un caso che James Milner, un buon mestierante, di sicuro più famoso per le qualità in interdizione che in rifinitura, abbia addirittura superato il record di assist in Champions League.

Il punto è proprio questo: nessuna squadra sa aspettare e resistere ad una tempesta come il Real Madrid, e Bayern Monaco e Juventus sanno benissimo come basti anche un solo passo falso contro i madrileni per permetter loro di prendere la gara in mano e portarla dove vogliono.

Di sicuro il Real Madrid fa paura a tutti, ma un po’ meno al Liverpool, che ama affrontare squadre che giocano palla a terra, partono fin dal portiere a tessere le proprie manovre, e danno la possibilità di avere dei punti di riferimento da pressare, attaccare, per azionare le transizioni positive.

Real Madrid-Liverpool, come potrebbe andare?

Decisive saranno sicuramente la fascia destra del Liverpool, e automaticamente quella sinistra del Real Madrid: su una gioca ovviamente Mohamed Salah, l’uomo più atteso, nella notte più attesa, ma anche Alexander-Arnold, uno dei terzini più promettenti del panorama internazionale, cresciuto molto, ma ancora non del tutto maturato. Sull’altra gioca ovviamente Marcelo, e da qualche anno a questa parte non è più corretto dire Cristiano Ronaldo, trasformatosi nel mortifero attaccante completo che è adesso, ma forse si potrebbe dire Isco, ma anche Benzema.

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Tutti gli assist stagionali di Marcelo

Saranno importanti le indicazioni che Klopp darà a Salah: se l’egiziano dovesse sacrificarsi un po’ di più e dare una mano in raddoppio ad Arnold, la manovra del Real Madrid potrebbe essere meno pericolosa, ma ovviamente il doppio lavoro che dovrà fare l’ex Roma potrebbe rendere meno letali i suoi proverbiali contropiedi. È anche vero che a Roma Arnold per troppo ha sofferto le continue sovrapposizioni di Kolarov, i movimenti nello spazio di mezzo di El Shaarawy, persino i movimenti di Dzeko ad allargarsi per portare fuori qualche uomo. Lasciare ancora una volta l’inglese da solo, questa volta di fronte a Marcelo (un terzino che offensivamente sa fare tutto, ad una velocità raddoppiata, senza perdere qualità), Isco, Benzema e occasionalmente anche Ronaldo potrebbe essere troppo.

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Arnold senza i raddoppi di Salah, a Roma. In alcuni casi è riuscito ad uscire da situazioni difficili con un grande intuito, in altri ha annaspato incredibilmente.

 

È anche vero che alcune amnesie difensive delle due squadre sono condivise: Marcelo è proverbiale quando ha la palla al piede, ma in fase di non possesso vive momenti di vuoto veri e proprio. Un esempio lampante è il gol del vantaggio del Bayern al Bernabeu.

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Lewandowski riceve spalle alla porta da Ribery, Ramos riesce a non farlo girare, inspiegabilmente Marcelo mantiene una posizione molto stretta, dimenticando che alle sue spalle Muller è pronto a ricevere da esterno destro, mentre Kimmich è in overlapping (sovrapposizione interna). Il brasiliano avrebbe tuttavia il tempo di rimediare al danno, cercando di stringere il più velocemente possibile verso l’esterno, oppure tenendo a bada il treno in arrivo di nome Kimmich. Alla fine sceglie di vagare nella terra di nessuno, mantenendo estremamente bassa la linea difensiva del Real, e alla fine lasciando molto spazio a Kimmich per ricevere la seconda palla decisiva.

Una situazione nella quale uno come Salah diventerebbe letale, e che probabilmente Klopp proverà a forzare con convinzione.

Equilibrio o follia?

Cosa aspettarci, dunque? Una gara in cui entrambe le squadre si studiano, accettano i pro e i contro del fatto, e studiano un modo per attaccare mantenendo sempre l’equilibro, o una gara in cui il Real prende possesso della palla, e di fatto mette il Liverpool nelle condizioni di fare la cosa che ama di più (attaccare gli spazi) ma allo stesso tempo si mette nelle condizioni di creare più gioco con i suoi campioni?

Comunque vada, sarà uno scontro fra filosofie, uno spartiacque nella storia del calcio, una notte da vivere intensamente dal primo all’ultimo minuto.

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