Nel calcio ci sono leggi non scritte che puntualmente si ripetono. Questa volta non si è attuata la regola dell’ex giocatore che segna, ma quella dell’allenatore che punisce il suo passato. Gasperini, da quando è stato cacciato (in malo modo) dall’Inter, ha sempre battuto i nerazzurri. Tre volte sulla panchina del Genoa e ieri all’ultimo respiro con il rigore di Pinilla. Con la sconfitta di ieri, l’Inter si ritrova con una classifica deficitaria che preoccupa i tifosi e la dirigenza. Undici punti in 9 partite, una media da retrocessione.
De Boer rischia l’esonero, Gasperini si è ripreso saldamente la panchina dell’Atalanta dopo un avvio stentato. A chi gli chiede le differenze con l’allenatore olandese, Gasperini risponde così: “Sono due storie completamente diverse. Io ho fatto solo tre partite di campionato, una di coppa e la mia storia all’Inter è finita lì. Si può dire che non è neanche iniziata”. Ai tempi dell’Inter, il tecnico ex Genoa fu aspramente criticato per la difesa a tre e ora si toglie qualche sassolino dalla scarpa: “Nei miei confronti ci fu una critica fortissima, quasi un rifiuto per la difesa a tre. È passato molto tempo, nel frattempo la Juve ha vinto 5 scudetti con la difesa a tre e probabilmente vincerà anche il sesto: sono cambiate un po’ le situazioni”.
Sulla partita di ieri, Gasperini ha le idee chiare: “Sono molto soddisfatto, soprattutto del primo tempo in cui abbiamo fatto molto meglio dell’Inter, giocando con lucidità e buona qualità. La mia espulsione? Abbiamo iniziato la ripresa con qualche punizione contro, l’ammonizione a Konko mi ha dato fastidio, e dopo il gol di Eder qualche parolina mi è scappata”.
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