
Il successo per 1-0 sul campo della Roma ha riportato il Napoli in vetta alla Serie A insieme al Milan, confermando la solidità di una squadra che sta lottando per difendere il titolo conquistato nel 2024-25. Mentre Antonio Conte continua a sottolineare le difficoltà legate agli infortuni e alla scarsità di alternative in panchina, il presidente Aurelio De Laurentiis offre un’analisi completamente diversa: per lui, questa rosa è più forte di quella che ha vinto lo Scudetto.
Dal palco del Gran Gala del Calcio a Milano, De Laurentiis ha ribadito la sua convinzione: «Sono convinto che questo Napoli sia più forte dello scorso anno. I nuovi devono innamorarsi della maglia, ma proprio le difficoltà hanno permesso di mostrare il loro valore». Il presidente mantiene alte le ambizioni, pur riconoscendo una Serie A più combattuta: «Sarà una stagione affascinante, siamo tutti lì. Ci sono venti squadre, vanno rispettate tutte».
Uno dei protagonisti del momento è David Neres, match-winner contro la Roma e autore del suo terzo gol in due partite. Finora utilizzato poco, l’emergenza infortuni e il nuovo modulo 3-4-2-1 gli hanno aperto spazi importanti. De Laurentiis ricorda che il brasiliano era già presente nella scorsa stagione, ma in un’annata con un solo impegno settimanale non c’erano molte occasioni per ruotare l’intera rosa: «Quest’anno, con più competizioni, c’è più spazio per tutti. Neres ha già segnato più dell’anno scorso e siamo solo all’inizio».
Il Napoli, dopo il trionfo del 2023, visse un crollo l’anno successivo, salvo poi tornare al successo nel primo campionato sotto Conte. Un documentario ha raccontato quella cavalcata, ma De Laurentiis rifiuta di fare classifiche emotive tra i due trionfi: «Le emozioni non si catalogano. Si vivono. L’amore non è un’emozione, è un momento perfetto, e pochi riescono davvero a coglierlo».
Oltre alla dimensione sportiva, De Laurentiis continua a portare avanti una battaglia che ritiene cruciale: la tutela dei club quando i giocatori si infortunano con le nazionali. Il presidente ha più volte criticato FIFA e UEFA per l’assenza di un sistema obbligatorio di compensazione economica.
Ma il suo progetto è più ampio: «Le istituzioni calcistiche sono vecchie, attaccate al potere. Noi veniamo trattati come merce, sotto la loro supremazia. Il calcio non appartiene a tre o quattro nazioni, ma al mondo intero. Serve capire come garantire la sostenibilità economica dell’intero movimento». Per De Laurentiis, il sistema va ripensato dalle fondamenta: «Bisogna cancellare ciò che è vecchio. Parliamo di essere imprenditori, ma ci comportiamo come impiegati di un sistema gestito da due sole personalità. È qualcosa di triste, anacronistico e irreale».


