Ci sono partite che valgono un’intera carriera. E poi c’è Spagna–Turchia: una sfida che, sulla carta, sembra già scritta. Ma è proprio quando nessuno ci crede più, che qualcosa si muove. Qualcosa che emerge, inatteso, dalla conferenza stampa di Vincenzo Montella. Ed è lì che tutto cambia.
La matematica è impietosa: per qualificarsi direttamente ai Mondiali, la Turchia dovrebbe battere la Spagna con sette gol di scarto, e per giunta a Siviglia, nella tana delle Furie Rosse. Un’impresa che supera persino l’irrealizzabile 9-0 che Gattuso avrebbe dovuto infliggere alla Norvegia. Un sogno? No. Una sfida impossibile. O almeno, così sembrava.
Eppure, proprio alla vigilia dell’ultima gara, Montella prende una decisione che scuote l’ambiente e sorprende tutti: Hakan Calhanoglu viene liberato con anticipo, per un problema alla mano che non pregiudicherà la sua presenza nel Derby della Madonnina. Una scelta che fa discutere, soprattutto perché apre una richiesta parallela: anche la Juventus chiede il rientro anticipato di Kenan Yildiz.
Ma qui qualcosa si rompe. La Federazione rifiuta. Yildiz resta con la Nazionale. Perché? Per quale motivo il talento bianconero, appena ventenne, è ritenuto così indispensabile, anche in un match quasi simbolico? Perché Montella parla di lui come un giocatore diverso dagli altri, capace di fare ciò che nessuno si aspetta?
E allora Montella decide di spiegarlo. Davanti ai microfoni, con toni insolitamente diretti, annuncia la sua visione tecnica, tattica e mentale su Kenan Yildiz. Parole che arrivano dritte anche a Coverciano.
E quelle parole, Spalletti, le ascolta. E annota.
“Kenan ha solo 20 anni, e a quest’età nessuno dovrebbe essere ingabbiato in un solo ruolo. Chi lo limita gli rallenta la crescita. Io lo uso a sinistra, e sta facendo benissimo. Ma può giocare trequartista, seconda punta, perfino dietro la punta. Dipende dal modulo, dai compagni, dagli avversari. Sa fare bene tutto, nel breve e nel lungo. È un giocatore che può stare praticamente ovunque.”
Ovunque.
Non un ruolo.
Non una posizione.
Ma un’idea.
E quando un CT parla così, qualcosa sta cambiando davvero.