Nel calcio, poche cose accendono le passioni come un derby o una rivalità storica. Ma c’è qualcosa che può infiammare ancora di più: quando un campione passa alla squadra nemica. In quei momenti, i tifosi si sentono traditi, i cori cambiano tono e la leggenda dell’atleta viene spesso riscritta con rabbia. Questo articolo ripercorre i più clamorosi tradimenti nella storia del calcio, con un’analisi dei contesti, delle reazioni e delle conseguenze.

Roberto Baggio: da Firenze a Torino
Nel 1990, Roberto Baggio lasciò la Fiorentina per la Juventus. Il trasferimento fu traumatico: i tifosi viola scesero in piazza, ci furono scontri e feriti, mentre il “Divin Codino” fu accusato di essersi venduto. In realtà, Baggio aveva espresso il desiderio di restare, ma il club decise di cederlo per una cifra record. Il suo rifiuto di calciare un rigore contro la Fiorentina in Juventus-Fiorentina fu interpretato come un gesto di rispetto, ma il danno era ormai fatto.
Luis Figo: da simbolo del Barça a galáctico del Real
Il trasferimento più emblematico di sempre. Luis Figo, bandiera del Barcellona, passò nel 2000 al Real Madrid per una cifra astronomica. L’accoglienza al Camp Nou fu da incubo: gli lanciavano banconote false con la sua faccia, una testa di maiale e un’ostilità senza precedenti. Quel passaggio segnò l’inizio dell’era dei “Galácticos”, ma anche una frattura insanabile con la Catalogna.
Gonzalo Higuaín: la fuga da Napoli alla Juventus
Nel 2016, Gonzalo Higuaín fu protagonista di un clamoroso addio al Napoli. Dopo una stagione da record con 36 gol in Serie A, il “Pipita” accettò l’offerta della Juventus, la rivale per eccellenza. I tifosi partenopei reagirono con striscioni, insulti e magliette bruciate. Il tradimento fu amplificato dalla lotta scudetto in corso e dalla figura amatissima di Higuaín, che passò da idolo a nemico in un attimo.
Leonardo Bonucci: l’andata e ritorno Milan-Juve
Un caso curioso. Nel 2017, Bonucci lasciò la Juventus per il Milan, firmando da capitano rossonero. Ma già l’anno dopo tornò a Torino, in uno scambio con Caldara. Il doppio movimento fu visto con sospetto da entrambe le tifoserie: i milanisti lo sentirono falso, gli juventini tradito. Anche se ha poi ritrovato continuità in bianconero, la sua figura non è più stata la stessa.
Zlatan Ibrahimović: da Juve all’Inter, poi al Milan
Zlatan è stato protagonista di trasferimenti multipli tra rivali, senza mai preoccuparsi delle reazioni. Dopo Calciopoli lasciò la Juventus per l’Inter, diventando subito determinante. Più tardi, passò al Milan dopo una parentesi al Barcellona. In ogni caso, ha sempre saputo farsi amare dai nuovi tifosi, anche se il suo approccio spregiudicato ha generato accuse di opportunismo.
Andrea Pirlo: dal Milan alla Juventus
Nel 2011, il Milan lasciò Pirlo partire a parametro zero, convinto che fosse ormai a fine carriera. La Juventus colse l’occasione e ne fece il regista del ciclo vincente con Conte e Allegri. Pirlo visse una seconda giovinezza, vincendo tutto con i bianconeri e alimentando il rimpianto rossonero. Più che un tradimento da parte del giocatore, fu un errore madornale della dirigenza milanista.
Mauro Icardi: dall’Inter alla Juventus… sfiorato
Uno dei tradimenti mai avvenuti ma più temuti. Dopo la rottura con l’Inter, Mauro Icardi sembrò molto vicino alla Juventus. Per i tifosi nerazzurri sarebbe stato un affronto totale, considerando la fascia da capitano e i gol segnati in maglia interista. Alla fine, Icardi andò al PSG, evitando una frattura irreversibile con San Siro.
Manuel Rui Costa: dal Milan al Benfica, con rispetto
Non tutti i cambi di maglia sono visti come tradimenti. Rui Costa lasciò Firenze per il Milan, ma fu sempre rispettoso e riconoscente verso i tifosi della Fiorentina. Così come Shevchenko, che lasciò il Milan per il Chelsea, ma senza mai scatenare odio. Il contesto, il comportamento e il carisma del giocatore fanno spesso la differenza.
Nel calcio moderno, i sentimenti dei tifosi spesso si scontrano con le logiche del mercato. I calciatori sono professionisti, ma per il tifoso sono simboli, bandiere, quasi familiari. Ecco perché quando passano al nemico, il tradimento ha un sapore amarissimo. Non si tratta solo di cambiare maglia: si rompe un patto emotivo.
Ogni tradimento ha la sua storia. E anche se il calcio continua a girare, certe ferite nei cuori dei tifosi non si rimarginano mai davvero.