Cosa fanno oggi gli eroi di Italia ’90? Dove sono finiti Schillaci, Baggio e gli altri

Italia ’90 è molto più di un ricordo: è una pagina indelebile della storia del calcio azzurro. Una squadra piena di talento, emozione e passione, guidata da Azeglio Vicini e capace di far sognare un intero Paese fino alla semifinale persa ai rigori contro l’Argentina di Maradona. Ma che fine hanno fatto oggi quei protagonisti? Ecco dove sono e cosa fanno i principali volti di quell’estate magica.

Salvatore Schillaci: l’eroe inatteso diventato imprenditore in Sicilia

Schillaci, detto “Totò”, fu il capocannoniere del Mondiale con 6 gol. La sua esplosione fu fulminea e travolgente. Dopo l’esperienza alla Juventus e all’Inter, chiuse la carriera in Giappone con il Jubilo Iwata, aprendo la strada a tanti altri italiani nel Sol Levante. Oggi gestisce un centro sportivo a Palermo, sua città natale, e partecipa saltuariamente a eventi e trasmissioni. È rimasto un simbolo popolare, con grande affetto da parte dei tifosi.

Roberto Baggio: tra mito calcistico e ricerca interiore

A soli 23 anni, Baggio incantò il mondo con il gol alla Cecoslovacchia. Dopo una carriera leggendaria e un ritiro nel 2004, si è ritirato a vita privata nella sua tenuta in Veneto. Buddista convinto, ama la natura, i cavalli e l’agricoltura. Ha rifiutato ruoli dirigenziali e preferisce vivere lontano dal calcio parlato. Ha scritto un’autobiografia di grande successo e resta uno dei volti più amati della storia azzurra.

Franco Baresi: il capitano silenzioso diventato dirigente rossonero

Simbolo di solidità e serietà, Baresi guidava la difesa azzurra con autorità. Dopo il ritiro nel 1997, è rimasto nel mondo Milan con diversi incarichi: oggi è ambasciatore e dirigente, spesso impegnato anche in eventi legati ai giovani. Ha pubblicato un libro autobiografico e continua a rappresentare con eleganza il calcio italiano nel mondo.

Giuseppe Giannini: il “Principe” rimasto legato alla Roma

Regista raffinato e uomo simbolo della Roma, Giannini fu uno dei protagonisti tecnici di quella Nazionale. Dopo il ritiro ha allenato diverse squadre, tra cui anche la Nazionale del Libano. Negli ultimi anni si è allontanato dal calcio professionistico, ma continua a essere una voce autorevole, spesso ospite in programmi sportivi legati al club giallorosso.

Walter Zenga: da uomo ragno a cittadino del mondo

Zenga fu il portiere dell’Italia e mantenne la porta inviolata per 517 minuti, record assoluto nei Mondiali. Dopo il ritiro ha intrapreso una lunga carriera da allenatore, girando il mondo tra Europa, Asia e Medio Oriente. Ha allenato anche squadre italiane come Crotone, Catania e Cagliari. Oggi è opinionista in tv, sempre diretto e passionale.

Gianluca Vialli: un esempio di coraggio dentro e fuori dal campo

Vialli non fu protagonista in campo a Italia ’90, ma è diventato un simbolo negli anni successivi. Dopo aver vinto tutto con Juventus e Chelsea, anche da allenatore, ha lottato con coraggio contro un tumore al pancreas. È stato team manager della Nazionale campione d’Europa nel 2021. Ci ha lasciati nel gennaio 2023, ma il suo ricordo resta vivissimo nel cuore degli italiani.

Giuseppe Bergomi: da difensore leader a voce di Sky

“Lo zio” Bergomi era uno dei veterani di quella Nazionale. Dopo il ritiro è diventato uno dei volti più noti di Sky Sport, commentatore tecnico equilibrato e preparato. Oggi è uno dei riferimenti del giornalismo sportivo televisivo, apprezzato per competenza e stile. Si occupa anche di giovani e formazione sportiva.

Ciro Ferrara: tra panchine e tv

Ferrara, allora giovane difensore del Napoli, ha avuto una lunga carriera anche alla Juventus. Dopo il ritiro ha allenato (anche l’Under 21 e il Napoli) e ha partecipato a diversi programmi televisivi, alternando ruoli tecnici e da opinionista. Oggi è spesso presente in trasmissioni Rai o Mediaset, dove commenta con passione e ironia.

Riccardo Ferri: dal campo allo studio televisivo

Colonna dell’Inter, Riccardo Ferri fu un difensore solido e silenzioso. Dopo il ritiro è diventato opinionista sportivo e collabora con l’ambiente nerazzurro in veste istituzionale. La sua figura è sempre legata ai valori del calcio pulito e determinato.

Azeglio Vicini: il CT gentiluomo che fece sognare l’Italia

Il vero artefice di Italia ’90 fu Azeglio Vicini, uomo colto e tecnico illuminato. Seppe creare un gruppo giovane, offensivo, vicino al popolo. Dopo l’eliminazione in semifinale e l’addio nel 1991, ha sempre mantenuto un ruolo rispettato nel calcio italiano. È scomparso nel 2018, ma il suo nome è ancora oggi sinonimo di calcio elegante e pulito.

Italia ’90 non è solo un Mondiale, è un patrimonio collettivo. I suoi protagonisti hanno intrapreso strade diverse: chi è rimasto nel calcio, chi si è ritirato a vita privata, chi ci ha lasciati troppo presto. Ma tutti rappresentano ancora oggi un momento unico di orgoglio nazionale, un calcio che emozionava e un’estate magica che gli italiani non dimenticheranno mai.

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