Riviviamo l’ultimo Gran Premio della stagione 2019, chiuso alla grande dai Campioni del Mondo Lewis Hamilton e Mercedes, veri dominatori ad Abu Dhabi. Bene anche la Red Bull, con il 2° posto di Max Verstappen, mentre una Ferrari ancora confusionaria salva (parzialmente) l’onore con il 3° posto di Charles Leclerc
F1 – Sulla stagione 2019 di Formula 1 è calato il sipario domenica. Come purtroppo da previsioni, l’orrido circuito di Abu Dhabi, tutto apparenza e zero sostanza, ci ha regalato l’ennesimo spettacolo rivedibile. Con una prova di forza pazzesca, Lewis Hamilton e la Mercedes hanno posto il sigillo su un’altra annata da ricordare, cogliendo ancora una vittoria, con Valtteri Bottas che sfiora il podio pur partendo ultimo. Sorrisi anche in casa Red Bull, con Max Verstappen 2° in gara e 3° nella Generale. Il podio di Charles Leclerc salva solo parzialmente un weekend da dimenticare per la Ferrari, alle prese con una monoposto tornata a faticare maledettamente nelle curve lente e con le solite strategie discutibili.
Da sottolineare il 6° posto in classifica piloti di Carlos Sainz, che fa da cornice al 4° posto in quella Costruttori della McLaren. In gara si è avuto anche un periodo senza DRS per problemi tecnici. Devo dir la verità? Ho davvero apprezzato quelle tornate, con un’attesa nel capire le possibili mosse dei piloti in lotta che mi ha portato indietro di molti anni. E ha rafforzato quella che è una convinzione alquanto diffusa: meglio pochi sorpassi ‘veri’ che tanti ‘finti’ o ‘drogati’ da quel dispositivo.
MERCEDES: HAMILTON DICE 84, CON TANTO DI GRAND CHELEM. BOTTAS AI PIEDI DEL PODIO
Yas Marina si conferma un feudo inattaccabile della Mercedes. Da quando è cominciata l’era Power Unit, sul circuito degli Emirati Arabi il team di Brackley l’ha fatta letteralmente da padrona, con sei vittorie, altrettante pole, tre doppiette e cinque prime file in sei edizioni. Lewis Hamilton, a sua volta, conferma un feeling speciale con Yas Marina, portando a casa la sua quinta vittoria da queste parti. Il britannico domenica ha dominato dal primo all’ultimo giro, in maniera inesorabile, non lasciando nemmeno il più piccolo spiraglio agli avversari.
Dopo esser tornato in pole sabato (5° in stagione, 88° in carriera), Lewis ha ottenuto l’11° vittoria stagionale (17° podio del 2019), salendo a quota 84 in carriera, a -7 dal record di Michael Schumacher; in più, il nativo di Stevenage porta a casa il Grand Chelem (pole, vittoria, giro record e gara sempre al comando) e il nuovo primato di punti in una singola stagione (413). Direi che basta così, per un Campione che non conosce la parola appagamento.
Continuando con la Mercedes, c’è anche la gara di Valtteri Bottas, protagonista di un weekend alquanto ‘accidentato’. Dopo il ritiro con fumata di Interlagos, il finlandese sapeva già di dover partire dal fondo della griglia, pur con un propulsore nuovo di zecca; dopo le PL2, però, una perdita ha spinto il team a sostituirlo ulteriormente. In gara, come da previsioni, Valtteri ci mette poco ad entrare in zona punti (8 giri); allungando il primo stint fino al 29° passaggio (da media a hard), il finlandese si mette in corsa per il podio, liberandosi di Albon. La rimonta su Leclerc non va a buon fine di poco (meno di un secondo), ma il 4° è comunque un buon risultato.
RED BULL: VERSTAPPEN SOLIDO E CONCRETO, ALBON 6°
Il 3° posto in classifica generale, suo miglior risultato a fine stagione in carriera, è realtà per Max Verstappen. L’olandese, negli Emirati, conquista il nono podio stagionale (31° in carriera) e centra l’obiettivo. Una gara da pilota maturo per il #33, al volante di una RB15 nettamente seconda forza in campo a Yas Marina. Pur perdendo una posizione al via, Verstappen resta vicino alla Ferrari di Leclerc e, grazie anche alla strategia sbagliata del muretto ‘rosso’, dopo la sua sosta (giro 25) può andare all’attacco del monegasco. Il sorpasso, di forza, avviene al giro 32 alla staccata di curva 8, regalandogli una parte finale di gara relativamente tranquilla, con un passo super nonostante i suoi allarmismi su fantomatici cali di potenza della power unit Honda.
Meno sorrisi nella metà di box di Alexander Albon. L’anglo-thailandese, dopo aver per un pò anche accarezzato l’idea di poter andare all’attacco del podio, alla fine deve accontentarsi del 6° posto, dovendo arrendersi prima a Bottas poi a Vettel. Ciò non toglie che l’esperienza del rookie ex Toro Rosso sia stata positiva, con 10 arrivi nei punti nelle ultime 11 gare e ben 6 arrivi in top-10 da quando è giunto al team di Milton Keynes. Il prossimo anno, però, dovrà esserci una crescita ulteriore. Ben sappiamo quanto velocemente possa cambiare idea Helmut Marko…
FERRARI: YAS MARINA RESTA UN TABÙ. E CONTINUANO LE BRUTTE FIGURE…
Il tramonto mondiale di Abu Dhabi è ancora dal sapore molto amaro per la Ferrari, che nemmeno per scherzo riesce a togliere lo zero dalle voci ‘vittoria’ e ‘pole position’ su questo asettico circuito. In definitiva, quello appena passato è stato uno dei peggiori weekend della stagione, colmo di errori e di strategie che hanno lasciato più di qualche dubbio. Dopo il patatrac brasiliano, i propositi di rivalsa nell’ultima uscita del 2019 sono velocemente naufragati, con una SF90 tornata a palesare tutti i suoi difetti, in particolare nel T3 di Yas Marina, divenuto presto un incubo e un buco nero di decimi di distacco, a vanificare quanto di buono fatto nel resto del circuito.
Già al venerdì si capisce l’andazzo, con il testacoda più impatto con il guard-rail all’esterno di curva 19 da parte di Vettel a fine PL1, e con Leclerc a rischiare di fare lo stesso nell’identico punto nella seconda sessione. Sabato arriva ancora una figuraccia in mondovisione degli strateghi ferraristi, che mandano in pista i piloti a fine Q3 troppo al limite come tempistica; basta infatti un pò di traffico per vanificare il tentativo di Charles, che becca bandiera, e rovinare quello di Seb, che si salva per un paio di secondi ma non migliora, causa pneumatici non alla temperatura ideale. Le possibilità di far qualcosa in gara, nonostante il T3 disastroso, ci sarebbero ancora a dirla tutta. Però…
Al via, Leclerc è bravissimo a scavalcare Verstappen; Vettel prova a fare lo stesso, sfruttando le soft, ma l’olandese non cede. Il #16 prova a tenere il passo di Hamilton, ma si capisce sin dai primi chilometri che, in breve, la Mercedes #44 diverrà un miraggio. Ciononostante, Charles tiene bene la seconda posizione, mantenendo un gap sulla Red Bull intorno al paio di secondi, mentre Seb va presto in difficoltà con le ‘rosse’. In una situazione del genere, la sosta al giro 12 del tedesco non è campata per aria; tutt’altro discorso, invece, con il monegasco, inspiegabilmente fermato così presto, dato che Max e Lewis, con la stessa mescola, si fermeranno rispettivamente 13 e 14 tornate dopo.
Come se non bastasse, in Ferrari decidono per una rischiosa ‘sosta in contemporanea’. E, come volevasi dimostrare, mentre il pit di Leclerc va via liscio, quello di Vettel anche no, durando quasi 7 secondi per un problema all’anteriore destra; circostanza che elimina il tedesco dall’eventuale lotta per il podio. Tra l’altro, perché cominciare con una strategia diversificata, per poi parificarla e, oltretutto, fermando i piloti allo stesso giro? Mah… Comunque, Leclerc si ritrova poi attaccato da Verstappen, prova a difendersi ma può poco, con il #33 che passa anche di forza. La Ferrari ripete il pit in contemporanea al giro 38, montando la soft al monegasco e la media al tedesco.
Il finale è scontato. Leclerc prova almeno il giro record, ma non ci va neanche lontanamente vicino (+1.1 dal giro record di Hamilton). Negli ultimi giri, invece, il monegasco deve affannosamente difendersi dalla rimonta di Bottas, salvando il podio per meno di un secondo. Vettel, rientrato in pista 6° e ben staccato da Albon, riesce quantomeno a recuperare sulla seconda Red Bull, superandola a tre giri dalla fine. In sintesi, il Gran Premio di Abu Dhabi si risolve in un brodino amaro per la Scuderia, a conclusione di un’annata che ha avuto pochi sorrisi, in paragone soprattutto alle attese della vigilia.
GLI ALTRI #1: PEREZ PRIMO DEGLI ALTRI. NORRIS, KVYAT E SAINZ A PUNTI
Sergio Perez (e la Racing Point) chiudono il 2019 con un bel 7° posto in quel di Yas Marina, che vale al messicano anche la top-10 in classifica (10° con 52 punti). Un Checo che è fortunato nell’uscire indenne da un incontro un pò troppo ravvicinato tra la sua posteriore destra e l’ala anteriore di Pierre Gasly in uscita da curva 1 subito dopo il via e bravo, dopo una gara al solito solida, a risalire dalla 12° posizione dopo l’unico pit (giro 37), coronando la rimonta con il sorpasso su Lando Norris al penultimo passaggio. Il rookie britannico (11° nella generale con 49 punti) chiude appunto 8° a Yas Marina, arretrando rispetto alla 6° casella di partenza ma disputando comunque una buona gara, senza errori, nonostante sia stato il primo a fermarsi (8° giro), passando dalla soft ad una hard nel finale evidentemente finita.
Strategia praticamente opposta per Daniil Kvyat, che saluta il 2019 con un 9° posto frutto di una strategia basata su un primo stint lughissimo con la ‘bianca’ (40 giri), passando poi alla ‘gialla’ e tornando nel finale in zona punti grazie ai sorpassi sulle due Renault. Top-10 chiusa dall’altra McLaren di Carlos Sainz, fermatosi in gara due volte (al giro 12 (da soft a hard) e al giro 41 (da hard a media)). Lo spagnolo, non felicissimo per il piazzamento in sé, può invece stappare lo champagne guardando alla classifica generale: grazie al 6° posto di Albon e al fatto che Gasly sia finito abbondantemente fuori dalla zona punti, lo spagnolo coglie un insperato 6° posto (95 punti), degno corollario alla bella stagione del team di Woking, 4° nei Costruttori con 145 punti.
GLI ALTRI #2: FUORI DALLA TOP-10 RENAULT, ALFA ROMEO, HAAS E WILLIAMS
Il resto della griglia chiude la stagione con un pugno di mosche in mano. La Renault salva il 5° posto nel Costruttori (91 punti contro gli 85 della Toro Rosso) ma non riesce ad evitare l’8° zero di un 2019 al di sotto delle attese. Sia Daniel Ricciardo che Nico Hulkenberg, per larghi tratti in zona punti, alla fine vengono superati dai vari Perez, Kvyat e Sainz, finendo rispettivamente in 11° e 12° posizione. Non il finale che sperava soprattutto il tedesco, al momento all’ultima gara in Formula 1. A proposito di Toro Rosso, gara da dimenticare per Pierre Gasly, 18° a due giri al termine di una gara rovinata sin dal via, quando Lance Stroll, toccandolo all’altezza della posteriore sinistra, lo ha mandato contro l’altra Racing Point di Perez, perdendo l’ala anteriore. Brutta domenica per il canadese, unico ritirato del GP (giro 45, freni) dopo una prestazione comunque incolore.
Gara molto difficile per l’Alfa Romeo, dopo la scorpacciata di punti in Brasile. Kimi Raikkonen ed Antonio Giovinazzi (protagonista di un contatto con Robert Kubica nelle prime fasi) concludono la loro gara rispettivamente in 13° e 16° posizione, praticamente mai in battaglia per la zona punti, a causa di una C38 in grossa difficoltà a Yas Marina. La Haas allunga a cinque la serie negativa di gare senza punti (nove nelle ultime 10), con Kevin Magnussen e Romain Grosjean rispettivamente 14° e 15°. Chiudiamo con la Williams: la peggior stagione della sua storia (1977 a parte) si conclude con un 17° posto per George Russell e un 19° per Robert Kubica, anche lui come Hulkenberg all’ultima in Formula 1.
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