Marc Marquez conferma la sua costante in questo 2019, nel senso che, quando vede la bandiera scacchi (ovvero sempre, eccetto Austin) non riesce proprio a far peggio di secondo. E’ quanto accaduto anche stamani a Sepang, dove il #93 scattava dall’11° piazzola della griglia, dopo il volo di ieri nel finale della Q2. Il catalano, nonostante fosse molto dolorante, è partito fortissimo, portandosi in poco tempo in zona podio ed installandosi quindi alle spalle di Maverick Vinales; l’inseguimento al connazionale, stavolta, non è andato a buon fine, ma Marc ha di che consolarsi. Questo è infatti il 17° podio stagionale (su 18 GP), che lo proietta a 395 punti in classifica, nuovo primato nella storia della classe regina, superando i 383 ottenuti da Jorge Lorenzo nel 2010. A proposito del maiorchino, nuova prestazione incolore del #99, che termina 14° e a 34″ dal vincitore.
Queste le parole di Marc Marquez a fine gara: “Sinceramente ho male in tutto il corpo, ma non voglio scuse. Oggi il pilota più veloce era Vinales. Partendo però 11° direi che la nostra gara è stata un successo; ho rischiato più di una volta di cadere. È stata una giornata piena di emozioni, il titolo di Alex e la perdita di un giovane pilota indonesiano (Afridza Munandar ndr). È incredibile che succedano queste cose; siamo tutti consapevoli dei rischi che corriamo e ce li prendiamo perché vogliamo vittorie e podi. Era un ragazzo molto simpatico e ci ha colpito molto la sua perdita“.
“Avevo tutto chiaro sin dall’inizio. La partenza è stata buona, ma quella di Dovizioso è stata ancora meglio. Sarei potuto andare largo, ma io ho forzato all’errore Petrucci e sono riuscito ad entrar bene nella prima curva” – aggiunge Marc – “Abbiamo perso molto tempo dietro a Miller ed è stato un peccato. Ciononostante non penso sarei riuscito a vincere la gara, oggi Maverick era più veloce di noi. La morbida al posteriore? Io sinceramente avrei voluto la media, come Vinales; ma il team ha deciso così“.
Marquez lancia poi un monito in ottica 2020: “Vinales è stato più veloce di noi già a Phillip Island; lì sono riuscito a contenerlo e a batterlo, qui no. Il livello delle Yamaha mi preoccupa e dobbiamo restare svegli; abbiamo l’esperienza del 2015 che ce lo ricorda. Ogni anno si ricomincia da zero, sono preoccupato ma noi siamo pronti“.
Così invece Jorge Lorenzo: “La cosa positiva di questo weekend è che sono stato molto costante in ogni turno; quella negativa è che sono stato lento. Rimontare posizioni in MotoGP è complicato, poiché le turbolenze create da chi ti precede provocano molto fastidio; devi aspettare che il gruppo si sgrani e io ho anche sofferto tanto a serbatoio pieno”.
“Ho portato a casa un paio di punti importanti nella corsa al titolo per team della squadra e contiamo di completare l’opera a Valencia, circuito che non si adatta molto ai nostri avversari della Ducati” – prosegue Jorge – “Poi partiranno i test in chiave 2020. Però agirò come ho sempre fatto in carriera, ovvero penserò prima al presente, al GP di Valencia, e soltanto dopo mi concentrerò sui test“.
Un pensiero quindi a Johann Zarco il quale, prima di venir steso da Joan Mir, stava facendo una bella gara con la Honda del team LCR: “Johann è un pilota molto forte, che è integro fisicamente; la moto 2018, poi, è meno scorbutica da guidare di quella di quest’anno. Ha fatto molto bene, come me del resto. Sono riuscito a contenere il gap dal vincitore a poco più di 30 secondi“.
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