E’ il giovedì, consueta giornata dedicata alle conferenze stampa dei piloti. Questo fine settimana si corre il Gp d’Ungheria, sul circuito dell’Hungaroring.
Dodicesima prova del mondiale 2019, con le Ferrari che si trovano un po’ indietro rispetto allo scorso anno. La lotta per il titolo è quanto mai compromessa e non resta che cercare di vincere qualche gran premio da qui alla fine. L’ultima prova ha fatto ben sperare Vettel, visto che con la sua seconda posizione è riuscito a recuperare 16 punti dal leader del mondiale Lewis Hamilton finoto inizialmente fuori dai primi dieci, poi rientrato in nona posizione.
Ha analizzato la pista che dovranno affrontare questo weekend. L’Hungaroring è un tracciato che mette a dura prova i piloti, per via dei corti rettilinei e del tanto lavoro con il volante:
“Se c’è una pista che mette alla prova il pilota nella Formula 1 moderna, questa è l’Hungaroring. Su questo tracciato dal ritmo incalzante non ci sono rettilinei lunghi quindi ci si trova sostanzialmente sempre a dover lavorare con il volante. Il clima poi, dato il periodo in cui si viene a gareggiare qui, è spesso torrido, il che di certo non aiuta. Se l’asfalto è asciutto è sempre molto impolverato e non è detto che migliori nel corso del weekend perché vento e uscite di pista riportano dentro la sabbia che le vetture girando naturalmente tendono a eliminare. Proprio per questo l’aderenza fuori dalla traiettoria ideale è minima e ogni errore rischia di essere pagato caro in termini di tempo.“Le curve più significative sono la 1 e la 14. Alla prima staccata, prendendoti qualche rischio, è possibile tentare un sorpasso, anche se il rettilineo da cui si arriva non è certo lungo. Anche alla curva 14 non è affatto semplice completare la manovra con successo“.
Il suo compagno di squadra Leclerc è evidentemente chiamato ad un pronto riscatto dopo l’uscita nel Gp di Germania, anche se non ha mai vinto su questo tracciato. Non nasconde il fatto che la pista gli piace molto:
“La pista dell’Hungaroring è di sicuro una delle più tecniche presenti nel calendario. Per certi aspetti mi ricorda un tracciato di kart: una curva è seguita da un’altra quasi senza interruzione e al pilota spesso non rimane nemmeno il tempo di pensare. Su questa pista si può dire che non esistano parti nelle quali ci si può rilassare, tanto è frenetica. A me personalmente piace, perché essere competitivi qui non è mai facile. In qualifica, in particolare, avere un giro perfetto è sempre molto complesso perché bisogna spingere, ma ricordarsi anche di prendersi cura delle gomme così da poterle sfruttare anche nella parte finale“.
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