Il clima nel Circus della Formula 1 si fa rovente. Nella serata di ieri, la FOPA, associazione che riunisce i promoters delle gare facenti parte del Mondiale, hanno diffuso un durissimo comunicato, nel quale viene sottoposta a critica tutta la politica finora attuata da Liberty Media, definita a chiare lettere come pericolosa per il futuro di questo sport.
Questo il contenuto del comunicato:
“In seguito ad un incontro della Formula One Promoters’ Association, tenutosi lunedì a Londra, i rappresentanti di 16 GP hanno espresso le seguenti preoccupazioni. La FOPA crede che:
- Non è nell’interesse a lungo termine di questo sport che i fan perdano l’accesso gratuito ai contenuti e alle trasmissioni degli eventi;
- Ci sia poca chiarezza sulle nuove iniziative da intraprendere in Formula 1 e una mancanza di impegno con i promotori sulla loro attuazione;
- Le nuove gare non dovrebbero essere introdotte a scapito degli eventi già esistenti, sebbene l’associazione sia incoraggiata dai modelli di business alternativi offerti alle sedi potenziali.“
Entrando in una nuova stagione dello sport che abbiamo promosso per decenni, i promoters cercano un approccio più collaborativo allo sviluppo del campionato, con l’opportunità di offrire la loro esperienza e competenza in uno spirito di partnership con la Formula 1 e la FIA“.
All’incontro hanno partecipato 16 promoters su 21, con l’iniziativa guidata in particolare dai boss dei circuiti in scadenza a fine 2019, ovvero Silverstone, Hockenheim, Monza, Città del Messico e Barcellona. Molto polemico Stuart Pringle, presidente del comitato organizzatore del Gran Premio di Gran Bretagna di Silverstone: “Se continua così, la Formula 1 correrà solo su circuiti di seconda categoria. Tutti sono scontenti e le idee di Liberty Media sono sconnesse” – ha spiegato Pringle ad Autosport.com – “Fino ad ora siamo stati tutti silenziosi. Ora basta. Siamo tutti preoccupati circa la salute futura di questo sport, messa a rischio dalle persone che gestiscono il tutto in questo momento“.
Come si capisce, mancano 5 promoters, ovvero quelli di Shanghai, Suzuka, Abu Dhabi, Sakhir e Sochi. Proprio riguardo al Gran Premio di Russia, Sergey Vorobyey, vice direttore della società organizzante la gara in riva al Mar Nero, ha preso pubblicamente le distanze dall’iniziativa dei colleghi. “Reputo il comunicato della FOPA alquanto immotivato. Tutte le questioni indicate sono state più o meno risolte da Liberty Media con le sue azioni“, ha commentato a Motorsport.com.
“E’ stato su iniziativa della Liberty che tutti i promoter si sono riuniti a Londra, specificamente per discutere di questioni comuni” – aggiunge Vorobyey – “Non condivido la posizione dell’attuale presidente Stuart Pringle. Nei suoi commenti pubblici ha spesso criticato personalmente la leadership di Liberty Media ed il nostro sport. Non penso che questo approccio sia costruttuvo e quindi noi, insieme ad altri Gran Premi, abbiamo deciso di non essere membri della FOPA. E sono sicuro che altri ci seguiranno in futuro“.
Vorobyey prova a rispondere punto su punto, a partire dall’irritazione suscitata dal tentativo di Liberty Media di stipulare un contratto con gli organizzatori dell’ipotetico GP di Miami che preveda una partecipazione agli utili, anziché sul pagamento di una quota, come da consuetudine Ecclestoniana. “Prima si dovrebbero esaminare gli attuali accordi di Miami e, nel caso ci fossero delle disposizioni speciali, allora sarebbe una buona ragione per discutere di eventuali miglioramenti alle condizioni contrattuali delle altre gare. Ma al momento è assolutamente inutile discutere di questo, dato che il GP di Miami non fa parte del calendario“, sottolinea il russo.
Sulla mancanza di notizie in ottica 2021, Vorobyey continua così: “Come tutti, non abbiamo un’idea precisa di cosa succederà, ma credo in Ross Brawn e nelle sue capacità. Penso che la Formula 1 dovrebbe diventare più ‘reale’, con meno regole e meno influenza da parte dei commissari sulla gara. I motori di Formula 1 dovrebbero essere meno green, con un ritorno ad una competizione più pura e dura. Ma non so ancora se Liberty, la FIA e le squadre condividano questa mia visione. Nei prossimi giorni ne discuteremo“.
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