Un fulmine a ciel sereno ma solo fino ad un certo punto, Andy Murray ha annunciato a Melbourne il suo ritiro dalle competizioni.
In una conferenza stampa struggente e complessa, per lui, da portare a termine, l’ex numero uno del mondo ha dichiarato che questo 2019 sarà il suo ultimo anno di attività e, addirittura, che questo imminente Australian Open può già essere l’ultimo torneo della sua carriera.
Il problema all’anca, per cui è già finito sotto i ferri, non sembra ancora dargli tregua impedendogli di svolgere senza dolore anche alcune piccolezze della vita quotidiana.
Sul campo da tennis i dolori sono inevitabilmente ingigantiti e, dopo mesi di agonia, sprofondato oltre la 200esima posizione mondiale, con il rischio di una nuova operazione chirurgica, Murray sente che il suo fisico non lo può più sostenere.
Una notizia che lascia solo in parte senza parole perché, dopo quel meraviglioso 2016 che l’aveva incoronato, finalmente, nell’era di tre mostri quali Federer, Nadal e Djokovic, numero uno del mondo, questo suo calvario lo aveva tenuto fuori dai giochi per troppo tempo.
Ma l’ipotesi del ritiro restava comunque lontana perché lo scozzese ha fatto della caparbietà, della capacità di rialzarsi anche nei momenti più difficili, il suo marchio di fabbrica da autentico guerriero.
Eppure, a soli 31 anni, la carriera di uno dei più grandi campioni della storia del tennis, uno dei meravigliosi “fab 4”, giunge al capolinea in modo drammatico e doloroso tra lacrime di commozione, messaggi di conforto da ogni singolo collega e grande ammirazione per un eccellente campione.
"I spoke to my team and I told them I can't keep doing this. I needed to have an end point…"
-Andy Murray#AusOpen pic.twitter.com/wLEplbKXOV
— #AusOpen (@AustralianOpen) January 11, 2019
Murray lascia, in una delle ere più brillanti della storia del tennis, con tre titoli slam tra cui gli storici successi di Wimbledon, 14 Master 1000, 2 medaglie d’oro alle Olimpiadi, quelle di casa, a Londra, e a quelle successive a Rio de Janeiro, un’affermazione alle ATP Finals con conseguente prima posizione mondiale di fine anno e una Coppa Davis vinta da autentico protagonista.
La speranza, l’ultima a morire, è che Andy possa riuscire a proseguire, come da lui stesso auspicato, almeno fino a luglio per poter disputare, per un’ultima gloriosa volta, il suo torneo dei sogni, Wimbledon, ma la paura che l’addio possa essere ancora più vicino, purtroppo, c’è.
Seguici su Telegram
Rimani aggiornato sulle ultime novità, i Pronostici Scommesse e i migliori Bonus Bookmaker.