Volley, risultati Champions League femminile: l’Imoco Conegliano sale sul tetto d’Europa

Il terzo tentativo è quello giusto: l’Imoco Volley Conegliano batte il Vakifbank in una finale di Champions League serratissima e corona una stagione semplicemente perfetta.

Abbiamo penato sino all’ultimo, ma in fin dei conti sarebbe stato ingiusto assistere ad un finale diverso. L’Imoco Volley Conegliano è campione d’Europa. La squadra veneta, dominatrice della scena pallavolistica mondiale in questa stagione, ha battuto 3-2 il VakifBank di Istanbul, nella finale casalinga che solo il Covid ha impedito venisse giocata davanti al pubblico amico.

Nel corso di questi mesi abbiamo sempre esaltato il grande carattere, la forza mentale delle “Pantere”, che è emersa anche stasera quando il sestetto veneto ha risalito la corrente nonostante si sia trovato sotto due volte e abbia cominciato l’ultimo set con un passivo di quattro.

Non ci era apparsa la stessa squadra, ad inizio match. Le turche, in campo col sestetto migliore, impongono subito un ritmo diverso alla gara: la maggiore solidità difensiva fa il paio con una migliore attenzione nei dettagli, tanto che la squadra di Guidetti si trova avanti sul 9-5 dopo un errore di Egonu.

Proprio Paola è lo specchio in cui si riflettono le difficoltà della squadra: incapace di trovare una continuità di gioco, l’opposta azzurra alterna colpi alla sua maniera (come il classico attacco in posto 3), ad errori che costano punti e fanno staccare le avversarie.

Se nella metà campo turca funziona tutto a meraviglia, con una Gabi che sfrutta magistralmente le mani del muro avversario e la Haak che è il solito concentrato di classe e potenza, dall’altra Wolosz fa fatica ad esprimere il solito gioco veloce e non trova grande assistenza soprattutto nelle attaccanti di posto 4.

Santarelli fa ruotare Sylla con Adams per dare più sostanza alla seconda linea e Conegliano, sin lì costretta sempre a rincorrere, approfitta del vento favorevole per mandare un po’ di nebbia nel campo avversario. Ognjenovic subisce un momento d’appannamento e sbaglia due o tre giocate che permettono alle campionesse d’Italia di portarsi sul 18-19 con un primo tempo messo a terra da Folie.

Potrebbe essere il momento della svolta, ma la stessa Folie tradisce con il servizio, altro fondamentale in cui le gialloblù hanno faticato parecchio a trovare la quadra: palla fuori e primo set al Vakif (22-25).

Conegliano non si è mai dovuta confrontare con simili difficoltà e fatica a ritrovarsi. Anche perché il Vakif è squadra di pari livello e si dimostra capace di accelerate che spezzano in due i parziali. Rasic mette giù il primo tempo del 9-13 che potrebbe indirizzare il match, ma è proprio nell’agonia che le “Pantere” ritrovano la forza per tornare a graffiare.

Egonu picchia forte e ricuce quasi totalmente lo strappo, che poi ci pensa Haak a colmare con uno dei pochi errori della sua gara. La stessa Egonu porta per la prima volta avanti le sue compagne (16-15), e da quel momento Conegliano trova la chiave di volta del set: Adams segna due punti consecutivi per il 19-17, le turche pasticciano dall’altra parte e Conegliano scava un solco sul +4 (21-17).

Nel finale di set, manco a dirlo, è ancora Egonu a distinguersi: con un pizzico di fortuna, la sua battuta sul nastro frutta l’ace del 25-22. 1-1 e tutto ancora in discussione.

Le sofferenze non sono finite, anche perché la squadra di Santarelli piomba nuovamente in debito d’ossigeno quando Egonu spedisce out il pallone del 6-11. Il Vakif mantiene 3-4 lunghezze di margine, finché ancora Egonu, memore della sua missione, pareggia il conto sul 15-15 con un mani out.

L’errore di Gabi, sin lì ineccepibile, fa pensare che l’inerzia stia cambiando. Ma è solo un’impressione fugace, perché nel finale di set Conegliano ricade nei suoi peccati di imprecisione, e Adams spedisce out il pallone del 19-21. Anche Egonu, alla quale spettano sempre i palloni “roventi” subisce lo scotto del momento e sbaglia il contrattaccp decisivo, in “pipe”, per il 23-25.

Il quarto set è ancora una battaglia di nervi ed emozioni tra queste due grandi squadre, ma Conegliano trova maggior ritmo e riesce a guadagnarsi un break di tre punti con la diagonale potente della solita Egonu (12-9). Il Vakif risale, mai domo, e si ritrova sul 17-15 con un mani out di Bartsch.

Il muro di Haak su Adams (17-18 Conegliano) dà corpo e forma alla paura di non farcela. Paura che neanche le sferzate di Egonu riescono a spazzare via, perché l’opposta svedese dimostra di non essere da meno e firma il 21 pari con un mani out.

Bartsch appoggia il pallone del 22-23 nel campo avversario, e sulla panchina gialloblù cala il gelo. Ci vuole ancora il braccio caldo della Egonu, impegnata nell’ultimo turno di battuta, per consegnare ad Hill la slash del 24-23. Haak decide per un finale thrilling al culmine di una gara così intensa, e manda fuori il pallone che spedisce le due squadre al tie-break.

È nel quinto set che Paola Egonu dimostra ancora perché sia considerata la migliore al mondo, in barba alle critiche di chi, come il sottoscritto, era pronto a “bacchettarla” per una gara non giocata al massimo delle proprie possibilità. Invece Paola c’è sempre, quando conta.

L’Imoco si trova sotto 4-0 e nella mente si staglia il ricordo di quella semifinale mondiale vinta faticosamente in rimonta. Stavolta Egonu decide di anticipare i tempi, prende la squadra per mano dopo il break chiamato da Santarelli e la porta, colpo su colpo, fino al 14-10. La storia si è capovolta. Ora sono le turche a dover annullare quattro palle match.

Ma se il finale si ripetesse uguale-identico? Scommetto che a Santarelli un brivido sulla schiena sarà corso quando, sul 14-12, si è visto chiamare fuori un attacco della sua fuoriclasse italo-nigeriana. Ci è voluto un video-check per rimettere le cose al loro posto e far esplodere la gioia sulla panchina veneta.

Il 15-12 finale vuol dire primo titolo europeo di una storia iniziata solo nove anni fa. Un’ascesa incredibile quella delle “Pantere”, che al terzo tentativo centrano l’alloro più prezioso. Ora che l’impresa è compiuta, ci si sente addosso un senso di completezza. Questa squadra è leggenda!

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