E’ stata una partita brutta e sofferta quella di Roma, con i laziali grintosi e fallosi e i rossoneri sulle barricate e incapaci di pungere come avrebbero dovuto e voluto. Piatek non si è mai visto, non gli sono mai arrivati palloni da mettere in rete se non nel finale (zuccata alta).
La Lazio, a dire il vero, ha dominato dal punto di vista territoriale, ma Donnarumma ha fatto da spettatore non pagante per 90 minuti al pari dell’omologo Strakosha. Ciò non toglie che i biancocelesti, più riposati non avendo giocato nell’ultimo weekend, fossero più in palla.
Disastrosi Laxalt, impreciso e mai propositivo in avanti, Calhanoglu, che sta diventando padre e dunque, essendo altrove con la testa, non andava messo in campo per sostituire l’infortunato Kessié (solo una botta per lui), e soprattutto Suso. Lo spagnolo andrebbe impacchettato e ceduto quanto prima per far posto ad un vero esterno destro, che sappia crossare di destro e non perda mezzo secolo per rientrare e crossare o tirare con il sinistro; ma di questo ne parleremo in futuro. Poiché la partita non ha offerto nulla di interessante, focalizziamoci su quanto detto da Ringhio a fine partita.
L’analisi del match del mister è obiettiva e chiara: “A livello qualitativo abbiamo fatto un passo indietro, però difensivamente abbiamo fatto molto bene. La Lazio è una squadra molto fisica che ha giocato sui nostri errori e ci ha aspettato, noi abbiamo sbagliato tanto. Non è facile giocarci contro, portano sempre tanti uomini in area di rigore; di contro, negli ultimi trenta metri potevamo sviluppare in maniera diversa. Piatek non è stato mai servito, giocavamo sempre palla lunga e con le verticalizzazioni. C’era Correa che marcava Bakayoko: invece che passare sempre da lui, dovevamo giocare sulle mezzali e non l’abbiamo fatto“.
Il risultato, comunque, non è affatto da buttar via, anzi, e da qui bisogna ripartire: “Non sono d’accordo quando si dice che la Lazio non è in salute, perché è una squadra che lo è sempre. Sembra che non ti faccia male, ma con loro bisogna stare attenti. Ecco perché mi tengo stretto questo pareggio, anche se riconosco che potevamo fare molto meglio. Ad esempio, abbiamo sbagliato tantissimo in fase di palleggio e rischiato in quattro-cinque ripartenze“.
Il turnover fatto ha probabilmente contribuito alla partita scialba giocata, ma non c’è da preoccuparsi anche perché là dietro funziona tutto bene: “E’ anche vero che abbiamo cambiato qualcosa a livello di formazione: Laxalt ha caratteristiche diverse da Rodriguez, non sviluppa il gioco come lui ma gioca più sul binario e lo stesso vale per Borini. La crescita della squadra è comunque costante e non è solo merito dei nuovi arrivati. Ultimamente abbiamo sempre fatto bene entrambe le fasi, stasera abbiamo fatto fatica in attacco. Mi piace di più quando funziona tutto, ma mi tengo comunque l’ottima prestazione difensiva“.
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