Juventus e il record dei sei scudetti consecutivi: tutti i numeri

La Juventus è campione d’Italia 2016/2017. Quest’affermazione risulta già noiosa e normale a meno di 24 ore dalla vittoria del sesto Scudetto consecutivo in altrettante stagioni, ma la realtà dei fatti è ben diversa. Lo dicono i numeri, lo dice la storia e lo sottolineano in maniera perfetta i dati di questa squadra che, prima in Italia e poi in Europa, è stata capace di ripartire dopo lo scandalo Calciopoli, con molta fatica e tanti, tantissimi errori che ora vengono dimenticati ma che rimarranno una palestra, un allenamento per i successi degli ultimi sei anni.

Juventus: le statistiche dei 6 Scudetti

I numeri di questa Juve da record parlano chiaro: i bianconeri non sono entrati nella storia per caso, ma perchè alla base c’è un progetto che ha visto nella dirigenza un punto di forza assoluto, in grado di ricalibrare gli obiettivi in base alla qualità della rosa a disposizione ed al dettame tattico dell’allenatore. Una sola cosa è rimasta invariata: la voglia di vincere e di frantumare ogni record, ogni ostacolo.

Le statistiche della Juventus negli ultimi 6 anni (Fonte: Repubblica.it)

Lo sa bene Antonio Conte, colui che ha dato il via a questa striscia vincente e che nella stagion2 2013/2014 è riuscito a battere il record di punti in campionato, ben 102, garantendosi così il terzo Scudetto. Questa scelta, tuttavia, ha penalizzato parecchio la squadra in Champions League, ma allo stesso tempo consacrato quella Vecchia Signora come l’avversario da battere.

Nel 2015/2016, invece, c’è stato un altro record importante: 24 vittorie in 25 partite, riscattando i risultati di inizio stagione a dir poco disastrosi. Tutti questi successi, e molti altri, hanno permesso alla Juventus di rimanere in testa alla classifica per un numero di giornate davvero consistente: si parte dai 25 del primo anno (2011/2012) fino al top, ossia le 38 del 2012/2013. Quest’anno non è stato da meno con le 36 totali.

Giornate in testa alla classifica (Fonte: Repubblica.it)

I pilastri-Juve

Buffon, Bonucci e Lichtsteiner: i pilastri bianconeri (Fonte: Repubblica.it)

Sono ben 3 i pilastri, le colonne portanti in termini di presenza in campo di questo progetto partito da lontano, tutti in difesa, fattore tutto fuorché casuale: il primo è, come prevedibile, è il capitano Gianluigi Buffon, forse il più grande assente del quinquennio precedente causa infortuni vari e prestazioni non all’altezza dei suoi standard.

Tornato in campo, però, il capitano della Nazionale non è sostanzialmente mai mancato, come dimostrano i numeri: 197 presenze in 6 anni, in campo praticamente sempre a discapito di Storari prima e Neto poi, i quali il campo lo hanno visto veramente con il contagocce.

Il secondo è Leonardo Bonucci, anch’egli rinato sotto l’egida di Antonio Conte e con Allegri divenuto un vero e proprio top player in grado di guidare con personalità la retroguardia bianconera. Per lui le presenze sono 192 ed il minutaggi altissimo: il futuro di questa squadra, almeno per l’immediato futuro, è ancora suo.

Il terzo nome rappresenta una vera e propria sorpresa: parliamo di Stephan Lichtsteiner, che in estate era di fatto considerato un separato in casa ed in procinto di trasferirsi altrove, lontano da Torino, ma che al contrario si è dimostrato con il passare del tempo come un professionista esemplare -e non c’erano dubbi- in grado allo stesso tempo di non far sentire l’assenza di Dani Alves, prima poco integrato nel progetto e poi infortunato.

Il terzino svizzero, di fatto una riserva dell’ex Barcellona, è stato comunque protagonista di almeno 5 Scudetti su 6 ed anche in quest’ultimo, nonostante un evidente calo psico-fisico rispetto agli anni passati, ha dato comunque il suo grande contributo. Il futuro, almeno per lui, dovrebbe essere altrove, complice anche il contratto in scadenza.

Il futuro della Juventus: flessione o continue vittorie?

E’ la domanda che si pongono tutti i tifosi ed una risposta non è affatto semplice. Molto dipenderà da come finirà questa stagione: in caso di Triplete, dopo la conquista di campionato e Coppa Italia, sicuramente il ricambio generazione dovrà avvenire in maniera più celere, rapida e netta di quanto concretamente non avverrà, per evitare di incorrere nella mancanza di motivazione come accadde all’Inter nel 2010, la quale non fu sostanzialmente toccata.

Gli scenari, a mio avviso, potranno essere due: in caso di Triplete, a mio avviso possibilità remota, sicuramente bisognerà comprendere quali saranno gli stimoli di una rosa che ha vinto tutto. In tal senso, cedere almeno un paio di pezzi pregiati che alla causa hanno dato tutto, Bonucci e Khedira in primis, potrebbe fornire -parecchio- denaro fresco alle casse bianconere ed allo stesso tempo permettere un ringiovanimento di un reparto abbastanza avanti con l’età. L’innesto di Caldara e la promozione a titolare di Rugani, inoltre, potrebbero essere delle soluzioni importanti per il futuro, ma che tuttavia porterebbero con sé un presente più incerto: affidarsi a giovani talentuosi, per quanto supportati da società, allenatore e compagni, non implica automaticamente la prosecuzione di questo trend vincente. Al contrario, apre la possibilità alla condizione che spaventa tutte le squadre: la discontinuità. Ne sa qualcosa il Milan di quest’anno, partito alla grande sulle ali dell’entusiamo e poi calato a picco, nonostante il raggiungimento dell’Europa League. In un certo senso la stagione può anche non essere considerata fallimentare.

Il secondo scenario, invece, è quello più probabile, ossia con la Juventus che perde la finale di Champions League contro il Real Madrid e, di conseguenza, si “accontenta” -si fa per dire- del Doblete. In questo caso la flessione, in termini di risultati, dovrebbe essere minore proprio per questo senso di incompiutezza che caratterizza l’essere umano: insomma, le motivazioni, soprattutto dei senatori, dovrebbero essere ancora abbastanza elevate. Qualche partenza eccellente, tuttavia, dovrebbe avvenire comunque, ma il ricambio generazionale in questo caso sarà più equilibrato e meno netto, con i giovani (i già citati Caldara e Rugani, ma ci aggiungo Spinazzola e forse anche Lirola) che avrebbero più tempo per inserirsi nei meccanismi ben oliati di una squadra che funziona in attesa del passaggio del testimone.

La flessione in casa Juventus, quindi, potrebbe anche esserci ma molto dipenderà dal 6 giugno, da quella finale di Champions League, un trofeo tanto atteso ma che manca da parecchio tempo. Al momento, però, meglio godersi i sei Scudetti consecutivi ed i loro numeri. Perchè vincere -e ricordare le vittorie- non è importante…a voi la conclusione.

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