Gravina: “Protocolli? Modificare quarantena e ritiri. Ipotesi Play-off Serie A”. Spadafora: “Disponibili, ma calcio rispetti norme”

Il presidente della FIGC Gravina spiega i motivi del dietrofront della Lega Serie A sui protocolli del CTS, chiedendo al Governo di modificare i punti relativi alla quarantena dell’intera squadra in caso di nuova positività, alle modalità di ritiro e alla responsabilità legale dei medici sociali. E’ arrivata subito la risposta di Spadafora, che ha dato disponibilità nel modificare le norme

Dopo le diverse polemiche e i dietrofront, la ripresa della Serie A rimane sempre più in bilico, dopo lo stop per l’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione e al pericolo di contagio del Coronavirus, al secolo Covid-19

Ci ha pensato il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, ad alimentare le polemiche, affermando che i protocolli del Comitato Tecnico Scientifico non sono attuabili per la Lega Serie A e vanno modificati affinché si possa procedere con la ripresa degli allenamenti in gruppo e il ritorno in campo.

I punti presi in esame sono legati all’impossibilità di procedere con la quarantena dell’intera squadra in caso di nuova positività, così come le stesse modalità di isolamento e maxi ritiri si scontrano con problemi logistici, fino ad arrivare alla responsabilità legale affidata esclusivamente ai medici sportivi.

Ecco le parole di Gravina: 

Quello che ci preoccupa rimane il tema del positivo che manda tutta la squadra in quarantena. Tema che affrontiamo con determinazione e anche con attenzione, per evitare un rapporto stressato che porti tensioni e il blocco del campionato. 

C’è una difficoltà oggettiva: l’impossibilità di reperire strutture recettive disponibili per i ritiri.

In tal senso, Gravina ha riproposto l’ipotesi relativa alla creazione di Play-off e Play-out per completare la stagione calcistica 2019-2020, qualora ovviamente i protocolli non venissero modificati e, soprattutto, ci fossero ulteriori problemi relativi alla ripresa della Serie A, in programma per il 13 giugno, anche a causa di un calendario oberato di impegni. 

Queste le sue parole in merito: 

L’ipotesi playoff non è accantonata, dobbiamo essere pronti a qualunque evento. Ad oggi esiste la possibilità, attraverso la programmazione deliberata dalla Lega Serie A, fissando la data di partenza nel 13 giugno, di un calendario molto denso di appuntamenti ed impegni. Dobbiamo però essere pronti e metteremo sul piatto della bilancia anche il ricorso ad una modalità diversa per la chiusura del campionato.

Subitanea la risposta del Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, che si è mostrato basito per questo clamoroso, inaspettato e improvviso dietrofront della Lega Serie A, visto che era stata la FIGC a presentare l’attuale protocollo approvato dal Governo.

Inoltre, Spadafora ha accusato la Lazio, seppur solo implicitamente, per non aver rispettato le norme stabilite. 

Perciò, seppur il Governo sia pronto e disponibile per la modifica dei protocolli, è comunque necessario che il calcio rispetti le norme legislative. 

Queste le sue parole: 

Ci sono due cose importanti per il fischio d’inizio avvenga il 13 giugno: lunedì dovevano riprendere gli allenamenti sulle basi di un protocollo FIGC proposto dalla Lega Serie A un mese fa, dal presidente Dal Pino, oggi capiamo che la Lega ha difficoltà ad attuale il protocollo che ci ha proposto. Non lo abbiamo chiesto noi però, lo avevano proposto loro. Non hanno strutture o centri adatti e se ne rendono conto oggi, specie sull’autoisolamento.

Lunedì ripartono tutti gli altri sport di squadra e possono continuare ad allenarsi distanziati, la FIGC può farlo con le regole degli altri sport. Ieri un quotidiano italiano ha fatto vedere le immagini di un presidente un po’ furbetto che ha fatto allenare la squadra insieme senza rispettare le regole, in barba alle regole. Se così non possono partire gli allenamenti riparliamone, è giusto che ripartano, ma non vedo perché il 13 giugno non possa ricominciare il calcio. 

Nessuno ostruzionismo o voglia di creare difficoltà, ma le regole che sono in vigore devono essere rispettare. 

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