Vero, il primo terzo di campionato si concluderà solo dopo la prossima gara di Montreal. Ciò non toglie che, dopo sei gare disputate, qualche considerazione (o bilancio) possa essere fatto su questo avvio di stagione 2017 in Formula 1. Ciò che subito balza agli occhi è la competitività della Ferrari, passata nell’arco di un inverno dall’essere sul banco degli imputati a protagonista del Mondiale.
Sebastian Vettel si è prodotto nel miglior inizio di un pilota di Maranello dallo Schumacher del 2002, mettendo insieme la bellezza di tre vittorie e tre secondi posti, che gli valgono la vetta del Mondiale con 25 punti di margine su un Lewis Hamilton che, parole di facciata a parte, pensava di avere vita ben più facile. La SF70-H si è finora dimostrata una macchina senza apparenti punti deboli (affidabilità a parte), capace di usare i nuovi ‘gommoni’ della Pirelli al meglio e fortissima sia sotto il profilo telaistico che aerodinamico.
Una situazione che, visto anche l’andamento del weekend di Monaco, sta allarmando molto in casa Mercedes, impreparati ad affrontare una Ferrari decisamente ritrovata e chiamati a rialzare la testa, di fronte ad un’estate che si preannuncia rovente e combattuta. Niki Lauda non usa mezzi termini: “Una cosa è certa, Vettel dovrà ritirarsi almeno in una gara, altrimenti è finita. La Ferrari sta conservando lo slancio e se continuerà così il divario diventerà enorme“.
“La Ferrari rappresenta sempre una grossa fetta del mio cuore” – prosegue Lauda – “Loro sono stati perfetti a differenza nostra. Mancano ancora molte gare; quel che è certo è che il campionato sta andando nella direzione di Sebastian. Il nostro obiettivo è di riuscire finalmente a far funzionare gli pneumatici nella giusta finestra“.
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