Una ragazza che ama il motorsport viene da sempre – ma speriamo non per sempre- guardata con sospetto, come se si trattasse di una creatura quasi mitologica. Troppo spesso si è sentito parlare di sport da “maschi” o “da femmine” ma per fortuna il mondo va avanti contro i pregiudizi, anche quello della Formula 1. Ricorderete che verso il periodo natalizio la Drivers’ Academy della Ferrari aveva aperto le proprie porte anche al gentil sesso. Finora, però, nonostante l’accorata richiesta di Sophie Floersch e le successive polemiche, quella ragazza manca ancora nel team del Cavallino Rampante. E la Ferrari ha chiesto aiuto alla FIA.

Ferrari cerca una ragazza veloce
Nonostante le candidate non siano mancate, Ferrari non apre certo le proprie porte a chiunque. te lo devi meritare. La Ferrari ha pensato di unire le forze con la FIA per trovare quella ragazza che magari possa tornare in Formula 1, come prima donna dal 1976, quando è comparsa Lella Lombardi a dimostrare che non è necessario essere uomini per saper guidare velocemente.
Il programma si chiamerà “Girls on Track – Rising Stars”. La FDA (acronimo per Ferrari’s Drivers Academy) ha intenzione di scegliere due candidate fra i 12 ed i 16 anni di età, studentesse a tempo pieno e dare loro un contratto della durata di quattro anni.
“Siamo veramente felici di partecipare al programma ‘Girls on Track – Rising Star’ – ha annunciato il team principal del Cavallino Rampante Mattia Binotto- Poichè crediamo fermamente nell’aiutare i giovani allo sviluppo nel motorsport. La FDA , infatti, opera da più di un decennio non soltanto per selezionare i migliori giovani ma li aiuta anche a sviluppare un’ educazione tecnica, etica e culturale. Con questo in mente, abbiamo deciso di implementare l’aiuto della crescita del numero di giovani donne nel motosport. Nonostante non ci siano delle vere proprie barriere, siamo consapevoli delle maggiori difficoltà riscontate dalle donne che vogliono entrare in questo campo ecco perchè abbiamo risposto con entusiasmo all’iniziativa della FIA per accoglierle ed aiutarle a farsi un nome in questo fantastico sport.”
Questa è davvero una iniziativa importante che dimostra che in un casco, come nella vita, non c’è nessuna differenza. E chissà che non ci sia in futuro un campione del mondo Ferrari donna.
Redazione
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