Emergenza Coronavirus: medici club Serie A contro protocolli FIGC

Ben 17 medici dei club della Serie A avrebbero inviato una lettera alla FIGC per mostrare i loro dubbi nei confronti dei protocolli istituiti dalla Commissione Scientifica riguardo la ripresa degli allenamenti e del ritorno in campo dopo l’emergenza Coronavirus 

E’ scontro totale. Sì, perché nonostante l’unanimità, nonostante le belle parole, nonostante tutte le iniziative prese, c’è sempre qualcuno che rema contro o, forse, si dovrebbe dire, qualcuno che ragiona e mette in discussione tutto.

Questa volta sono i medici a farsi sentire, perché i protocolli istituiti dalla Commissione Scientifica della FIGC per la ripresa in sicurezza degli allenamenti e del campionato hanno scatenato grossi dubbi. 

Il problema è semplice: non solo sembra impossibile seguire tali protocolli, ma in caso di nuova positività al Coronavirus, al secolo Covid-19, quindi con pericolo di diffusione e contagio, quali saranno le conseguenze? 

Ma andiamo con ordine. Nelle scorse ore, i medici sportivi di ben 17 club della Serie A, più precisamente Atalanta, Bologna, Cagliari, Brescia, Fiorentina, Inter, Lecce, Milan, Napoli, Parma, Roma, Sampdoria, Sassuolo, Spal, Torino, Udinese e Verona, mentre si sono astenuti Juventus, Lazio e Genoa, avrebbero inviato una lettera alla Federcalcio esponendo i propri dubbi riguardo questioni pratiche, organizzative e logistiche. 

Infatti, secondo i medici sarebbe difficile, per non dire impossibile, rispettare il distanziamento sociale, oltre a sanificare i locali del ritiro, tenendo conto sempre della reperibilità dei tamponi e, come da ultima idea, la donazione degli stessi ai cittadini. 

Inoltre, i medici si chiedono cosa accadrebbe in caso di nuovi calciatori positivi durante gli allenamenti o le partite, soprattutto in ambito legale, visto che la responsabilità cadrebbe sulle squadre, essendo conseguenza dei ritiri chiusi, e, soprattutto, se il campionato dovesse di nuovo fermarsi o continuare lo stesso. 

D’altronde, il Governo aveva già nicchiato di fronte ai protocolli inviati poi dal CONI, che aveva certificato il suo benestare dopo la FIGC e la Lega Serie A, in quanto da migliorare e approfondire, sempre con l’obiettivo di garantire la tutela della salute e lo screening medico e sanitario continuo nel corso dei mesi che serviranno a completare la stagione calcistica 2019-2020. 

Il problema è che sembra impossibile garantire il rischio zero. Questo non vuol dire che i medici siano contro la ripresa del campionato, ma solo che bisogna migliorare, se è possibile, tali protocolli e tenere conto dell’emergenza della pandemia attuale. 

Benito Letizia

Informazioni sull'autore
Direttore di Stadiosport. Giornalista Pubblicista, Laureato in Lettere Moderne e Filologia Moderna presso l’Università Federico II di Napoli. "Il calcio è vita".
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