Non c’è accordo tra club e calciatori sia per fissare una data precisa per la ripresa degli allenamenti, sia per la possibilità di ridurre gli ingaggi così da affrontare l’emergenza legata al Coronavirus e permettere un risparmio sulle spese di bilancio
Le voci che arrivano dal Governo vanno verso la proroga delle restrizioni attuali ancora per un altro mese, perché l’emergenza legata alla diffusione e al contagio del Coronavirus, al secolo Covid-19, non riesce a frenarsi.
Sicuramente, almeno così sembra dalle parole del presidente Gravina, anche lo stop della Serie A, e quindi anche della Serie B, verrà prolungato almeno per tutto il mese di aprile, con l’ipotesi di ripresa del campionato possibile solo dal 2-3 maggio, ma da valutare ancora il format e porte chiuse o con tifosi.
Nel frattempo, però, la sospensione del campionato porterà a perdite enormi per il calcio italiano, si pensa a circa 600-700 milioni, una cifra che molto dipenderà anche da quando, se e come riprenderà nei prossimi mesi.
Per sopperire a queste perdite di bilancio, i club italiani hanno chiesto alla Lega Serie A di apportare un decreto, o simil tale, affinché si possa procedere per la riduzione degli stipendi.
Da questo punto di vista, in realtà, ci sarebbe già un’intesa di massima tra i presidenti dei club italiani, che avrebbero già presentato una bozza in Lega, attraverso cui si chiederà ai tesserati una decurtazione del loro ingaggio compreso tra il 15% e il 30%.
Ovviamente, la differenza dipende dallo stipendio, visto che la percentuale massima potrà essere chiesta solo ed esclusivamente ai calciatori che guadagnano più di 750 mila euro netti a stagione, cioè 1,5 milioni di euro lordi.
Con questa iniziativa, la Serie A potrebbe risparmiare circa 260 milioni di euro, non proprio spiccioli in un momento di crisi come questa.
Per il momento, almeno, siamo solo nel campo delle prime ipotesi, ma già pare che non ci sia accordo con i calciatori, nonostante le parole di Damiano Tommasi, presidente dell’AIC, attraverso cui evidenziava la responsabilità che i calciatori dovevano prendersi in questo momento di crisi, sembravano poter essere un’apertura per i club.
Bisognerà però dire che l’AIC non potrà intervenire in maniera collettiva, perché saranno i singoli tesserati a dover accettare o meno eventuali rinunce.
Eppure, il contrasto attualmente è più che altro dovuto alle tempistiche, perché le società premono affinché si intervenga immediatamente in tal senso, mentre Tommasi frena facendo notare che non sarebbe ancora il momento per parlarne.
A questo poi si aggiunge un ulteriore problema: i giocatori in scadenza o i cui prestiti si concluderanno il 30 giugno. Infatti, qualora il campionato dovesse riprendere dopo il 2-3 maggio, ad esempio il 10 o al più tardi il 17 maggio, difficilmente la Serie A si potrà concludere entro quella data, ma si prolungherebbe almeno fino al 5 o addirittura al 12 luglio.
In tal senso, pare che la Lega Serie A sia già pronta a chiedere alla UEFA affinché possa consentire una deroga di 7-15 giorni, o anche più, dipenderà ovviamente dalla data dell’ultimo turno, dei circa 120 calciatori che altrimenti andrebbero via con campionato ancora in corso.
Come se non bastasse, l’acredine tra club e calciatori è dovuta anche all’assenza di accordo sul definire una data precisa per la ripresa degli allenamenti di squadra.
Inutile dire che tante squadre di Serie A spingono per riprendere gli allenamenti la prossima settimana, ma non tutti sono d’accordo e in Lega già ci sono state discussioni.
L’esempio più limpido è quello della Lazio, che riprenderà gli allenamenti lunedì 23 marzo, che ha suscitato ovviamente polemiche da parte dell’AIC e della Federazione Medici Sportivi.
Dopo i comunicati e le parole delle due associazioni, anche Beppe Marotta si è schierato contro il presidente Claudio Lotito, che ha evidenziato come la sua decisione rispetta totalmente il decreto legislativo, nonostante le indicazioni dei medici e l’uniformità di comportamento di tutti i club.
Da una parte, Lotito rappresenta la fazione dei club che vogliono subito ricominciare gli allenamenti, tra i quali ci sono anche Lecce, Cagliari e Bologna, mentre Marotta è il portavoce di coloro i quali vogliono rinviare gli stessi, tra i quali Roma e Juventus.
Ovvio che la posizione della Lazio è volta al possibile ritorno in campo per la lotta al titolo, visto che, riprendendo gli allenamenti durante la quarantena di Juventus e Inter, i biancocelesti risulterebbero in vantaggio nella condizioni fisica per il rush finale.
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