No, non è un triste scherzo, non è una presa in giro, ma non è, tuttavia, nemmeno un percorso facilmente percorribile e raggiungibile quello dei “Mondiali della nazionali escluse”.

Un’idea nata nelle ultime ore, in seguito al fallimento mondiale di diverse squadre che ha visto per ultima protagonista l’Italia, ma che nelle scorse settimane aveva già coinvolto diverse nazioni che, più o meno a sorpresa, avevano dovuto dire addio a Russia 2018.

La proposta prende il via oltre oceano, dagli Stati Uniti, enorme potenza internazionale dal punto di vista politico ed economico, ma ahimè, vittima dello stesso destino dell’Italia, ovvero, dover guardare i prossimi Mondiali in Russia comodamente sul divano di casa.

Così, perché agli Stati Uniti non piace essere esclusi dai grandi eventi internazionali e perché ai Mondiali non rinunciavano ormai da 32 anni, dal lontano 1986, ecco che viene lanciata la proposta, non si sa fin quanto seria, di un torneo o di una serie di amichevoli, tra le non protagoniste dei veri Mondiali in Russia.

Un evento che coinvolgerebbe, oltre agli stessi Stati Uniti e all’Italia, nazionali come il Cile, assente per la prima volta dal 2006, il Ghana, presente senza interruzioni dal 2002 così come l’Olanda, tra l’altro autrice di ottimi piazzamenti nelle ultime due edizioni.

O ancora squadre come il Galles, la Repubblica Ceca, la Bosnia, la Grecia ed il Camerun che possono vantare ed offrire campioni del calibro di Bale, Hamsik, Dzeko, Pjanic e Manolas. 

L’idea di questo “contro-campionato del mondo” è stata abbracciata subito dalla città di Savona che si è proposta, tramite il suo assessore allo sport e alle manifestazioni comunali, Maurizio Scaramuzza, per ospitare l’evento nelle sue infrastrutture sportive. 

Una proposta, o meglio una provocazione, che nasce dalla forte delusione per l’esito dell’ultimo play off e dall’incredulità nel pensare ad un’estate di notti mondiali, senza la propria nazione protagonista a giocarsi le sue chance, e che per alcuni potrebbe sembrare una magra consolazione, per altri, invece, uno scherzo di cattivo gusto che sa tanto di presa in giro.