Chelsea-PSG lezione tattica di Maresca: come ha vinto il Mondiale per Club

Il Chelsea è il nuovo campione del Mondo nella rinnovata versione del Mondiale per Club FIFA.
Chi si aspettava un dominio del PSG è rimasto sorpreso dalla perfetta organizzazione tattica di Enzo Maresca che ha annullato il piano partita di Luis Enrique con intelligenza e precisione.

Per riuscirci, i Blues hanno saputo imitare e superare l’identità di gioco dei parigini, prendendo il controllo della finale sin dai primi minuti. In questo approfondimento, analizziamo come il tecnico italiano abbia messo in scena una vera lezione di tattica che ha portato il Chelsea al trionfo negli Stati Uniti.

Il PSG di Luis Enrique si fonda su un gioco posizionale ben strutturato fatto di movimenti continui e costruzione dal basso alternata a transizioni rapide. Ma nella finale del Mondiale per Club, Enzo Maresca ha saputo rompere gli equilibri sin dai primi minuti imponendo il ritmo e l’identità del suo Chelsea.

I Blues hanno applicato un pressing alto e aggressivo, mettendo in difficoltà i parigini nella fase di impostazione e costringendoli a un possesso palla sterile e privo di sbocchi. Il pressing del Chelsea è stato organizzato, intenso e soprattutto rischioso, ma i giocatori hanno dimostrato piena fiducia nel sistema, recuperando palloni in zone chiave.

Anche sui rinvii dal fondo del PSG, nonostante i tentativi di rotazione per confondere la pressione avversaria, la squadra di Maresca ha mantenuto una forma compatta e una disciplina impeccabile.

Pedro Neto si abbassava spesso sul lato sinistro per negare ad Achraf Hakimi lo spazio in proiezione offensiva, mentre Marc Cucurella ha seguito a uomo Desire Doue, limitandone drasticamente le giocate. Quando Ousmane Dembélé si accentrava, Levi Colwill lo marcava fino a centrocampo, rompendo la linea difensiva pur di impedirgli libertà d’azione.

Questo approccio “a uomo” su tutto il campo ha soffocato il gioco del PSG, costringendo i campioni d’Europa a perdere palloni e a non trovare mai continuità offensiva.

Con un PSG incapace di costruire gioco attraverso il centrocampo, il Chelsea ha preso il controllo del ritmo partita.

Quando i Blues venivano pressati in fase di possesso la strategia era chiara: verticalizzare rapidamente sulle fasce, sfruttando gli spazi laterali per creare pericoli.

Le combinazioni strette non funzionavano contro il pressing alto dei parigini, ma i lanci lunghi verso i corridoi esterni si sono rivelati decisivi. Le azioni più pericolose del Chelsea sono nate proprio dai movimenti in profondità dietro i quinti difensivi del PSG.

I primi due gol dei Blues sono arrivati proprio da queste situazioni. Nuno Mendes, apparso ben al di sotto dei suoi standard, ha perso due duelli cruciali sulla sinistra, consentendo a Malo Gusto e Cole Palmer di avanzare indisturbati. Proprio Palmer ha realizzato una doppietta sfruttando quelle occasioni.

Pur avendo meno possesso palla e completato meno passaggi nel primo tempo, il Chelsea è stato spietato sotto porta e letale nelle transizioni. Il 3-0 maturato nei primi 45 minuti ha chiuso virtualmente i giochi, lasciando al PSG solo l’amaro di una rimonta mai realmente avviata.

L’organizzazione tattica è stata una componente fondamentale, ma il Chelsea ha saputo anche sfruttare al massimo le occasioni create, con una freddezza sotto porta impressionante. Dall’altra parte, il Paris Saint-Germain ha trovato sulla sua strada un Robert Sanchez in giornata di grazia: il portiere dei Blues è stato impeccabile, respingendo ogni tentativo avversario.

Tutti questi fattori, uniti alla lucidità nella gestione della gara, hanno permesso a Enzo Maresca di mettere in ombra Luis Enrique nella finale della nuova Coppa del Mondo per Club, regalando al Chelsea un titolo del tutto inaspettato per come è arrivato.

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