Champions League, ottavi: Juventus ancora contro l’Atletico Madrid

A distanza di 5 anni la Juventus torna ad affrontare in Champions League l’Atletico Madrid. Ma se quella di Simeone, nella stagione 2014-15 era una squadra che sembrava superiore (almeno mentalmente) ai bianconeri, questa volta le parti si sono invertite. La Juventus sembra la vera favorita di tutta la competizione, insieme al Barça, anche se, in questi anni il palmarès europeo dei Colchoneros si è arricchito, e non poco.

Andiamo alla scoperta dei segreti del prossimo avversario dei bianconeri.

atletico madrid

Il Wanda Metropolitano. Stadio nuovo di zecca dell’Atletico Madrid, che ospiterà l’andata degli ottavi, ma anche la finale.

Come gioca l’Atletico Madrid

Diego Simeone ha profondamente cambiato la propria squadra negli elementi, negli ultimi anni. Del grande Atletico che arrivò per la prima volta in finale di Champions contro il Real, arrivato a 1 minuto dalla fine della gara di Lisbona come possibile Campione d’Europa è rimasto qualcuno. I principi di gioco però sono profondamente cambiati, se vogliamo, migliorati.

Il Cholo ha forse capito che il calcio reattivo, basato sulla compattezza, la corsa, la forza nelle transizione positive, non poteva bastare. Che bisognava, soprattutto in Spagna, aggiungere qualcosa a livello qualitativo. Negli anni così i tifosi dell’Atletico Madrid hanno scoperto Saul, hanno accolto Griezmann, hanno salutato e poi riabbracciato Diego Costa, in particolare nel mercato estivo i Colchoneros hanno acquistato il Campione del Mondo Lemar, il promettente mediano Rodri, il terzino colombiano Arias, l’ala destra Martins, e inspiegabilmente Kalinic (che adesso però sembra coinvolto in uno scambio che porterebbe lui al Monaco e Morata a Madrid).

Una squadra in perpetuo cambiamento, che nel frattempo ha imparato a vincere (1 supercoppa di Spagna, 1 europea e 1 Europa League nel giro di 5 stagioni), che però sembra in una fase di transizione.

Simeone ha impiantato nell’Atletico principi del gioco di posizione, capendo che contro le piccole squadre c’era bisogno di qualcosa di diverso, per portare la squadra dallo status di splendida outsider a quella di obbligata alla vittoria. In questo tentativo di cambiamento qualcosa è rimasto intatto: l’incredibile solidità difensiva dei Colchoneros.

Il 4-4-2 in fase di non possesso dell’Atleti probabilmente è il migliore del Mondo.

La compattezza difensiva, il modo in cui le tre strette linee difensive dell’Atletì, in cui i membri dello schieramento si muovono quasi come delle falangi romane, è rimasto pressoché identico. Simeone è bravo a far alzare il pressing in maniera organizzata, e ad alternarlo a momenti di difesa posizionale, gestendo la gara come se fosse una partita di scacchi. L’Atletico Madrid è per distacco la miglior difesa del campionato spagnolo finora, e questa statistica non è più una novità, visto che da anni i numeri difensivi della squadra di Diego Simeone fanno impressione.

La disciplina quasi militare con cui vengono impartite le nozioni difensive hanno reso l’Atletì una squadra meno spagnola del solito, motivo per il quale, però, il Cholo sta provando ad invertire rotta negli ultimi mesi. L’inserimento di Rodri davanti la difesa ha il chiaro intento di far uscire la palla da dietro dal basso (finora 92% dei passaggi riusciti in 17 gare per l’ex Villarreal, non è un caso che dietro di lui ci siano due centrali), così come i movimenti fra le linee di Koke sono diventati anch’essi fondamentali per la riuscita dell’azione.

Così il 4-4-2 dell’Atletico in fase di possesso diventa un modulo molto fluido, che a volte arriva anche a degli eccessi non da Atletì: come successo contro la Real Sociedad, con 4 uomini portati sulla linea offensiva per creare diversi uno vs. uno con gli elementi della difesa avversaria, e i soli terzini deputati a garantire ampiezza sulle fasce.

Insomma, i Colchoneros si stanno evolvendo, e sembra proprio che lo facciano in simbiosi alla stella della squadra, Antoine Griezmann. Nel suo anno migliore, è tornato sul podio del Pallone d’Oro, e ha deciso di resistere alle lusinghe del Barcellona per sposare la causa dei madrileni. Una scelta di cuore, ma che ha anche un senso: poche squadre al Mondo potrebbero permettere al francese di essere il meraviglioso regista offensivo che è adesso all’Atletico Madrid. Un nove, un dieci, ma anche un’ala: Griezmann fa questo, e anche di più, e con l’arrivo probabile di un giocatore che sa attaccare gli spazi in profondità come pochi, come Morata, sembra che il Piccolo Diavolo potrà solo giovarne.

griezmann Atletico Madrid

 

Punti forti

La squadra a disposizione di Simeone in questa stagione è probabilmente la migliore che l’allenatore argentino ha avuto nei suoi anni a Madrid. Con Lemar e Correa il Cholo ha scoperto come attaccare lateralmente, e volendo, potrebbe anche scegliere di schierare un 4-3-3 classico. Ha così tante frecce nella feretra a centrocampo che potrebbe scegliere di schierare un centrocampo tutto fisico, con Thomas e Rodri in mediana (come sta facendo nelle ultime uscite) e sulla sinistra Saul, quando il livello dello scontro si alza. In attacco ha uno dei talenti offensivi più importanti del Mondo, e forse l’assenza di Diego Costa non è così drammatica, anche se il centravanti spagnolo nelle sfide contro le italiane ha sempre dato il filo da torcere.

Insomma, in questo periodo di formazione in cui l’Atleti deve ancora ben capire cosa far da grande, le opzioni a disposizione di Simeone sono tante.

Punti deboli

I terzini non danno garanzie come nel magico anno del titolo: Juanfran e Felipe Luis hanno qualche anno in più, Arias e Lucas Hernandez sono dei buoni prospetti, ma a livello offensivo non attaccano la profondità e non danno un volume di gioco necessario ad una squadra che aspira ad attaccare in profondità, appunto, e in ampiezza.

Prospettive per il match

Juventus e Atletico Madrid sono due squadre molto simili. La difesa è il loro punto forte, ed è veramente difficile che subiscano più di un gol ogni due partite. I bianconeri, seppur delusi dal sorteggio (insieme al Liverpool i Colchoneros erano quelli da evitare), sono comunque favoriti, non fosse altro per la batteria offensiva che Allegri ha a disposizione e le tantissime alternative. La presenza di Ronaldo, inoltre, potrebbe essere decisiva: in 31 derby con la maglia del Real, il portoghese ha segnato 22 gol, la maggior parte dei quali decisivi.

Certo l’Atletico potrebbe forzare la strategia di Allegri, giocando il calcio che meglio sa giocare, marcando bene Pjanic, alzando il livello della pressione, e costringendo Szczesny o Bonucci a cercare la profondità con i lanci lunghi. In quel caso si instaurerebbero tanti duelli aerei, praticamente il pane quotidiano per la fisica difesa di Simeone.

Diego Costa scala in marcatura su Busquets, precedentemente Griezmann era deputato alla marcatura nella stessa zona. I terzini sono molto alti, vicini alla linea del centrocampo.

Per la Juventus sarà importante trovare la giusta zona per le ricezioni di Dybala, e capitalizzare il prima possibile le occasioni da gol create. Atletico-Juve potrebbe essere anche una doppia gara decisa da pochissimi gol, ma decisivi.

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