Si è terribilmente complicato l’affare Witsel. Sembrava che il Borussia Dortmund avesse chiuso la trattativa sborsando i 20 milioni stabiliti dalla clausola rescissoria presente nel contratto che legava il belga al Tianjin Quanjian, ma lo strano allungarsi dei tempi per le visite mediche e per la firma del contratto con il club tedesco, inizialmente addebitato ad altro, nascondeva un problema burocratico non da poco: come ha dichiarato il tecnico del club cinese Paulo Sousa, la clausola è valida solo quando la sessione estiva del calciomercato del gigantesco Paese asiatico è aperta. E adesso non lo è essendosi chiusa il 13 luglio, sia in entrata sia in uscita.
Viene però un dubbio: l’anno scorso Paulinho passò dal Guangzhou Evergrande al Barcellona alla vigilia di Ferragosto tramite pagamento della clausola rescissoria. Quello di Witsel è un caso analogo, quindi quanto detto da Paulo Sousa non corrisponde a verità. O forse è una verità non del tutto vera. Chi scrive ignora le regole del calciomercato cinese, ma può provare a supporre che le trattative con club esteri dopo la chiusura del mercato non siano in realtà vietate e che, dunque, sia successo qualcosa di non esattamente regolare: pare (lo dice il quotidiano tedesco Bild) che il Tianjin Quanjian preferisca vendere Witsel in Inghilterra anziché al Borussia Dortmund, probabilmente perché qualcuno (si dice il Manchester United) offre molti più soldi dei 20 milioni previsti dalla clausola.
Ciò violerebbe platealmente le regole e costerebbe carissimo al club. Quindi preferiamo, per ora, prenderla come boutade che come notizia affidabile (si parla anche di un’azione legale) e ci teniamo sul generico dicendo che se c’è un problema, si trova nel contratto che lega Witsel alla società di Tientsin. La parola, comunque, potrebbe passare alla Fifa, che ha sempre l’ultima parola in questi casi.
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