Il Ministro dello Sport aggiunge: “Ripresa degli allenamenti, non del campionato”
Quando si prende una decisione, si sa, c’è chi è contento e chi meno. E in un momento come quello che stiamo vivendo, gli scontenti (per diversi motivi) sono diversi. C’è chi abbraccia la corrente di pensiero più aggressiva (vale a dire la ripresa del campionato) e chi quello più prudente e piena di raziocinio (quindi lo stop).
INDIGNATI, SEMPRE E COMUNQUE – I primi vogliono solamente una cosa: riprendere. Riprendere a tutti i costi, e chi se ne cala se è in gioco la salute collettiva.
Alla conferenza di ieri del Premier Giuseppe Conte, nella quale veniva autorizzata la ripresa degli allenamenti, senza però dire alcunché sulla ripresa del campionato, costoro hanno reagito urlando una sola cosa: complotto.
La polemica che ne è andata è stata così grande da far sentire in dovere Vincenzo Spadafora, Ministro dello Sport, di spiegare ( come se ce ne fosse bisogno) che dietro alle decisioni prese non c’è assolutamente nessun sotterfugio:
“Sono ridicole le affermazioni di un complotto contro la Serie A ed è ridicolo chi dice questa cosa“.
LA RISPOSTA – Ai favorevoli, il Ministro ha risposto dicendo che la maggioranza del Paese vede più di buon occhio lo stop del campionato. Tesi, tra l’altro, appoggiata anche dalla comunità scientifica. Sulle parole di ieri del Premier Conte, Spadafora ha specificato come dal 18 maggio si riprenderanno gli allenamenti, ma ciò non comporterà la ripresa del campionato.
Infine, il Ministro ha poi continuato evidenziando il ruolo che l’industria calcistica svolge nell’eco sistema dello sport italiano. Si scopre infatti che grazie ai contributi fiscali versati dalle società calcistiche, anche le altre società sportive riescono a rimanere in vita. Forse galleggiando (soprattutto ora), ma pur sempre in vita.
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