Var-arbitri: il problema è psicologico. Fuga Napoli-Juventus per lo Scudetto! Big Atalanta e Lazio da paura! Crisi Inter-Roma, crescita Milan. Non svegliate il Benevento!

Continuano le polemiche legate all’utilizzo del Var da parte degli arbitri, che continuano a sentirsi delegittimati mostrando poca personalità. Nel frattempo, il Napoli, campione d’inverno, e la Juventus, campione d’Italia, allungano sulle inseguitrici nella lotta per lo Scudetto, anche grazie alla crisi di Inter e Roma. La Lazio continua a viaggiare su ritmi incredibili, spinta dal proprio bomber, ma attenzione all’Atalanta, grande con le grandi. Il Milan vede la luce in fondo al tunnel della crisi, così come il Benevento, che ora può sognare la salvezza 

L’anno zero del Var continua tra tanti alti e qualche basso. Già nei mesi scorsi ne abbiamo parlato e la situazione non sembra essere migliorata tantissimo. Il problema, semmai, continua ad essere il suo utilizzo quasi a random, quasi come se non ci fosse un regolamento ben preciso.

L’utilizzo della moviola in campo ha sicuramente ridotto drasticamente gli errori, ma ha creato dei paradossi. Infatti, ora l’arbitro è impaurito di fronte agli episodi, talvolta orgogliosamente contrario, altre accondiscendente, così da rendere quasi amletica la scelta se usare o meno l’aiuto della tecnologia. 

Proprio per questo, probabilmente, ci sono ancora errori, perché il Var ha delegittimato gli arbitri, alcuni dei quali forzano la propria decisione di non avvalersene, quasi come se volessero dimostrare la propria personalità sul marchingegno, in un rapporto intrinsecamente psicologico che, qualora dovesse continuare, a lungo andare potrebbe solo peggiore la situazione. 

Da qui le polemiche per episodi come quelli in Roma-Cagliari (gol di Federico Fazio), Cagliari-Juventus (gol di Federico Bernardeschi, poi un suo fallo di mano da calcio di rigore) e Crotone-Napoli (fallo di mano da calcio di rigore di Dries Mertens), che hanno visto protagoniste tre big del calcio italiano e due squadre che lottano per la salvezza. Questo, ovviamente, ha suscitato altri dubbi, fatto gridare allo scandalo, quasi come se le squadre più forti davvero fossero contente di essere state favorite, seppur indirettamente, dalle decisioni arbitrali.

varE’ questo il secondo paradosso, perché delegittima anche le vittorie, ora ancora più dubbie per l’esistenza stessa del Var, e le stesse sconfitte, creando alibi e spostando l’attenzione sugli errori arbitrali. Si stava meglio, quando si stava peggio? 

Forse no, ma il contesto sociologico e psicologico obbliga gli arbitri ad avvalersi del Var, sempre, comunque e dovunque. E, allo stesso tempo, gli stessi arbitri dovrebbero capire che fare gli eroi, non utilizzando questa tecnologia, rischia di essere un boomerang, che potrebbe portare solo a rovinare le loro carriere e ad alimentare le polemiche. 

A questo, poi, si aggiunge, senza alcun dubbio, anche l’atteggiamento dei tifosi, talvolta abbastanza ipocriti, visto che, quest’anno, ma anche in passato, tutte le squadre hanno avuto favori o sfavori arbitrali. Ma, si sa, quando gli episodi dubbi favoriscono la nostra squadra, tutto è giustificabile, mentre se succede agli altri, allora no, è complotto! 

Le soluzioni potrebbero essere diverse: in primis, modificare il regolamento di base, soprattutto sui falli di mano, eliminando l’interpretazione soggettiva; in secundis, rendere la decisione del Var legge e non solo un aiuto. Questa seconda ipotesi, ovviamente, distruggerebbe la figura degli arbitri, che diventerebbe un semplice automa, un robot, eliminando definitivamente l’umanità nel calcio, da evitare assolutamente. 

C’è poi il campo che parla, l’unica vera discriminante della realtà. Ora è ufficiale: per lo Scudetto è diventata una corsa a due. Da una parte, il Napoli, campione d’Inverno per la seconda volta in tre anni. Dall’altra, la Juventus, campione in carica da sei anni a questa parte. 

Sono due squadre, ma anche due società completamente diverse. I partenopei hanno fatto una scelta, probabilmente sbagliata, solo in parte condivisibile: puntare solo ed esclusivamente al campionato. L’eliminazione dalla Coppa Italia è tanto deludente quanto quella dalla Champions League, perché è una competizione che si può vincere disputando 5 partite, contando anche la finale, di cui 3 in casa. 

A questo, poi, si aggiunge che c’è sempre una Europa League da affrontare con l’onore e l’onere di favorita assoluta. Il Lipsia sarà una squadra difficile da battere e, in caso di eliminazione, non è detto che il Napoli riuscirà comunque a vincere lo Scudetto. 

Quindi, è una scelta troppo rischiosa, che potrebbe tanto pagare, con la vittoria del campionato, tanto non pagare, con un fallimento assoluto. D’altronde, Maurizio Sarri, finora, ha registrato i peggiori risultati in assoluto, da quando ovviamente il Napoli è tornato a disputare le coppe europee. Un all-in al buio, come si direbbe nel poker

Diversamente, invece, i bianconeri continuano a puntare su tutte le competizioni, disputeranno gli ottavi di finale di Champions League, che proveranno a vincere, le semifinali di Coppa Italia, dove sono i favoriti assoluti, essendo campioni in carica da tre anni consecutivi, e proveranno a tenere il passo fino alla fine per portare a casa il settimo campionato consecutivo. 

La differenza tra Napoli e Juventus, in questo momento, sta tutta nella capacità di vincere le partite anche non giocando per forza al 100% delle proprie possibilità e nella possibilità di risolvere le partite con i cambi dalla panchina, avendo una rosa molto più lunga. Questo, a lungo andare, potrebbe favorire i bianconeri, anche più abituata psicologicamente a tenere questi ritmi. 

I partenopei hanno la possibilità di fare la storia, ma hanno bisogno di qualcosa di diverso per non perdere punti. Servono sicuramente rinforzi, aumentare le opzioni a disposizione di Sarri che, a differenza di Massimiliano Allegri, ha quasi paura di inventarsi qualcosa di diverso per far riposare qualche giocatore finora troppo impiegato, nonostante l’emergenza fisica ormai sia stata messa alle spalle, dimostrando quindi di aver fatto anche lui il definitivo salto di qualità. 

E’ preoccupante, invece, la crisi profonda di Inter e Roma, due squadre che potevano davvero dire la loro fino alla fine per il titolo. I nerazzurri si sono sfaldati di fronte alle prime difficoltà, mentre i giallorossi hanno mostrato troppa presunzione nell’affrontare squadre meno forti, almeno sulla carta, nelle ultime settimane. 

E’ il Segreto di Pulcinella, ormai, che Luciano Spalletti ha assolutamente bisogno di rinforzi in difesa e nel quartetto d’attacco, dove la coperta è troppo corta. Ma, soprattutto, in rosa ci sono troppi giocatori non all’altezza della situazione e la condizione fisica è deficitaria, senza dimenticare che il gioco non è mai davvero migliorato. 

Edin Dzeko

Qualcosa si è rotto in quel di Trigoria, come ammesso anche da Eusebio Di Francesco. In realtà, i giallorossi non avevano mai davvero convinto, visto che giocavano sempre sotto ritmo. A questo si aggiunge l’aspetto psicologico e la solita sindrome di superiorità, che diventa inferiorità, quando si può sognare in grande. 

Ci ha messo più del solito, ma Rino Gattuso sta cambiando questo Milan. La scelta di esonerare Vincenzo Montella non è stata sbagliata, in generale, ma solo nelle tempistiche, perché arrivata troppo tardi, quando ormai il campionato è già compromesso. Un po’ come il Torino con Sinisa Mihajlovic, sempre più prigioniero del proprio protagonismo, sostituito da Walter Mazzarri, che farà sicuramente bene. 

Il tecnico rossonero ha migliorato sensibilmente la condizione fisica della squadra, ha fatto crescere i singoli e, soprattutto, ha creato un gruppo che non va più per fatti suoi, ma lo segue in tutto e per tutto. Essere ancora in gioco anche in Coppa Italia e Europa League è positivo, ma dopo la sosta servirà conquistare un filotto molto lungo di vittorie per fare il definitivo salto di qualità, così da capire quali possano essere i veri obiettivi stagionali. 

Chi continua ad impressionare sono Lazio e Atalanta. I biancolesti stanno facendo forse addirittura meglio dell’anno scorso, grazie ad una consapevolezza di forza acquisita con continuità di prestazioni e risultati, esaltata dal secondo miglior attacco della stagione, guidato dal capocannoniere della Serie A, Ciro Immobile, pronto a lottare fino alla fine per la Scarpa d’Oro, e da un tecnico, Simone Inzaghi, bravo nel fare necessità virtù.

roma-atalanta (1)I bergamaschi sono la più bella realtà del calcio italiano, capaci di progettare il futuro con il presente, senza dimenticare il proprio passato. Gli uomini di Gian Piero Gasperini non si possono nascondere e devono puntare più in alto possibile, magari provando ad alzare un trofeo al termine della stagione, che sia la Coppa Italia o l’Europa League, come apoteosi di se stessi e del loro gioco, come vittoria della meritocrazia. 

Analisi tattica Benevento-MilanInfine, guai a fermare il Benevento, che con due vittorie consecutive ha rilanciato clamorosamente le proprie ambizioni, alimentando le speranze di salvezza. In fondo, era tutta una questione psicologica, bisognava solo sbloccarsi mentalmente per vivere da protagonisti il grande sogno. 

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