Adesso è ufficiale: Buffon ha annunciato il suo addio alla Juventus e all’Italia, ma solo nelle prossime settimane deciderà se ritirarsi o continuare a giocare, forte delle proposte da parte di grandi club
Il poema di Gigi Buffon alla Juventus ha avuto il suo lieto fine. Il capitano ha annunciato in conferenza stampa allo Allianz Stadium di Torino con il presidente Andrea Agnelli la sua decisione di dire addio ai bianconeri dopo la partita di sabato contro l’Hellas Verona. Poi, spazio ad alcuni giorni di riflessione per decidere se ritirarsi oppure continuare a giocare.
Questo è quanto emerso dalle parole di Buffon, che con grande serenità e commozione ha deciso di non proseguire con la Juventus, con cui è stato capace di vincere tutto non macchiando la sua storia con il passare degli anni, come dimostrato anche dal campo.
Il capitano bianconero, campione del mondo con l’Italia nel 2006, ha rivelato con grande onestà la sua decisione di ritirarsi fino a quindici giorni fa, per poi ritrattare con le proposte pervenute in questi ultimi giorni, non solo extra campo, soprattutto da parte di Juventus, FIGC, UEFA e FIFA, sia per continuare a giocare.
Ecco le sue parole più importanti:
Volevo ringraziare il presidente. […] E’ una giornata particolare e ricca di emozioni. Sabato sarà la mia ultima partita con la maglia della Juventus. Voglio finire con due vittorie importanti con l’accompagnamento di Andrea, dei miei compagni e del tifo. Non volevo arrivare come un giocatore con il motore fuso. E non è così, e sono orgoglioso di questo. Voglio ringraziare la Juve: hanno preso nel 2001 un talento straordinario, sono di parte (sorride, ndr). Ma se questo talento è cresciuto e grazie alla Juve, che mi ha consacrato. Se a 40 anni sto qui è merito della Juventus. Una filosofia che ho fatto mia, che userò anche in futuro nel dopo-calcio. E’ l’unico modo che conosco per raggiungere risultati. Ho gettato il cuore oltre l’ostacolo, al di là dei soldi e di tutto il resto. E la ringrazierò per sempre.
Sabato giocherò una partita. Questa è l’unica cosa certa. Andrea è un consigliere del quale non posso privarmi. Sono arrivate delle proposte e delle sfide stimolante, dentro il campo e fuori dal campo. La più prestigiosa fuori dal campo è arrivata proprio da Andrea Agnelli. La prossima settimana prenderò una decisione certa.
Ho fatto mio il modus operandi della Juve e sono convinto che la Juve debba programmare il futuro. Sono stato giocatore per quasi vent’anni, sono il primo a capirlo. Per me l’importante era finire nel miglior modo possibile. Non dimentichiamo il valore di Szczesny, che è pari al mio.
Sul fuori campo, un periodo di formazione credo sia giusto per capire quali siano gli interessi predominanti. E per comprendere quale sia l’indirizzo professionale da prendere.
Se Buffon è stato un problema tre mesi fa, pensiamo cosa sarebbe oggi. La Nazionale ha già dei grandi e giovani portieri che hanno da fare grandi esperienze.
Non si tratta di stimoli e sensazioni. Sono tante le riflessioni che dovrò fare. Sicuramente non sono uno che pensa che sia giusto finire la carriera in un campionato di terza o quarta fascia. Sono un animale da competizione.
FIGC, UEFA o FIFA? Mi inorgoglisce. Non voglio mai deludere però. Il giorno che avrò la certezza di voler intraprendere un certo percorso, lo farò con la voglia ricambiare la fiducia.
Che la Juve per me rappresenti la famiglia, è chiaro. Sono onorato di essere percepito come uno della famiglia. […] Se un giorno sarò considerato un elemento valido, la Juve ha la precedenza su tutto. Sarebbe un ulteriore di generosità nei miei confronti.
Infatti, nelle ultime ore sono circolate voci sempre più insistenti su offerte da parte di PSG, Real Madrid e Liverpool, alla ricerca di un grande portiere per la prossima stagione. Difficile, anzi, quasi impossibile, una permanenza in Serie A, nonostante le romantiche ipotesi di un ritorno al Parma o di coronare il sogno da bambino di giocare al Genoa.
Una storia meravigliosamente vincente quella di Buffon con la Juventus, che chiuderà la sua avventura bianconera con 639 partite di cui 284 cleen sheet, non contando la prossima partita, il record di nove Scudetti vinti, ai quali si aggiunge un campionato revocato, ben quattro Coppe Italia, cinque Supercoppe Italia, e una marea di titoli personali, tra i quali un secondo e un terzo posto nella classifica per il Pallone d’Oro.
Tutto ciò, senza ovviamente contare i titoli con la nazionale italiana maggiore e giovanili, soprattutto il Mondiale in Germania nel 2006, che lascia definitivamente, e con il Parma. Una carriera incredibile per Buffon, che potrebbe continuare oppure, verosimilmente, esaltarsi con un fuori campo da protagonista assoluto e non da gregario. Così come è sempre stato abituato a fare. Perché, in fondo, nel calcio, così come nella vita, bisogna sempre dimostrare di essere i migliori, anche dopo un bruttissimo infortunio.
Ecco il video integrale della conferenza stampa:
Comunque vada, Buffon rimane nella storia della Juventus e dell’Italia. I suoi tifosi, non solo quelli bianconeri, salutano il suo eroe, un campione di tutti, la bandiera di tutti, consapevoli che Buffon si nasce e non lo si diventa. E un altro Buffon non ci sarà mai.
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