Il Ministero della Difesa ha vinto il processo contro Becali, accusato di utilizzare illecitamente nome, maglia e colori della Steaua Bucarest, che dovrà ripartire dalla 4° serie rumena al termine dell’attuale stagione

Aver scritto pagine indelebili della storia del calcio non è una protezione per la Steaua Bucarest, che ufficialmente non esiste più. Infatti, il club più titolato della Romania dovrà ripartire dalla quarta serie dalla stagione 2017-2018, al termine dell’attuale campionato, cambiando nomi, colori e stemma, qualsiasi sia il piazzamento finale. 

La Steaua Bucarest, infatti, non è fallita, ma la decisione è stata presa dal Ministero della Difesa, che ha vinto il processo contro il presidente e proprietario del club, Gigi Becali, accusato di usare il nome, lo stemma e i colori della società senza averne i diritti in merito alla fondazione, da parte dell’organo di Governo nel 1947, quale club dell’esercito.

Già nel 2004 l’Alta Corte costrinse Becali a modificare lo stella della società. Sicuramente, il presidente della Steaua farà ricorso all’appello, ma, nel frattempo, è costretto a cambiare anche il nome, che dovrebbe tornare ad essere FCSB, e a un risarcimento di 37 milioni di euro per aver utilizzato il nome della Steaua negli ultimi 13 anni, senza averne il diritto.

Una decisione clamorosa da parte del Ministero della Difesa, che farà ripartire dalla stagione 2017-2018 la Steaua Bucarest dalla quarta serie, nonostante sia la squadra che fattura maggiormente in Romania. A guidare la squadra, attualmente seconda in campionato, dietro alla sorprendente rivelazione del Viitorul capolista, è Marius Lacatus, ex giocatore della Fiorentina, che ha già dato la sua parola di rimanere nel club qualsiasi sia la competizione che bisognerà affrontare. 

La Steaua Bucarest ha vinto 26 campionati, 22 coppe nazionali e 6 supercoppe nella sua storia, la cui apoteosi sono certamente la vittoria ai calci di rigore della Coppa dei Campioni nella finale contro il Barcellona nel 1986 e la Supercoppa Uefa contro la Dinamo Kiev di Valeri Lobanovski qualche mese più tardi.

Sono record in Romania, ma non ditelo al Ministero della Difesa.