Terremoto Gasperini, l’assurda verità è venuta a galla | Costringe i giocatori a fare questo

Duro sfogo di un ex atalantino, che usa parole al vetriolo nei confronti di Gasperini. Tutto ciò che è venuto a galla.
Due vittorie con tanto di clean sheet, sia all’esordio contro il Sassuolo sia in casa con il Monza, una brutta sconfitta a Frosinone. È iniziata così la settima stagione di Gasp alla guida dell’Atalanta. Una conferma tutt’altro che scontata per l’allenatore di Grugliasco.
La continuazione di Gasperini, poco prima del termine della scorsa stagione è stata in bilico, non per una questione economica, piuttosto per quel progetto tecnico di cui l’allenatore nerazzurro non era ancora stato messo al corrente.
Alla fine, nonostante qualche silenzio assordante, nessuna crisi del settimo anno.
Gasp è fatto così, o si ama o si odia. Entrambi i sentimenti li ha passati il Papu Gomez, da idolo a nemico giurato, con tanto di separazione tempestosa, preceduta dall’estromissione del gruppo squadra, prima di andare al Siviglia, almeno per un biennio.
Ora Papu Gomez è svincolato, ma c’è un altro giocatore che questa estate ha sbattuto la porta in faccia all’Atalanta. E ora lancia pesanti accuse nei confronti di Gasperini, una verità venuta a galla direttamente dal ritiro della Danimarca.
Gasperini alla stregua di un dittatore
“Avevo bisogno di una nuova sfida in questo momento della mia carriera, la gestione basata sulla paura alla fine stanca”. Così Joakim Mæhle Pedersen, impegnato nelle qualificazioni ad Euro 2024 con la sua Danimarca.
L’attuale esterno del Wolfsburg non ha peli sulla lingua a traccia un ritratto di Gasperini un po’ così, tra chi è rimasto scioccato dall’esperienza con l’Atalanta. “Avevo bisogno di una squadra in cui potessi avere un ruolo diverso da quello che ricoprivo all’Atalanta – sottolinea il difensore di Frederikshavn, dal ritiro della nazionale – dove rischi sempre di fare panchina”.

Un duro attacco nei confronti del Gasp: “Io e Hojlund no”
Il duro sfogo di Maehle assume ben presto i toni del j’accuse. Dito puntato senza mezzi termini nei confronti del suo ex allenatore: “Al Wolfsburg ti senti più parte di una squadra e c’è più unità e buonumore nello spogliatoio. Era quello che cercavo da un po’. Sono felice di essere arrivato in una squadra in cui senti che tutto è sotto controllo”.
Maehle all’Atalanta: storia di fatto di una prigionia: “Ci allenavamo sempre nel pomeriggio – ricorda l’esterno cresciuto nell’Ostervra ed esploso nel Genk, prima di approdare in Italia, a Bergamo – l’allenatore aveva deciso così e non c’era davvero alcuna libertà. Approccio quasi dittatoriale di Gasperini? L’hai detto tu”. Il retroscena più curioso venuto a galla, alla fine: “Mi ha vietato di guidare con Hojlund – rivela – all’Atalanta non mi sono sentito una persona, ma un numero”.