Per tanti anni Agnieszka Radwanska è stata un angolo di oasi nel monotono tennis femminile moderno fatto di fisici statuari e grandi botte da fondo campo.
Per tanti anni se qualcuno cercava la qualità vintage sul campo, quel gioco fatto di tocchi, intelligenza e grande mano, era necessario cercare questa ragazza polacca dotata di un talento unico e prezioso.
Oggi, dopo un decennio ad alti livelli, Agnieszka Radwanksa ha annunciato il ritiro dalle competizioni tennistiche vittima di quel fisico che l’ha resa tanto speciale e diversa quanto fragile e delicata rispetto alle sue colleghe.
Una decisione a detta sua non semplice, come accade ogni volta per chi, da un giorno all’altro, si trova a fare i conti con una vita completamente diversa rispetto a quella abitudinaria portata avanti per così tanto tempo.
“La Maga”, come spesso veniva chiamata per le sue giocate di estremo talento, fuori dagli schemi ma mai banali e sempre lucide, appende la racchetta al chiodo dopo una bella carriera, forse non grandissima, ma di indubbio assoluto prestigio.
Soprattuto perché tutto ciò che Aga è riuscita a conquistare, sul campo, assume un valore inevitabilmente più significativo in questo tennis moderno dominato da grandi colpitrici, imponenti fisici e sbracciate a tutto campo.
Riuscire, come ha fatto Radwanska, a ritagliarsi il suo spazio da protagonista, a raggiungere la seconda posizione mondiale, a giocarsi una finale slam e a mettere in bacheca ben 20 titoli, non può essere considerato ordinario.
La finale a Wimbledon nel 2012 persa contro l’eterna Serena Williams ed il trionfo glorioso alle WTA Finals di Singapore del 2015 che le valsero l’ambito titolo di “Maestra”, rimarranno le vette più alte di una carriera di grande livello soprattutto per continuità di risultati e per brillantezza di successi personali.
Ma ad un certo punto il suo fisico longilineo, atletico e pimpante, tanto speciale da farle inventare un colpo “alla Radwanska”, in ginocchio, con i piedi sulla linea di fondo campo, quasi di contro balzo, ha fatto crac chiudendo a chiave gli ultimi sogni rimasti nel cassetto.
L’ultima stagione per Aga è stata un’autentica sofferenza, incapace di allenarsi con continuità e di ritrovare così, sul campo, le sensazioni giuste per poter controbattere le sfuriate delle avversarie con i suoi colpi continui ed imprevedibili.
Senza il fisico a sostenerla, vittima di una mole inusuale, troppo strana per lei, di errori non forzati, Radwanska non ha più potuto pescare dal cilindro per trovare il modo di conquistarsi il punto e così, di vincere le partite.
Ad appena 29 anni, “la Maga” ha deciso di smettere e forse, viste le ultime prestazioni, è meglio così perché questa versione, debole e spenta, era davvero troppo irriconoscibile anche per i tanti tifosi che l’hanno sostenuta lungamente, al di là di ogni difficoltà, facendole vincere per sei anni consecutivi il “Fan Favourite Award”.
Rimarrà, purtroppo, il grande rammarico di non essere mai riuscita a conquistare un titolo slam, di non essere mai stata capace di fare quell’ultimo grande passo, di mettere a segno quell’ultima grande magia.
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