“Se lo scorso 23 Gennaio, quando mi sono sottoposta ad un’operazione al piede, mi avessero detto che avrei vinto, quest’anno, lo Us Open, avrei risposto che era impossibile”.
E fatica ancora a crederci Sloane Stephens mentre con gli occhi lucidi e l’aria innocente, risponde alle domande di rito, prima di alzare al cielo la sua coppa.
Quella coppa sognata fin da piccola, fin da quando la mamma la accompagnava all’accademia tennistica e la sosteneva nonostante mille difficoltà e mille preoccupazioni.
Ed è proprio alla mamma che va il primo pensiero, “a lei che mi ha sempre incitato e incoraggiato”, quando guarda indietro e a tutta la strada fatta per essere, oggi, vincente nell’immenso Artur Ashe Stadium.
Un’esperienza nel mondo juniores vissuta da predestinata, un inizio nel grande tennis segnato dal fardello, per lei afroamericana, di prendere l’eredità ingombrante delle sorelle Williams, una mancanza di continuità di risultati che ha portato molta diffidenza nei suoi confronti dopo quella isolata semifinale in Australia a 20 anni, fino all’infortunio, alla metà dello scorso 2016.
Eppure, è proprio quando si tocca il fondo che probabilmente si trova una nuova linfa, la capacità di rigenerarsi, di fermarsi, prendersi del tempo e riflettere fino a capire che, davvero, il tennis, non è solo un passatempo o un mestiere per privilegiati, ma necessita di passione e di sudore, di carattere e di sacrificio.
E Sloane, con una nuova maturità ed una nuova consapevolezza, ha fatto tesoro del tempo “perso” fuori dal campo, per trasformare se stessa, ed il suo gioco, sul campo, non più vittima della pressione e della tensione, ma sicura protagonista del suo destino.
La finale di oggi, contro Madison Keys, l’amica di una vita trascorsa tra aeroporti, alberghi e tornei, è l’emblema perfetto di questo radicale cambiamento, con le fragilità della più giovane messe in luce ed ingrandite dalla calma e dalla confidenza nei propri mezzi dell’altra, sicuramente più attrezzata da un punto di vista meramente tecnico, ma due spanne sopra in particolare nella gestione delle emozioni.
La varietà del gioco di Sloane, capace di difendere, di cambiare il ritmo allo scambio con colpi carichi di spin intervallati da incisive accelerazioni improvvise, di evidenziare i limiti dell’avversaria, soprattutto negli spostamenti, sono alla base di una prestazione commentata in modo esplicito dal netto punteggio, ma ciò che ha colpito di più, è stata la pazza serenità ed ingenuità con cui la ragazza di Plantation, in Florida, ha messo piede nello stadio più imponente del mondo.
La stessa ingenuità con cui ha accolto la notizia dell’assegno della vincitrice dal valore di più di 3 milioni di dollari, quasi a dire “e ora che ci faccio”, quasi a dimostrare che davvero Sloane, a questo successo, non avrebbe mai potuto crederci, né 9 mesi fa, né all’inizio del torneo.
Perché è così, e quando meno te lo aspetti, la vita ti regala il sogno più assurdo ed incredibile, e proprio perché inaspettato, senza pressioni e senza timori, è forse più facile da agguantare e da realizzare; ma proprio per questo, Sloane, ora custodisci questa fiducia costruita e conquistata con fatica e coraggio e non mollare, il presente è già tuo ed il futuro, adesso puoi davvero correre a prenderlo.
RISULTATO FINALE US OPEN 2017 FEMMINILE:
S.Stephens b. [15] M.Keys 6-3 6-0
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