Un infinito Rafael Nadal conquista per l’ottava volta il Master 1000 di Roma, rimontando un break di svantaggio nel terzo set, e ritorna, dopo solo una settimana, al primo posto del ranking mondiale.
Una finale avvincente, con aspettative altissime tra i vincitori di tutti i più importanti tornei disputati sulla terra rossa nell’ultimo mese, Rafa a Montecarlo e Barcellona, Alexander Zverev a Monaco di Baviera e Madrid.
Una sfida generazionale che incrociava stili di gioco differenti, palmares ancora, per ora, lontani, ma che aveva nella fame di vittorie e nelle stimmate del campione il suo comune denominatore.
Una finale dai mille volti, dai capovolgimenti più assurdi ed inaspettati decisa, probabilmente, dalla pioggia insieme a quella dannata ed insaziabile voglia di vincere che caratterizza ormai da anni il cannibale Nadal.
L’inizio del match è subito un colpo di scena con Zverev che, pronti via, strappa il servizio a Rafa, ma il proseguo è ancora più inaspettato e Nadal conquistando sei giochi consecutivi, rimonta brillantemente lo svantaggio e domina il primo parziale.
Zverev sembra visibilmente scosso, ma il recente trionfo a Madrid accorre in suo aiuto e, senza scomporsi, facendosi sempre più aggressivo e propositivo, allunga fin dall’inizio del secondo set volando avanti di due break.
Sostenuto dalla solidità e dell’efficacia del suo grande servizio, Zverev gestisce la coda del parziale e, con lo stesso score registrato da Nadal nel primo set di 6-1, riequilibra la sfida.
Nel terzo e decisivo set Zverev parte nuovamente forte ed è con un break in suo favore che, ancora una volta, si apre il parziale.
La partita gira nuovamente quando un violento acquazzone si riversa su Roma e costringe ad interrompere forzatamente il match prima per pochi minuti sul 3-1 per Zverev e poi, per una mezz’ora abbondante sul 3-2 con Rafa abile a tenere il turno di battute.
Al rientro in campo, però, sembra fin da subito un’altra sfida, un altro capitolo completamente diverso di una finale strana ma allo stesso tempo emozionante.
Il servizio di Zverev cala vertiginosamente nella percentuale di prime di servizio in campo, i colpi arrotati di Nadal sono nuovamente profondi ed incisivi e l’onda emozionale del momento si è spostata tutta dalla parte del re della terra rossa, carico e agguerrito come nei momenti d’oro.
Il match si chiude così, con un parziale di cinque giochi a zero, quattro su quattro dopo l’interruzione per la pioggia e Rafa, una volta di più, può alzare le braccia al cielo su un campo in terra rossa per un successo, questa volta, particolarmente speciale.
Non vinceva a Roma dal 2013 e, in maniera un po’ inaspettata, aveva ceduto a Thiem una settimana fa nei quarti di Madrid cedendo a Federer la prima posizione mondiale, era tempo di pronto riscatto e Nadal, da straordinario campione quale è, non ha tardato, una volta di più, a mettere la sua personale firma sul campo.
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