Tennis, 2018 “Alla Scoperta Di”: Sofya Zhuk

Il tennis russo al femminile, dopo il florido periodo dei primi anni del 2000, sembra aver ritrovato un ottimo e profondo vivaio e tra queste nuove giocatrici vi è Sofya Zhuk.

Classe ’99, ha compiuto da poco diciotto anni e sembra avere tutto il potenziale per poter esplodere definitivamente nelle prossime stagione, e perché no, già a partire dal prossimo 2018.

Con un tennis moderno, potente e completo, Zhuk si candida ad essere una delle campionesse del futuro perchè,  sebbene la strada sia ancora lunga e tortuosa, le sue qualità e le sue potenzialità non sono affatto un mistero.

NOME SOFYA
COGNOME ZHUK
DATA DI NASCITA 01.12.1999
NAZIONALITA’ RUSSIA
RANKING 181
COLPO PREFERITO ROVESCIO
HIGHLIGHTS W WIMBLEDON J

 

Sofya Zhuk è quindi uno dei prospetti più interessanti per il futuro del tennis mondiale, oltre che una delle potenziali “ragazze copertina” per questo sport.

Bella, alta, bionda e con un tennis potente e brillante, Sofya appare dopo pochi scambi come l’erede per eccellenza di Maria Sharapova alla quale non ha potuto non ispirarsi nel suo percorso di crescita.

Il suo gioco attuale, infatti, è quello che ci aveva fatto conoscere la bella Maria ormai più di 13 anni fa, quando appena sedicenne fece il suo esordio nel circuito delle grandi.

Zhuk si è messa in luce già nel 2013 per i tifosi azzurri quando si impose all’Avvenire a Milano, ma si è rivelata al grande pubblico conquistando il titolo juniores di Wimbledon nel 2015 guadagnandosi il ruolo di giocatrice da guardare per il futuro.

Quest’anno infatti, Zhuk ha mosso i primi importanti passi nel circuito pro, riuscendo, nemmeno diciottenne a guadagnarsi il main draw di New York superando indenne i tre turni di qualificazione.

Un risultato che oggi, in un tennis che sta progressivamente invecchiando, assume una buona importanza e proietta Zhuk in questo 2018 che verrà come una delle giovani da tenere d’occhio per il definitivo salto di qualità.

Tornando al gioco della giovanissima russa, come detto in precedenza, strizza evidentemente l’occhio a quello della prima Sharapova, istintivo, sempre alla ricerca del vincente e con una già buona completezza su tutti i fondamentali.

È infatti difficile capire quale tra dritto e rovescio sia il colpo più sicuro e affidabile, già pronto per i palcoscenici più importanti, perché con entrambi riesce a trovare vincenti, potenza, solidità e continuità negli scambi.

Probabilmente il più naturale, proprio come per Maria, è il rovescio che sa giocare piatto e in spinta, così come carico e lavorato per riposizionarsi sul campo e difendere al meglio.

Da sinistra, infatti, sono tante le possibili soluzioni, spesso alla ricerca del vincente, alternando alla perfezione uscite in diagonale ad altre in lungolinea, senza perdere efficacia e potenza nei propri colpi.

Il dritto però, è comunque un colpo con cui ama fare gioco spostandosi anche dall’angolo naturale per giocare questo fondamentale in una manovra decisa e convinta, per spingere a tutto campo con le sue ottime sbracciate.

Quello che salta più all’occhio è una spiccata linearità nel colpo, il più delle volte piatto quasi a schiaffeggiare la palla sempre dall’alto verso il basso.

Mancano delle variazioni, a parte la buona capacità di arrotare in difesa con il rovescio, per il resto non sono contemplati back o top spin di dritto e le uscite con dropshot e volee sono sporadiche per non dire quasi inesistenti.

Quando, infatti, riesce a conquistare grazie al solido pressing da fondo, la rete, Zhuk predilige, come Sharapova insegna, lo schiaffo al volo o comunque preferisce far rimbalzare la palla, evitando così il colpo al volo.

Tuttavia, Zhuk è davvero giovane, e la guida tecnica che ha scelto, in Belgio, presso l’accademia di una campionessa del tocco e dell’imprevedibilità come Justine Henin, potrà portarle dei frutti già nel breve termine.

Va però detto, che Sofya ama questo tennis in spinta, violento, con la volontà di decidere lei, nel bene e nel male le sorti dello scambio, e quindi farle cambiare piano di gioco non sarà semplice ma proprio come il suo idolo, Maria Sharapova, potrà provare con la maturità ad aggiungere qualche soluzione in più.

La necessità di trovare e di avere, infatti, un piano B quando il piano guida non funziona, è un aspetto sul quale Zhuk dovrà lavorare a fondo, ma il tempo c’è e le prospettive sono più che rosee.

Fisicamente, le lunghe leve le permettono di avere già ora, appena diciottenne, un buon servizio in particolare sulla prima, potente, piatta, precisa e anche piuttosto varia non disdegnando anche angoli meno consoni per una destra, come la traiettoria ad uscire da sinistra.

Tuttavia la seconda è ancora balbettante,  a tratti incerta e se, quando tutto va bene, sente la possibilità di spingere anche questo servizio, quando la pressione sale il braccio trema ancora e qualche pensiero di troppo non le permette di essere continua come vorrebbe.

Sempre le sue lunghe leve, non le permettono di godere di una rapidità naturale negli spostamenti, ma comunque la fase difensiva appare sufficiente al momento e l’impressione è che l’obiettivo sarà quello di perseguire un tennis in spinta, alla ricerca continua del comando nello scambio e del vincente, e quindi l’aspetto “difesa” potrebbe passare in secondo piano.

L’atteggiamento in campo è però più che positivo, sempre pronta ad incitarsi, a fare pugnetti, gridare “c’mon” e battersi la gamba per incoraggiarsi quando attende in risposta, proprio come Sharapova, non a caso. 

Quello che appare, però, già evidente è che Zhuk ha intorno a sé l’aura della predestinata, probabilmente anche quella dell’erede di Maria Sharapova per un tennis russo che sta coltivando in questi ultimi anni un buon numero di ragazze talentuose come anche Potapova e Blinkova.

Se ce la farà, come sempre, ce lo dirà il tempo, ma quello che è certo è che dipenderà in primo luogo da lei, perché il talento c’è ed è brillante ma andrà coltivato ed impreziosito perché sarebbe un peccato finire per sprecarlo.

 

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