Sognando Beckham: un film che parla poco di calcio ma che ha senso per altri motivi

Prendete una promettente attrice inglese dai tratti mascolini, una giovane interprete britannica di origine indiana, un attore\ex-modello irlandese figo e discretamente affermato e inseriteli in un film in salsa indiana. Ecco, ora avete Sognando Beckham (Bend It Like Beckham).

“E i marò?”, direte voi. Boh, qui parliamo di fucilate, non di fucilieri.

Sognando Beckham (prima opera cinematografica occidentale trasmessa dalla televisione nordcoreana) è un film del 2002 diretto da Gurinder Chadha, regista indio-britannico-kenyota autrice di film come Matrimoni e Pregiudizi e La mia vita è un disastro.

La storia, come si può immaginare, è molto semplice, lo sviluppo altrettanto prevedibile: due amiche legate dalla passione per il calcio, una famiglia di Sikh Punjabi (apparentemente all’antica) che si oppone alla passione sportiva della figlia – il cui obiettivo è una borsa di studio sportiva all’università di Santa Clara – e al suo British Dream, un allenatore che spingerebbe il 90% della popolazione femminile mondiale ad iscriversi a scuola calcio, un momento di crisi (sentimentale e di amicizia) prodotto dallo scontro di ormoni delle due protagoniste, una partita che esalta le qualità del nuovo fenomeno mondiale Jess Bahmra, un finale che “non si aspettava proprio nessuno” (immaginate di scorgere avanti a voi un occhiolino grande quanto l’Empire State Building).

Tutto ciò accompagnato da qualche canzone di alto livello (come Atomic di Blondie, Red Alert e Do Your Thing dei Basement Jaxx, Inner Smile dei Texas e Move On Up di Curtis Mayfield), da alcuni momenti di sano e puro squallore (vedi una delle scene finali, quando le due protagoniste avvistano David Beckham all’aeroporto – interpretato DAL SUO SOSIA PIU’ FAMOSO Andy Harmer) e da alcune sequenze in salsa postmoderna (come la punizione della protagonista indiana, il cui primo piano richiama lo stile leoniano e la cui musica – Nessun Dorma, romanza per tenore della Turandot di Puccini – va di pari passo con l’abituale tecnica dello slow-motion e si alterna con i festeggiamenti del matrimonio sikh).

L’opera della Chadha è una classico teen movie (o, se preferite, una coming of age story) all’inglese (ma dal sapore palesemente bollywoodiano) che canzona con leggerezza le convenzioni di una classe sociale tradizionalista indiana e le contraddizioni di quella inglese, affida il ruolo principale – solitamente maschile e macho in un film sportivo – a due teenager ispirate da uno dei calciatori più influenti e pop(ular) della storia britannica e affronta con delicatezza alcuni temi (“universali, nient’affatto circoscritti a una sola cultura”, come dichiarato dalla Chadha) cari ad un genere che osserva la crescita di due ragazze alle prese con le consuete complessità dell’universo adolescenziale e, per l’occasione, analizza l’evoluzione dell’integrazione etnica nella società occidentale agli inizi del 21esimo secolo.

E a questo punto voi vi domanderete: “caro tizio che hai scritto ‘sta recensione, perché lo hai considerato un film sul calcio, se ci sono solo 2, 3 elementi che evocano il mondo del pallone?”.

Calma. Come specificato dalla regista, e mi sento di condividerlo, in Sognando Beckham “il calcio è una metafora, è un modo per sottolineare le questioni di identità razziale, del rapporto conflittuale tra genitori e figli, come anche il ruolo della donna, e non solo nella società indiana”

Le due protagoniste, non a caso, hanno un solo goal (che in inglese vuol dire “obiettivo, meta a cui aspirare”): quello di diventare calciatrici professioniste. Per raggiungere il loro traguardo, però, un po’ come Holly Hutton, Tom Becker e Mark Lenders, che ci mettevano tre quarti d’ora per arrivare all’altra metà del campo, Jess e Jules (notare la natura prettamente maschile del nome) devono percorrere un terreno lungo, lunghissimo (oddio, poi mica tanto, alla fine so’ due ore), che le porterà ad una vittoria sotto tantissimi punti di vista (contro i pregiudizi, i conservatorismi, i tabù, per esempio). 

Calcio come fenomeno sociale, calcio come metafora di vita, calcio come obiettivo da raggiungere.

Insomma, nonostante la sua natura di semplice commedia per famiglie, Sognando Beckham è interessante sotto tanti punti di vista, oltre a quelli descritti prima: è una delle prime interpretazioni al cinema di una giovanissima Keira Knightley, è uno dei pochi lungometraggi cinematografici nel quale ha recitato l’interessante Parminder Nagra (affermatasi in questi anni soprattutto come attrice di serie televisive) – che con la maglia del Manchester United fa la sua bella figura -, ha alcuni momenti piacevolmente comici (ma non ridi a crepapelle, sia chiaro), è una bella visione per gli occhi delle fanciulle (perché c’è un 25enne Jonathan Rhys Meyers per ¾ di film) ed ha una discreta colonna sonora originale (scritta da Malkit Singh, cantante bhangra indiano).

Insomma, non sarà il film della vita, ma invece di buttare due ore a vedervi un’intera puntata di Pomeriggio Cinque o Verissimo (lo so che lo fate, non vi nascondete), accendete la televisione (o il computer, se preferite) e sparatevi ‘sta teen comedy.

Una piccola curiosità: Bend it like Beckham, il titolo originale del film, vuol dire qualcosa tipo “calciala\tirala ad effetto come Beckham”. NON AGGIUNGO ALTRO.

GIULIO NOCERINO © Stadio Sport

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