Secondo podio stagionale per Marco Melandri, ancora in Gara-2, ancora 3° come due settimane fa a Phillip Island. A Buriram, Macho scatta dalla pole, in virtù del 4° posto di Gara-1, comanda buona parte della manche con autorevolezza, ma quando gli arriva sulla coda Jonathan Rea, nonostante provi in tutti i modi, proprio non riesce a contrastare l’asso britannico. Nel finale, come nella manche di ieri, Melandri viene beffato negli ultimi chilometri da Tom Sykes, perdendo la 2° posizione.
“Ho fatto la miglior gara possibile, più di questo non potevo fare” – esordisce Melandri – “Volevo ripassare Rea, provare a innevosirlo. Ma partendo così forte all’inizio ho sfruttato troppo le gomme. Adesso vediamo da Aragon come poter avvicinare questa Kawasaki“.
“Rea è davvero impressionante” – sottolinea il ravennate – “E’ cresciuto ancora rispetto allo scorso anno, visto che qui, nel 2016, se la giocò con Sykes. In generale, comunque, la Kawasaki è una moto difficilissima da battere. Dobbiamo ancora lavorare molto, ma posso dire che siamo sulla strada giusta. L’unica cosa che mi dispiace è lo zero di Gara-1 in Australia. Nonostante il lungo stop sono sempre riuscito a stare con i migliori e sono anche vicino a Davies. In giro si diceva che era l’unico a poter guidare la Ducati; e invece sto dimostrando che va forte anche con stili di guida diversi“.
Melandri, quindi, analizza il suo weekend: “Abbiamo avuto problemi ai freni sin dalle libere di venerdì. Dopo aver sostituito i dischi, la situazione era migliorata, ma in Gara-1 siamo andati in crisi a metà manche e, oggi, ancora prima. Quando seguivo da vicino Rea, sono arrivato a cambiare la regolazione dei freni anche sei volte al giro. Credo che se avessi tentato di resistere oltre, sarei finito per terra“.
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