3-0, netto, senza discussioni, Roma in semifinale. Non accadeva da trentaquattro anni. Da quell’edizione della Coppa dei Campioni sfuggita per poco, ai calci di rigore contro il Liverpool, nella stagione 1983-84.

Analisi tattica di Roma-Barcellona, ritorno dei quarti di finale di Champions League

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Già nella partita d’andata si era visto qualcosa d’interessante da parte dei giallorossi. Una buonissima parte finale con il gol di Dzeko ad accorciare sul 3 a 1, vanificato poi dall’errore di Gonalons e la rete di Suarez.

Sembrava un’impresa ardua, recuperare tre gol ad una squadra di fenomeni con Messi e Suarez su tutti. Invece, il tecnico Di Francesco l’ha vinto in tutti i sensi questo confronto. 

Ha schierato un modulo pensato dopo la notte con la Fiorentina. Un 3-4-1-2 ideato per poter inserire Schick, al fianco di Dzeko. Il calciatore ceco è stato posizionato dove rende meglio, come una seconda punta, in grado di partire da dietro e terminare in area.

Forse è stato un po’ ripreso da Dzeko, per via della sua voglia di calciare sempre in porta, quando avrebbe potuto servire i compagni meglio piazzati. Nainggolan, invece, è stato sistemato nel ruolo di guastatore tra le linee, ruolo che gli riesce benissimo. Da centrocampista interditore, di colui che prima pensa a tamponare dove si può.  

Poi, se dopo pochi minuti De Rossi lancia lungo trovando Dzeko. Il calciatore bosniaco, tutto solo, è in grado di mettere la palla in rete, superando Der Stegen, allora le speranze aumentano.

La Roma è molto aggressiva, impostata con un feroce e coraggioso pressing alto. Poi la difesa a tre, con Fazio, Manolas e Juan Jesus, perfetti negli anticipi.  Qualche sbavatura, ma che non sono costate in termini di risultato.

Soprattutto ciò che è emerso dalla sfida di ieri sera è stata la pazienza della squadra giallorossa. Dopo l’1 a 0, non si è piombata immediatamente in avanti alla ricerca della seconda rete, ma ha saputo aspettare. Non si è lasciata trascinare da un’euforia esagerata, che avrebbe potuto provocare una disfatta. 

Sì, perchè di fronte avevi il Barcellona, una squadra ricca di campioni che può trovare la rete da un momento all’altro. Pazienza e calma, predicata dall’allenatore Di Francesco, sono state l’arma in più per uscire indenni, senza aver subito una rete.

Una nuova filosofia di gioco, è nata dalla sfida di ieri sera. La voglia di combattere, senza arretrare, la necessità di non sfigurarsi, qualunque sia l’avversario.

Il coraggio di Di Francesco è stato premiato. Saper cambiare modulo, con l’inserimento di nuovi giocatori, non è affare semplice. In tre giorni è riuscito ad inculcarlo ai suoi giocatori ed ha avuto la meglio.

Complimenti alla Roma, tiene in alto i colori italiani in questi ultimi anni. Speriamo possa aggiungerci anche la Juventus. Ma questa è un’altra storia…