La Lega ha pubblicato il report del primo anno di VAR in Serie A.
Il risultato è molto positivo, dato che questa nuova tecnologia ha permesso di ridurre gli errori arbitrali. Di conseguenza, le squadre hanno potuto avere maggiore giustizia, con interventi creati grazie al replay. La parte più importante l’hanno avuta gli assistenti al direttore di gara, con l’opportunità di rivedere un’episodio e decidere con più coscienza su di un fatto di gioco.
Il VAR è sicuramente destinato ad essere un’importante innovazione nel prossimo futuro. Sappiamo come la FIFA abbia deciso di utilizzarlo per il prossimo mondiale in Russia.
Invece, per quanto riguarda la Serie A, la Lega ha snocciolato i primo numeri e sono incoraggianti. Innanzitutto la percentuale degli errori è diminuita sensibilmente, passando da un 5,7% ad un più modesto 0,89%.
Non per questo il sistema sin qui adottato sia perfetto e non abbia bisogno di modifiche. Tra i vari aspetti su cui occorre porre rimedio ci sono: il sistema audio, il quale non è parso perfettamente funzionante, ma ha creato diverse disfunzionalità; la linea di intervento per quanto riguarda i casi più importanti, quelli secondo cui c’è un errore chiaro, evidente, sotto gli occhi di tutti; ottimizzazione dei tempi tra le due revisioni, tra quelle degli arbitri fuori dal campo ai video e quello del direttore di gara; introduzione di un software Hawk Eye (occhio di falco) per comprendere la linea del fuorigioco.
In quasi quattrocento incontri sono stati compiuti più di duemila, per la precisione 2.023 verifiche con 117 casi in cui si è dovuto fare ricorso alla correzione. Gli interventi per chiarire le situazioni di gioco hanno subito una sostanziale riduzione, dal superiore al minuto nelle prime giornate, a più o meno la metà in quelle successive.
C’è da tenere conto come l’utilizzo del VAR è stato anticipato di un anno, ma i risultati non sono per nulla negativi.
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