Una Juventus monumentale: colpisce, poi gestisce, poi di nuovo colpisce e poi di nuovo gestisce, e ancora e ancora, fino a una beffa tremenda, colossale, ingiusta.
A dispetto della qualificazione il Real Madrid esce sicuramente ridimensionato da una sfida in cui ha affrontato un avversario assolutamente senza paura, che per lunghi tratti ha messo sotto i Campioni di tutto a casa loro, una roba non da poco.
Banalmente detto i bianconeri-in giallo per l’occasione-rispettano tutte le previsioni per le quali, per avere quel barlume di possibilità di qualificazione, l’unico approccio possibile sarebbe dovuto essere quello spregiudicato, pressing alto, baricentro alto, propulsione offensiva, attaccare dal primo minuto e perché no segnare subito almeno il primo gol.
Promesse tutte mantenute per i bianconeri, che Allegri schiera con uno spregiudicato 4-3-3 con uno dei due grandi ex di turno Gonzalo Higuaìn affiancato da Douglas Costa e dal ritrovato Mario Mandzukic, grande protagonista: il croato praticamente ‚risponde‘ alla doppietta segnata all’andata da Cristiano Ronaldo mettendone a segno una di testa, il primo gol, appunto, dopo soli 80 secondi, reti su assist prima dell’altro grande ex Sami Khedira, poi di Stephan Lichtsteiner, questo ultimo gettato nella mischia da Max Allegri dopo poco più di un quarto d’ora al posto di un Mattia De Sciglio non al meglio.
Un’altra chiave di lettura di questo match è anche il fatto che i bianconeri hanno retto e gestito alla grande questo match praticamente con una sola sostituzione e per giunta forzata, fattore che da un ulteriore misura della mastodontica prestazione della Juve.
Juve che, come detto, compie un grande capolavoro di gestione sul campo, anche, ancora una volta, grazie al suo tecnico Allegri il quale predica compattezza e prudenza, anche se avrebbe potuto rischiare qualcosina di più, inserendo Lichtsteiner dal 1’ al posto del suo pupillo De Sciglio-che, con il dovuto rispetto, seppur più giovane ha meno muscoli, cuore e polmoni-e magari buttando nella mischia dall’inizio anche un Juan Cuadrado che, seppur a mezzo servizio, è pur sempre una garanzia di spinta propulsiva, cosa che alla Juve sarebbe servita come il pane e, per carità, non è per niente mancata.
Douglas Costa ci prova sempre con le sue incursioni laterali e accentramenti, che sempre e comunque creano qualche grattacapo alla retroguardia di casa.
L’idea di Allegri era possibilmente quella di inserire Cuadrado nei supplementari, tentando così l’affondo finale dopo aver gestito il Real nel finale, dopo aver attuato per diversi tratti di match la classica strategia del buon pugile: incassare bene i colpi, far sfiancare l’avversario e colpirlo al momento opportuno. Peccato che il piano non sia riuscito.
La fase offensiva bianconera ha comunque coniugato ordine e spregiudicatezza, alternando azioni costruite da zero a ripartenze per palle perse del Real-ebbene sì, anche il Real perde qualche pallone ogni tanto, una gioia per gli occhi del popolo bianconero vedere i Blancos perdere la loro stabilità in campo.
L’ esempio forse più alto di ciò è come il portiere Keylor Navas si lasci sfuggire il pallone sull’ennesimo cross di Douglas Costa provocando così il gol dell’incredibile 0-3 di un Blaise Matuidi che riscatta così una gara non impeccabile-qualche svarione e scivolone di troppo, e non è il solo.
La manovra juventina è quindi tutta un susseguirsi di aggressività e contenimento a tempo debito, i bianconeri sanno aprirsi e chiudersi all’occorrenza in modo pressoché perfetto.
Non male anche la partita di Miralem Pjanic, perno di centrocampo e grande trascinatore della fase offensiva, con quel tridente che attacca con molto ordine e organizzazione.
Come detto il Real non è solido come sempre, però a sua volta quando riparte è micidiale e può far male, e a dire il vero lo fa, Isco segnerebbe il possibile 1-1 ma c’è fuorigioco.
I padroni di casa ci provano anche altre volte, ma trovano sulla loro strada un Buffon superlativo-sul campo sempre, fuori un pò meno…-in due occasioni ferma sempre Isco.
Gli uomini di Zidane dal canto loro sembrano di contro del tutto privi dell’ordine tattico-offensivo che caratterizza il loro gioco solitamente, ma comunque son sempre insidiosi. Ronaldo non è il solito portento, a parte il tanto discusso calcio di rigore che realizzerà chiudendo definitivamente i conti, e arrivando così a quota 10 gol personali in 7 sfide contro i bianconeri-una beffa tremenda e immeritata per i bianconeri.
Il tutto grazie anche al fatto che l’ordine della Juve si estende anche alla fase difensiva, dove le incursioni dei solitamente implacabili Dani Carvajal e Marcelo vengono prontamente respinte dagli attentissimi Giorgio Chiellini e Medhi Benatia –quest’ultimo a sua volta quasi impeccabile, almeno fino all’ingenuità finale.
Onore a questa Juve, e onore ad Allegri, confermatosi ancora una volta un grande stratega. Si spera, per lui e per i bianconeri, che non vada via da Torino.
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