“O ti ritiri o te ne vai”: lacrime in Nazionale | Dopo Mancini un altro addio

L’imminente arrivo di Spalletti potrebbe rivoluzionare la Nazionale. Tanti volti nuovi ma anche un addio eccellente.
La conferenza stampa fiume di Roberto Mancini a Riad ha chiuso definitivamente il ciclo Azzurro del commissario tecnico che con la sua visione ci ha portato sul tetto d’Europa. E per questo andrà sempre ringraziato.
Ma anche aspramente criticato (come è stato fatto praticamente da tutta la stampa italiana, tifosi compresi) per come si è chiusa la sua esperienza in Nazionale. Non perché si è chiusa, attenzione: Mancini non ha commesso nessun reato ad accettare vagonate di petroldollari, è il mercato della domanda e dell’offerta, va così. Non è il primo e non sarà l’ultimo, non si giudica questo, mai i modi e soprattutto i tempi con cui è finita una favola senza lieto fine.
Ora si attende un’altra conferenza stampa, presumibilmente parimente fiume, quella di Coverciano, previsto a ridosso del doppio impegno della Nazionale, impegnata nella qualificazione a quell’Europeo che si disputerà in Germania dal 14 giugno al 14 luglio 2024.
Più che Mancini, ora al popolo sportivo italiano interessa l’era post Mancio, affidata alle sapienti (si spera) mani di Luciano Spalletti, fresco campione d’Italia con il Napoli. Gravina lo ha convinto a tornare sui suoi passi, riportandolo a breve sui campi non agricoli che l’allenatore di Certaldo adora, ma i rettangoli di gioco.
Chiusa un’era se ne riapre un’altra
Luciano Spalletti in Nazionale desta molta curiosità, perché porta novità e una strada differente rispetto a Roberto Mancini, se poi sarà vincente o meno, questo è un altro discorso, ma sarà rivoluzione. Questo è certo.
Innanzitutto cambia completamente lo staff. Con Spalletti sono ufficiali il vice Marco Domenichini, Daniele Baldini e Sasà Russo (assistente tecnici), Francesco Sinatti (preparatore atletico) e Marco Savorani (preparatore dei portieri), Alessandro Pane, Giorgio Venturin e Marco Scarpa (osservatori). Ci sono perfino Marco Mannucci e Renato Baldi i match analyst. Delegazione Azzurra affidata a Gigi Buffon.

Esclusioni illustri e addii
L’arrivo di Luciano Spalletti coincide con l’addio di Gabriele Oriali, che dopo nove anni da team manager con Conte, Ventura e Mancini, chiude la sua esperienza in Azzurro. Il primo di una lunga serie di addii.
Appare scontato che Spalletti che porterà nuovi Azzurri, il che vuol dire che ci saranno molte porte chiuse. La prima è per Bonucci, magari Luciano non dirà esattamente ciò che ha detto Allegri a DAZN. “Siamo stati chiari da febbraio. Gli fu detto o il ritiro a fine stagione o la cessione. Quando hai 35-36 anni e hai fatto la storia della Juve, Leo ha fatto 500 partite e anche zoppo andava in campo. Ora deve prendere una decisione importante e non guardare ad un anno, ma a quel che è il futuro”.