E’ stata una nottata importante, quella appena trascorsa. Da una parte, i Milwaukee Bucks fanno un passo decisivo verso le Finali di Conference ad Est, battendo ancora una volta al TD Garden dei frastornati Boston Celtics, adesso con le spalle al muro e sotto 3-1. Dall’altra, pur con qualche brivido di troppo nel finale, gli Houston Rockets hanno la meglio per la seconda volta consecutiva al Toyota Center sui Golden State Warriors, impattando la serie sul 2-2.
Partiamo dalla sfida della Eastern Conference. Il primo quarto è comandato in gran parte dai Celtics che, spinti dal pubblico di casa, hanno un impatto positivo sulla partita, chiudendo al 12′ avanti 22-30. Il vantaggio di Boston non supera mai la doppia cifra di vantaggio, ma si mantiene fino a poco dopo la metà del secondo quarto, con un nuovo +8 firmato Horford (31-39 con 5’39” da giocare). Poi Milwaukee rientra, impattando a quota 39 (3’39” alla fine del periodo), salvo poi concludere il primo tempo sotto di 2 lunghezze (47-49).
Al rientro dagli spogliatoi regna l’equilibrio; o almeno così è fino a 4’12” dall’ultimo intervallo, quando Irving, con due liberi, timbra quello che sarà l’ultimo vantaggio Celtics della partita (65-67). Nell’ultima fase di terzo quarto, infatti, gli ospiti piazzano un break di 15-5, presentandosi ai nastri di partenza del quarto conclusivo sul +8 (80-72). Gli ultimi 12′ vedono i ragazzi di coach Stevens non riuscire a reagire, con un gap che balla continuamente a cavallo della doppia cifra, toccando poi un massimo di -15 a 20″ dalla fine (113-98). Al suono della sirena il punteggio è 113-101 Bucks, in una serata che ha visto ancora Giannis Antetokounmpo grande protagonista (39+16 rimbalzi). Dall’altro lato, non sono bastati i vari Kyrie Irving (23+10 assist e 6 rimbalzi, ma 7/22 al tiro e 1/7 da tre), Al Horford (20+6 rimbalzi e 5 assist) e Marcus Morris (18+14 rimbalzi).
Spostiamoci in Texas, dove Rockets e Warriors ripartiranno giovedì notte praticamente da 0-0. Merito della squadra di coach D’Antoni che, sospinta nuovamente da James Harden (38+10 rimbalzi), supportato da Eric Gordon (20) e da PJ Tucker (17+10 rimbalzi), sfruttano ancora il fattore campo ed impongono il 2-2 a dei Golden State Warriors ancora una volta non nella loro versione migliore (a livello di prestazione globale). Warriors che limitano ancora una volta i palloni persi, ma che mancano di fluidità in attacco e di concentrazione e cattiveria in determinate fasi del match, pagando quindi ancora una volta le difficoltà nel tiro da tre (24.2% (8/33) contro il 34% (17/40) degli avversari). Ma passiamo allo svolgimento della partita.
Il match inizia sulla falsariga delle altre, con le due compagini che combattono su ogni pallone e con una situazione di equilibrio che, dopo il 28-25 ospite di fine primo quarto, dura fin praticamente a metà secondo quarto (39-39 con 6’54” da giocare). I Warriors accusano quindi un blackout, beccando in poco più di 2′ un parziale di 2-14 (41-53 a 4’16” dalla pausa lunga); i ragazzi di coach Kerr faticano a rientrare, limitando i danni solo grazie al buzzer-beater da tre di Iguodala. Al 24′, i Rockets conducono 54-61. Nella ripresa la situazione non migliora per i Campioni in carica, anzi, al contrario sembra precipitare, con gli avversari che toccano prima un massimo vantaggio di +17 (60-77 a 7’52” dall’ultima pausa), poi un +15 (71-86 con 3’40” sul cronometro).
Qui i Warriors sembrano avere finalmente una reazione, con un 11-0 di break che vale il -4 (82-86 e 1’03” da giocare); ma negli ultimi istanti di terzo periodo Houston allunga ancora e, al 36′, guida 84-93. Il contro-break texano dura anche nelle prime fasi di quarto periodo, diventando un 4-15 che vale un altro +15 (86-101 a 9’12” dalla conclusione). Golden State continua a fare errori, e la partita sembra finita. Ma non è così. Con una rimonta disperata, i californiani si riportano sotto e, con una tripla di Curry, vanno sul -2 a 19″ dalla conclusione (108-110); Harden viene mandato in lunetta, ma clamorosamente fa 1/2 (108-111 e 11″ da giocare). Golden State ha così clamorosamente l’opportunità di andare all’overtime, ma prima Durant (34+7 rimbalzi e 5 assist) poi Curry (30+8 assist) sbagliano; è Paul a chiudere il discorso, con un 1/2 dalla lunetta, per il 108-112 finale.
Di seguito, il resoconto della notte:
WESTERN CONFERENCE SEMIFINALS
GOLDEN STATE WARRIORS @ HOUSTON ROCKETS 108-112 (2-2)
EASTERN CONFERENCE SEMIFINALS
MILWAUKEE BUCKS @ BOSTON CELTICS 113-101 (3-1)
*Tra parentesi, la situazione delle varie serie.
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