La giornata di oggi passerà alla storia come una delle più amare della storia recente della Boston cestistica. Come se non bastasse il tremendo infortunio che ha tolto di mezzo Gordon Hayward dopo 5′ nella partita d’apertura della stagione contro Cleveland; come se non bastasse la caterva di infortuni che, a turno, ha colpito praticamente tutti i giocatori del roster. Quest’oggi è arrivata la notizia che nessun appassionato voleva sentire: Kyrie Irving dovrà star fermo 4-5 mesi, dicendo addio ai Playoff.
Out dallo scorso 11 marzo, lo staff medico dei Celtics aveva sperato fino alla fine di poter recuperare l’ex stella dei Cavaliers in tempo per i Playoff. Già il 24 marzo Irving si era operato per la rimozione di un filo metallico per la riparazione delle lesioni inserito durante l’operazione alla rotula infortunata in Gara-1 delle Finals 2015. Si parlava di un recupero tra le 3 e le 6 settimane. Purtroppo per tutti, non solo per i fan dei Celtics, non sarà così.
“Gli esami hanno indicato la presenza di un’infezione batterica attorno alle viti, che verranno quindi rimosse. La frattura alla rotula si è completamente saldata e il ginocchio del giocatore rimane strutturalmente intatto“, si legge nel comunicato diffuso dalla franchigia NBA.
“A volte, la cosa più difficile da fare è accettare le situazioni incontrollabili che la vita ti mette davanti. Cerchi di imparare, di crescere, di prepararti ogni giorno per preparare la tua mente, il tuo corpo e il tuo spirito con gli strumenti necessari per affrontare quei momenti“, ha scritto il giocatore in un post sul suo profilo Instagram personale.
“Quando capita, però, ti ritrovi con un senso di incompletezza, perché il tuo viaggio professionale e i tuoi obiettivi sono in pausa. Si tratta però di un esame per la tua perseveranza e la tua volontà. Nel mio caso, scoprire di avere un’infezione al ginocchio è una cosa che accetto e che mi metto alle spalle senza attaccarmi ai ‘what if’, per dimostrare ai critici che si sbagliano di grosso. Voglio centrare gli obiettivi che mi sono posto, per la mia squadra e per me stesso. Credetemi, questa stagione è stata solo un assaggio di quello che posso diventare. Il viaggio per tornare sulla cima dell’Everest continua“.
E adesso? Per Boston la salita si fa ripidissima. Se finora quel gran coach che è Brad Stevens è riuscito a mettere ben più di una pezza, come dimostra il 2° posto ad Est (4° assoluto), ai Playoff il discorso si farà tremendamente molto più complicato. Forse non proprio sin dal primo turno, ma sicuro dal secondo, che al momento potrebbe porre sul cammino dei Celtics i Cavaliers di LeBron James.
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