MotoGP Valencia 2017 Analisi – Marquez 6 fantastico!

Marc Marquez entra sempre più nell’Olimpo dei più grandi della storia del Motomondiale e del Motorsport in generale. Il pilota spagnolo rispetta i pronostici e, pur regalando un brivido pazzesco a pochi giri dalla fine, chiude 3° a Valencia e incamera il sesto iride della sua straordinaria (e ancora giovane) carriera. Applausi a scena aperta, comunque, per Andrea Dovizioso, che chiude nella ghiaia una gara che sinceramente gli consentiva ben poco spazio di manovra, ma che ci ha fatto sognare, contro ogni pronostico, per un’annata intera, prendendosi non poche rivincite. Farà discutere non poco, invece, la condotta di Jorge Lorenzo, anche lui stesosi subito prima del compagno di squadra, il quale ha ignorato i ripetuti inviti del team a lasciar passare il forlivese. Gran gara per Dani Pedrosa, che infila all’ultimo giro un comunque ottimo Johann Zarco, andando a vincere per la seconda volta in stagione. Molto bene le Suzuki, con Alex Rins e Andrea Iannone rispettivamente 4° e 6°, mentre Valentino Rossi (5°), salva parzialmente l’onore di una Yamaha che lascia Valencia con le ossa rotte e un Vinales 13° e sfiduciato. Nelle altre categorie, da segnalare le vittorie di Miguel Oliveira in Moto2 e di Jorge Martin in Moto3.

Marc Marquez è ESACAMPEON! (foto da: twitter.com)

MARQUEZ EXTRATERRESTRE. DOVIZIOSO E’ DIVENTATO GRANDE

Sesto titolo Mondiale in carriera, quarto in cinque stagioni in MotoGP, 61 vittorie, 102 podi, 73 pole position e 53 giri record; tutto ciò a soli 24 anni e quasi nove mesi. Ladie and Gentlemen, eco a voi Marc Marquez. Il successo iridato di quest’oggi a Valencia (dove aveva già festeggiato il primo iride in MotoGP nel 2013) lo proietta ancor di più nell’Olimpo non solo del Motomondiale, ma anche del Motorsport in generale. Un Marc Marquez che anche al Ricardo Tormo, pur con una situazione estremamente a suo favore (in caso di vittoria del Dovi gli bastava un 11.esimo posto), non è venuto meno al suo modo d’essere, quantomeno dell’ultimo biennio. Alla costante ricerca del limite dalla PL1 al warm-up (con corollario di cadute ormai consuete nei turni di prove), grazie anche all’aiuto di Pedrosa il nativo di Cervera ha impostato la gara al comando, tenendo sotto controllo la situazione alle sue spalle.

Tutta la gioia di Marquez, per la vittoria dell’ennesimo titolo iridato della sua giovane carriera (foto da: motogp.com)

L’arrivo del ‘pericoloso’ Zarco spinge Marquez a lasciargli strada, voltandosi più di una volta per tenere d’occhio gli inseguitori. Capito che ormai il più era fatto, però, lo spagnolo torna in versione full attack e infilza Zarco all’ultima curva verso la fine dell’8° giro. Subito dopo, però, Marc arriva troppo veloce alla prima staccata, è praticamente caduto ma con un vero MIRACOLO riesce a tenere la moto e, dopo un’escursione nella ghiaia, torna in pista 5°. Le cadute delle Ducati rendono ufficiale quello che già era ampiamente previsto, e la sua festa può scatenarsi.

E’ terminata con un ritiro la splendida stagione di Andrea Dovizioso (foto da: sportfair.it)

Andrea Dovizioso, comunque, non ha nulla da rimproverarsi. Splendido quanto inatteso protagonista di questo 2017, Andrea ha fatto sognare tutti i tifosi italiani (e non solo), rendendo la vita difficile al campione della Honda, tanto da conquistare ben 6 successi di tappa. Lo stesso Dovi sapeva benissimo quanto ardua sarebbe stata questa impresa, e fin da ieri era ben chiaro che solo il caso sarebbe potuto intervenire in suo favore. Nonostante tutto, però, il nativo di Forlimpopoli ci ha provato lo stesso, con il cuore che ha caratterizzato tutta la sua annata e pur con una GP17 non esattamente all’altezza di Honda e Yamaha (Tech 3). Lasciando da parte l’ostruzionismo di Lorenzo (ne parliamo poco oltre), Andrea ha dato tutto ma non è bastato. Poco importa. Bisogna solo alzarsi in piedi ed applaudire un ragazzo scopertosi grande a 31 anni, che nel 2018 rinnoverà di certo la sfida al pilota più forte dell’ultimo decennio.

PEDROSA DOMA UN GRANDE ZARCO. LORENZO FA DISCUTERE

Chiaramente, la festa di Marquez ha catalizzato tutte le attenzioni mediatiche di questa domenica valenciana. Ma bisogna celebrare a dovere anche i primi due della gara. Dani Pedrosa ha conquistato la vittoria #54 in carriera (31.esima in MotoGP), al termine di un duello intenso con uno splendido Johann Zarco, Rookie of the Year per distacco e sempre più convincente in sella alla Yamaha M1 dello scorso anno. Con quattro prime file di seguito all’attivo, il francese parte con attenzione accodandosi alle due Honda, con un Pedrosa in versione perfetto uomo squadra, proteggendo le spalle a Marquez. Ma il francese rompe velocemente gli indugi e si porta al comando, conducendo con autorevolezza fino ai -8, quando il neo-campione del mondo porta l’affondo. L’errore immediatamente successivo di Marc spiana apparentemente la strada al francese verso la prima vittoria in classe regina; ma Pedrosa non è d’accordo e, assumendosi non pochi rischi, chiude il gap e all’alba dell’ultimo giro si prende la prima posizione. Un Pedrosa capace di vincere ininterrottamente almeno una gara a stagione da 12 anni; uno Zarco che a gran voce si candida ad una M1 ufficiale nel 2018 (cercando di scappare dalla M1 2017).

Il podio del Gran Premio della Comunitat Valenciana 2017 (foto da: motociclismo.es)

Merita un’analisi a parte la gara di Jorge Lorenzo, finito a terra poche curve prima di Dovizioso (lui in curva 5, l’altro in curva 8). Il maiorchino, pur riuscendo a fatica a tenere il passo dei primi, soprattutto nella seconda metà di gara, non ha lasciato strada al pilota italiano, nonostante sia stato avvisato per ben 6 volte con l’ormai famoso ‘Mapping 8‘ apparso sul dashboard, al punto da infastidire non poco in particolare Tardozzi al box. Lo stesso Dovizioso, in maniera molto diplomatica, ha provato a scagionare il compagno di box, sostenendo come quest’ultimo l’abbia anche aiutato, trainato rimanendogli davanti, spiegando anche che non aveva ritmo per raggiungere i primi. A mio parere, il punto è un altro. Non vale dire ‘Eh ma Jorge faceva la sua gara‘, ‘Eh, ma Dovi se ne aveva poteva passarlo‘ oltre all’ovvio ‘Ma tanto non serviva a niente quest’ordine di scuderia‘.

Lorenzo non ha mai dato l’impressione di voler dare strada al Dovi, arrivandogli anche a tirare delle staccate nelle prime fasi, quando Andrea sembrava più veloce. L’ignorare in modo così deliberato un ordine di scuderia, qualunque sia la situazione dato che comunque il tuo compagno di box fino a prova contraria si sta giocando il titolo, è grave e deve spingere il team quantomeno ad un richiamo al suo pilota, tra l’altro profumatamente pagato. Ripeto, è inutile tirare in ballo il fatto che, alla fine della fiera, la manovra no avrebbe portato benefici al Dovi; Jorge se n’è fregato delle indicazioni del team non una, non due ma ben 6 volte. Una situazione non accettabile, che in futuro potrebbe anche tornargli dietro.

LA YAMAHA CHIUDE MALE: ROSSI E VINALES LONTANI

Per fortuna, il 2017 è finito. Questo di certo il leit-motiv nel box Yamaha Movistar al termine dell’ultimo appuntamento della stagione, caratterizzato ancora da una M1 2017 in grossa difficoltà. I due piloti, Valentino Rossi e Maverick Vinales, hanno potuto poco in realtà, ma l’italiano (in gara con il telaio 2016, per una prova comparativa che sa di manovra disperata) è riuscito di certo a metterci una pezza, chiudendo la gara in 5° posizione, pur se scavalcato nel finale da Rins. Ben peggiore la prestazione dello spagnolo, spento e incapace di entrare anche per un solo giro in top-10, finendo 12° e a 35 secondi dalla vetta. Troppo poco per un team del genere, che dovrà giocoforza trovare risposte sin dai prossimi test del Ricardo Tormo. Honda e Ducati non staranno a guardare e nel 2018 Rossi e Vinales dovranno e vorranno essere della partita.

Valentino Rossi saluta i tifosi, al termine della gara di Valencia. Ma è stata ancora una volta una domenica molto difficile per la Yamaha (foto da: motogp.com)

GLI ALTRI: LA SUZUKI E’ TORNATA. BENE MILLER E PIRRO

Dopo la battuta d’arresto di Sepang, a Valencia la Suzuki è tornata a far intravedere ottime cose, soprattutto in ottica 2018. Pur aiutata dalle cadute delle Ducati ufficiali, le due moto di Hamamatsu si sono piazzate alle spalle dei primissimi, con un Alex Rins in versione diesel a cogliere il miglior risultato in carriera in MotoGP (4°) e un Andrea Iannone 6° dopo una buonissima partenza, immediatamente dietro a Valentino Rossi. Conferma una parte finale di stagione convincente anche Jack Miller, buon 7° tenendo a bada nel finale il rimontante Cal Crutchlow (8°). Gara positiva anche per la terza Ducati ufficiale in pista, con Michele Pirro a tenere con onore la top-10, portando a casa un più che discreto 9° posto, davanti a Tito Rabat, al miglior risultato stagionale (10°). Completano la zona punti la KTM di Bradley Smith (11°), la Ducati Pramac di Danilo Petrucci (13°), la Ducati Aspar di Karel Abraham (14°) e quella Avintia di Hector Barbera (15°). Fuori dai punti Loris Baz e Michael van der Mark. Tante le cadute, che hanno visto coinvolti oltre a Lorenzo e Dovizioso anche i vari Kallio, Aleix e Pol Espargaro, Redding, Bautista e Lowes.

Il 4° posto ottenuto oggi a Valencia vale ad Alex Rins il miglior risultato in carriera in MotoGP (foto da: motogp.com)

MOTO2: OLIVEIRA FA TRIS. MORBIDELLI SALUTA CON UN PODIO

Non c’è due senza tre. La KTM si conferma la forza predominante di questo finale di stagione in Moto2, lanciando un segnale forte per il 2018. Miguel Oliveira ottiene il tris di vittorie a Valencia, dopo Phillip Island e Sepang. Un successo meritato, ottenuto dopo un duello con Franco Morbidelli, che conclude la sua avventura nella Middle Class con un 2° posto e 308 punti in classifica, in attesa di tuffarsi nella MotoGP già a partire dai test che cominceranno martedì. Completa il podio un incoraggiante Brad Binder (terzo podio in fila), che si candida come protagonista per il 2018. Stesso discorso vale per il Rookie of the Year 2017, Francesco Bagnaia, oggi 4° davanti ad Alex Marquez e al malese Hafizh Syahrin. A seguire, troviamo il nipponico Takaaki Nakagami, il francese Fabio Quartararo, Simone Corsi e lo svizzero Dominique Aegerter, decimo. Per quel che riguarda gli altri azzurri, Baldassarri ha chiuso la zona punti (15°), mentre ne sono giunti fuori Locatelli (16°), Pasini (19°, ma caduto nel corso del 3° giro) e Marini (23°). Ritirato Manzi.

Terza vittoria nelle ultime tre gare per Miguel Oliveira in Moto2 (foto da: twitter.com)

MOTO3: MARTIN DOMINA. MIR, CHE RIMONTA!

Il campionato della Entry Class si conclude con un podio tutto spagnolo. Dopo 9 pole position, Jorge Martin si prende finalmente la soddisfazione di centrare la prima vittoria in carriera, dominando al Ricardo Tormo. L’operato del pilota di Fausto Gresini è stato certamente facilitato da quanto accaduto dopo pochi giri, quando la caduta dell’argentino Rodrigo, in quel momento 2°, porta fuori pista anche il Campione 2017 Joan Mir. Rientrato 19.esimo, Mir da una volta di più dimostrazione delle sue eccelse qualità, recuperando posizioni su posizioni, fino a prendersi una fantastica 2° posizione, spuntandola sul connazionale Marcos Ramirez. Peccato per gli italiani. Ottimi protagonisti per tutta la gara, Romano Fenati ed Enea Bastianini chiudono ai piedi del podio. Bella gara anche per la wild card Dennis Foggia, a lungo in zona podio e 7° alla fine, alle spalle di Guevara. Completano la top-10 John McPhee, Aron Canet e Kasuki Masaki. A punti Antonelli (14°), a differenza di Migno (16°), Dalla Porta (20°), Pagliani (22°), Arbolino (26°) e Bezzecchi (28°). Out Di Giannantonio.

Prima vittoria in carriera per Jorge Martin, dominatore a Valencia della gara di Moto3 (foto da: mundomotero.com)

L’annata 2017 si è quindi conclusa, ma lo sguardo è già proiettato al 2018, con i test di Valencia che partiranno martedì.

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