E anche l’ultimo giorno di scuola è andato in archivio. La folla del Ricardo Tormo ha salutato l’ultima prova del Motomondiale 2016, caratterizzata da tanti addii e da un clima più disteso (per usare un eufemismo) rispetto ad un anno fa. Jorge Lorenzo conclude nel migliore dei modi l’avventura in Yamaha, mentre a Marquez per poco non gli riesce di beffarlo. Iannone, con un pizzico di polemica, saluta la Ducati con un podio davvero bello, battendo nientemeno che Valentino Rossi, seguito da Vinales, anche lui al passo d’addio con la Suzuki. Nelle altre categorie, Zarco e soprattutto Binder hanno lasciato da campioni del mondo.
UNA DOMENICA DI SALUTI
Un addio così, Jorge Lorenzo, lo aveva sicuramente sognato. Pole strepitosa al sabato, con record della pista disintegrato. In gara, lo svolgimento che il maiorchino predilige: partenza perfetta, gran ritmo, continuo e martellante sin dall’inizio, gap ampliato man mano e finale di controllo. Vero che Marc nel finale un pò lo ha spaventato, anche perchè Jorge aveva gli pneumatici finiti. Ma è stato giusto così, con Jorge che, come ciliegina sulla torta, regala al team anche la vittoria nel relativo campionato. La degna conclusione di un rapporto lungo nove anni, una frazione di vita non indifferente, colma di qualunque elemento che può caratterizzare un rapporto umano. Tre titoli mondiali (otto volte sul podio mondiale su nove stagioni), 44 vittorie, 107 podi, 39 pole e 28 giri record. Questo il suo bottino con la Casa dei Tre Diapason. E adesso sotto con la Ducati…
Anche per Andrea Iannone, l’atto conclusivo di Valencia sarà difficile da dimenticare. Con una condizione ancora precaria, imbottito di antidolorifici, il pilota di Vasto dà sfoggio delle sue qualità e della sua combattività, contendendo il podio prima a Rossi, poi a Marquez, quindi di nuovo al Dottore, in una battaglia fantastica, dura a tratti, ma corretta e spettacolare. Dopo la bandiera scacchi, Andrea indossa una maglia celebrativa dei 4 anni a Borgo Panigale, pur sottolineando come, a suo parere, dopo il ritorno dall’infortunio, sia stato trattato con freddezza all’interno del team (secca la smentita, ex post, di Dall’Igna).
Anche Maverick Vinales, 5° al traguardo, a fine gara ha detto addio al suo team, il Suzuki Ecstar, pronto a fiondarsi anima e corpo nell’affascinante avventura in Yamaha, dove prenderà il posto di Lorenzo e se la dovrà vedere con il Mostro Sacro per eccellenza, Valentino Rossi. Una gara, quella del giovane spagnolo, che ad un certo punto poteva farlo sembrare in lotta per il podio; ma nel finale è mancato il passo. Nessun problema. Resta un 2016 dove il ragazzo e la Suzuki sono cresciuti di pari passo, diventando una realtà della MotoGP.
MARQUEZ DI RIMONTA, ROSSI IN AFFANNO
Una domenica per molti versi opposta, quella dei primi due della generale. Marc parte malissimo, ritrovandosi intruppato; Valentino scatta meglio, ma perde comunque una posizione, trovandosi anche dietro Vinales e Iannone, oltre a Lorenzo. Lo spagnolo si porta in fretta dietro il gruppo in lotta per la 2° posizione, ma non riesce ad attaccare. Al contrario Rossi, dopo una gran battaglia con Iannone, sembra potersi appropriare della piazza d’onore. A cavallo di metà gara, la situazione si ribalta. Sempre più in difficoltà con gli pneumatici, il pilota Yamaha subisce il ritorno di Iannone prima e di Marquez poi, con quest’ultimo che, con un’azzeccata scelta di mescole, sale in 2° posizione e prova addirittura la pazzesca rimonta sul leader Lorenzo. Alla fine, Marc può anche un filo rammaricarsi, mentre Rossi deve riordinare le idee, in attesa di cominciare a prepararsi per il 2017, sperando che la Yamaha e se stesso riescano a farsi trovare pronti.
GLI ALTRI: DOVI IN OMBRA, CAL E DANI A TERRA. BENE I FRATELLI ESPARGARO. KTM KO
Di certo non la gara che sperava, Andrea Dovizioso. Il vincitore di Sepang, dopo un buon avvio, pare anche riuscire ad agganciarsi al treno per il podio. Ma è una illusione, visto che un anteriore che non lo fa sentire a suo agio lo fa arretrare pian piano, fino a perdere la volata per il 6° posto con un ottimo Pol Espargaro, mentre Aleix arriva subito dietro (8°). Male Pedrosa, che cade anche al rientro dopo il botto di Motegi. Nella ghiaia anche Crutchlow, in un weekend che non lo ha mai visto tra i protagonisti. Buona top-10 anche per Bradley Smith e per Alvaro Bautista, pur se più staccato rispetto alle ultime uscite. Detto di un Petrucci 12° e con l’unico dato positivo del sorpasso in classifica su Redding (14°), passiamo alla novità del weekend, ovvero la KTM. Dopo una discreta qualifica, Kallio non ha concluso la gara, a causa di un guasto al sensore.
MOTO2: SETTEBELLO DI ZARCO. LUTHI E MORBIDELLI SUL PODIO
La “Middle Class” chiude il suo 2016 nel segno di Johann Zarco, fresco di conferma iridata e prossimo al passaggio nella classe regina. Il francese realizza un hat-trick (pole, vittoria e giro record), festeggiando la settima vittoria stagionale. Alle spalle di Zarco, come a Philip Island, Thomas Luthi beffa Franco Morbidelli sul traguardo, dopo che il romano, nella prima fase di gara, aveva dato vita ad un gran duello con lo stesso Zarco. Per un solo punto (213 a 214), Morbidelli non riesce a soffiare a Rins il 3° posto nella generale. Lo spagnolo ha chiuso in 5° posizione, superato all’ultima staccata da Lowes. Per quanto riguarda gli altri italiani, Pasini ha concluso in 7° posizione, mentre Corsi e Baldassarri hanno finito la gara, rispettivamente, in 11° e 14° posizione. 22° Marini, mentre Fuligni si è ritirato.
MOTO3: BINDER, VITTORIA PAZZESCA. MIR E MIGNO COMPLETANO IL PODIO
La prima gara di giornata, quella della “entry class”, ha visto l’ennesima dimostrazione di forza del Campione del Mondo Brad Binder. L’inizio, errore del poleman Canet a parte (fa spegnere la moto subito prima del via ed è costretto a partire dai box), è regolare, con il sudafricano che, insieme a Mir e agli italiani Bastianini, Di Giannantonio e Migno, fa parte del gruppo di testa. Dopo l’incidente tra Rodrigo e Bagnaia, Binder commette un errore che lo fa piombare in 22° posizione. Sembrerebbe fuori gara. Appunto, sembrerebbe. Con una rimonta a tratti umiliante sui suoi colleghi, su un circuito non facile per i sorpassi anche in Moto3, Binder supera tutti e va a vincere, battendo in volata Mir (Rookie of the Year) e Migno. Poi Bastianini e Di Giannantonio. Tutti fuori dai punti gli altri azzurri: Antonelli (16°), Bulega (17°), Locatelli (20°), Petrarca (28°) e Valtulini (31°). Out, oltre a Pecco, anche Dalla Porta.
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